Becciu, rinuncia al Conclave: «Prendo atto volontà di papa Francesco»

  • Postato il 29 aprile 2025
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Becciu, rinuncia al Conclave: «Prendo atto volontà di papa Francesco»

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Il cardinale Becciu, Acoinvolto in scandali finanziari e inizialmente intenzionato a partecipare, ha rinunciato al Conclave seguendo la volontà di Papa Francesco.


VATICANO- Il “nodo Becciu” sembra finalmente sciolto: prima il tira e molla tra favorevoli e contrari alla sua partecipazione al Conclave, poi il caso del giallo delle lettere di Papa Francesco in cui emergeva la sua precisa volontà di escluderlo dalla elezione del nuovo Pontefice. Sullo sfondo le polemiche tra i porporati sul fatto che l’affaire Becciu non fosse proprio in cima alla lista delle priorità. Per giorni il valzer del “vado o non vado?” ha riempito le cronache con toni persino da gossip nello scenario lugubre dei funerali del Santo Padre.

RINUNCIA AL CONCLAVE, IL PASSO INDIETRO DI BECCIU PER L’UNITÀ DELLA CHIESA

Infine il colpo di scena, l’epilogo della vicenda, con il passo indietro del diretto interessato che avrebbe rinunciato ad entrare tra i porporati chiamati a eleggere il nuovo Pontefice nella Cappella Sistina. Tanto rumore per nulla? Forse a questo punto sì, ma a quanto pare l’incontro chiarificatore è avvenuto presso la Santa Sede ieri durante la Congregazione generale nell’Aula Paolo VI. Decisivi i due famosi documenti di Francesco di cui si parlava da giorni, presentati in Congregazione, che riportavano la volontà papale di escludere l’ex sostituto dall’elezione del suo successore.

Dopo che ‘Il Tempo’ ha anticipato la notizia del passo indietro, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni nel briefing coi giornalisti ha detto che sul caso Becciu “non c’è stata alcuna deliberazione al momento”. E infatti è stato il cardinale sardo a prendere una decisione, agendo per il bene dell’unità della Chiesa. Inutile alimentare ulteriormente le polemiche che si sono susseguite in questi giorni. La parola è passata ai cardinali esperti di diritto canonico e alla riunione era stato chiamato anche monsignor Giuseppe Sciacca, l’esperto canonista che lo scorso Conclave era stato chiamato dal camerlengo dentro la Cappella Sistina per illustrare ai cardinali prima dell’extra omnes le regole della votazione.

IL FACCIA A FACCIA CON I VERTICI DEL COLLEGIO CARDINALIZIO

Poco prima dell’incontro Becciu ha visto in un faccia a faccia prima il decano del collegio, cardinale Giovanni Battista Re e poi il segretario di Stato Parolin. Ma a quanto si sa non c’è stato il tempo per alzare i toni ed accapigliarsi. Il porporato sardo è tornato ancora a difendersi dalle accuse per cui in primo grado è stato condannato dal tribunale Vaticano guidato dal magistrato Giuseppe Pignatone, ma poi ha annunciato con grande tristezza e la voce rotta dalla commozione di “prendere atto della volontà di Papa Francesco”. Figura un tempo tra le più influenti del Vaticano, il porporato che alla fine si è autoescluso dalla Cappella Sistina aveva sostenuto fermamente di poter partecipare al prossimo conclave, nonostante fosse stato ufficialmente indicato come “non elettore” dall’Ufficio Stampa della Santa Sede.

LO SCANDALO FINANZIARIO ALL’ORIGINE DELL’ESCLUSIONE DEL CARDINALE BECCIU AL CONCLAVE

Per capire cosa abbia alimentato il dibattito sull’affaire Becciu, occorre riportare indietro le lancette al 2020, quando Papa Francesco lo aveva costretto a rinunciare ai “diritti e privilegi” del cardinalato dopo che era stato coinvolto in un grave scandalo finanziario che aveva scosso la Curia romana. In sostanza, conservava il titolo cardinalizio, ma cessava da ogni incarico nella Curia romana e perdeva il diritto di entrare in un futuro Conclave. Fino a quel momento il porporato ricopriva il ruolo di “sostituto” presso la Segreteria di Stato vaticana, una posizione di altissimo rilievo paragonabile a quella di capo di gabinetto del Papa.

Il suo incarico gli garantiva un accesso diretto al Pontefice e un’enorme influenza all’interno del governo centrale della Chiesa. Successivamente fu trasferito alla Congregazione per le Cause dei Santi. Nel 2023 è stato condannato dal tribunale penale vaticano per appropriazione indebita e frode, diventando così il primo porporato a essere riconosciuto colpevole da un tribunale della Santa Sede. Becciu, in quanto ex sostituto per gli Affari generali, era coinvolto nello scandalo dell’acquisto da parte della Santa Sede di un immobile di lusso da 200 milioni di euro a Londra, e in altre accuse sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato.

IL DIBATTITO NEL SACRO COLLEGIO E L’ATTESA DEI CARDINALI

Accuse che gli sono costate una condanna in primo grado a cinque anni e sei mesi di reclusione, mentre per il prossimo autunno è atteso l’appello. In attesa dell’esito, gli è stato consentito di continuare a vivere in un appartamento in Vaticano. Poi con la morte del Santo Padre e il Conclave all’orizzonte, il prelato 76enne aveva detto di non poter essere escluso perché era stato perdonato da Papa Francesco, ed era intenzionato più che mai a non mollare.

La rivista spagnola Vida Nueva, con ottime fonti tra le berrette rosse, aveva rivelato che l’orientamento del sacro collegio era quello di mettere ai voti la partecipazione o meno di Becciu al Conclave, ma solo una volta arrivati a Roma tutti o quasi i cardinali elettori. I porporati chiamati al voto sotto l’ottantesimo anno di età saranno isolati dal resto del mondo all’interno dello scrigno di arte e storia che è la Sistina fino alla fumata bianca e all’“Habemus Papam”, l’altra famosissima formula latina pronunciata dalla Loggia delle Benedizioni dal cardinale protodiacono per annunciare al mondo la scelta del nuovo Papa. Becciu non ci sarà.

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