Beyoncé e le icone del denim: chi ha reso immortale il jeans Levi’s
- Postato il 13 maggio 2025
- Di Panorama
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La nuova capsule collection nata dalla sinergia creativa tra Levi’s — «la madre dei jeans» — e l’icona globale Beyonce, riconferma il ruolo del denim, non solo come tessuto iconico ma come linguaggio vivo, capace di evolvere con le voci del presente.
La collezione, in edizione limitata, celebra il brano Levi’s Jeans tratto dall’album Cowboy Carter. Quattro t-shirt — tra cui le Sporty Ringer Tee e Graphic Tee — giocano con il logo Levi’s a doppia “i”, segno grafico e simbolico di un’identità rivisitata.
L’estetica classica del marchio si fonde con lo sguardo audace di Beyoncé anche nella campagna pubblicitaria che reinterpreta l’archivio visivo di Levi’s con spirito fresco e radicale. Un omaggio alla storia che guarda al futuro.

Dai minatori ai Grammy
Nato nel 1873 per i lavoratori del West, il jeans Levi’s ha attraversato i secoli restando fedele al suo spirito originario: resistente, inclusivo, trasversale. Da uniforme operaia a icona pop, è diventato specchio delle trasformazioni sociali e culturali. Confinato per decenni all’ambito operaio e rurale, indossato da minatori, cowboy e meccanici, è negli anni Trenta che Hollywood lo mitizza nei film western, aprendogli la strada per attraversare i confini delle classi sociali.
Gli anni Cinquanta: ribellione e libertà
Negli anni Cinquanta, il jeans Levi’s è il simbolo dei giovani in rivolta. James Dean lo indossa nei suoi film, rendendolo l’uniforme della solitudine urbana e della libertà personale. Insieme a lui anche Steve McQueen e Marlon Brando, che era solito indossare il suo denim con un risvolto alto.
Marilyn Monroe, invece, carica il jeans di sensualità femminile e anticonvenzionale. È in questi anni che il 501 entra nel mito, conquistando generazioni diverse con un linguaggio universale.
Anni Settanta e Ottanta: rock, punk e working class
Con l’avvento del rock, Levi’s diventa il simbolo delle sottoculture. Bruce Springsteen lo porta sulla cover di Born in the U.S.A., incarnando l’America autentica e working class. I Ramones lo indossano sfilacciato nei club punk, mentre Debbie Harry e Jane Birkin mostrano come anche il femminile possa appropriarsi del denim con naturalezza e stile. Specialmente quest’ultima, con i suoi jeans portati a vita alta, ha legato per sempre il denim al concetto di nonchalance chic.
Anni Novanta: tra grunge e minimalismo
Negli anni Novanta, Levi’s è parte integrante dell’immaginario grunge e minimal. Kurt Cobain lo porta “distressed”, simbolo di disillusione e identità non conformi. Will Smith con il suo Principe di Bel Air lo racconta nella sua versione più colorata e hip hop, con volumi over e riferimenti allo street style. Infine, Winona Ryder e Cindy Crawford lo rendono icona quotidiana, con un’estetica androgina e sensuale al tempo stesso.
Anni 2000 e oltre: verso un denim globale
Nel nuovo millennio, Levi’s si apre a contaminazioni globali e a nuove narrazioni. Con Pharrell Williams si parla di sostenibilità, con Emma Chamberlain e Hailey Bieber si entra nella cultura Gen Z. Il denim si fa genderless, personalizzabile, reinterpretato anche da voci come Jaden Smith e Tyler, The Creator, che lo rendono fluido e creativo.