Belvedere Spinello, liquami e carta fecale nel Neto: sequestrati due depuratori
- Postato il 20 ottobre 2025
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- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
Belvedere Spinello, liquami e carta fecale nel Neto: sequestrati due depuratori

Sequestrati a Belvedere Spinello due depuratori per inquinamento ambientale, acque reflue non trattate riversate nel Fiume Neto. Indagati organi del comune.
BELVEDERE SPINELLO (CROTONE) – inchiesta ambientale nel crotonese: i Carabinieri di Belvedere Spinello hanno eseguito il sequestro preventivo di entrambi gli impianti di depurazione comunali, su disposizione del Gip del Tribunale di Crotone e su richiesta della Procura della Repubblica. L’operazione è il risultato di complesse indagini condotte dai militari, con il cruciale supporto tecnico di Arpacal Crotone, che hanno accertato la fuoriuscita massiva e incontrollata di acque reflue urbane non trattate dagli impianti risultati non funzionanti.
SEQUESTRATI DEPURATORI: INQUINAMENTO A BELVEDERE SPINELLO NELLA ZONA DI PROTEZIONE SPECIALE
Le acque contaminate si sarebbero riversate direttamente nel Fiume Neto, provocando sversamenti maleodoranti e un potenziale rischio per la salute pubblica. Le verifiche erano scattate già a marzo 2025, dopo la denuncia presentata da alcuni residenti della zona, che avevano allegato analisi di laboratorio. I successivi sopralluoghi e campionamenti eseguiti nei pressi dei depuratori (situati in località Chiusa del Pozzo e Chiarette) hanno confermato la gravità della situazione: I reflui, contenenti carta e materiale fecale, si disperdevano nei terreni circostanti. L’area interessata è classificata come Zona di Protezione Speciale (ZPS). Le analisi batteriologiche hanno rilevato la presenza massiccia di Escherichia Coli ed Enterococchi intestinali, confermando l’inquinamento per uomini e animali.
INDAGATI RAPPRESENTANTI E DIPENDENTI COMUNALI
L’inchiesta, ancora nella fase preliminare, ipotizza a carico di alcuni rappresentanti e dipendenti del Comune di Belvedere Spinello diverse responsabilità penali: inosservanza dei divieti di scarico nel suolo e nelle acque (art. 137 del D.Lgs. 152/2006), getto di cose pericolose (art. 674 c.p.) e danneggiamento (art. 635, comma 2 c.p.). Il sequestro mira a bloccare l’ulteriore danno ambientale in attesa che vengano ripristinate le condizioni di funzionalità degli impianti
Il Quotidiano del Sud.
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