Biella, niente mensa scolastica per chi non ha saldato il debito. Le maestre: “Non spetta a noi telefonare alle famiglie”
- Postato il 12 settembre 2025
- Scuola
- Di Il Fatto Quotidiano
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Se non paghi, non mangi. È la decisione dell’amministrazione comunale di Biella nei confronti delle famiglie che non hanno saldato il debito del servizio mensa lo scorso anno scolastico. Un provvedimento che riguarda tutte le scuole comunali, dalla materna alla secondaria. Stiamo parlando di una cifra complessiva che ammonta a circa settanta mila euro.
L’assessore all’Istruzione Livia Caldesi vuol evitare che i bambini non iscritti alla mensa si siedano al tavolo da pranzo, magari senza saperlo. Una decisione che l’ha spinta a scrivere una lettera ai dirigenti scolastici affinché collaborino nel monitorare gli alunni che non possono pranzare. “È essenziale – si legge nella missiva – che le famiglie dei bambini non iscritti siano avvertite dell’obbligo di prenderli a scuola per la pausa pranzo. Tale dato sarà comunicato giornalmente dal gestore del servizio a tutti gli istituti”.
Una decisione che sta facendo discutere. Molti non vorrebbero che a pagare le colpe degli adulti siano i bambini e altri (soprattutto) docenti, invece, si lamentano del fatto che viene chiesto loro – sostanzialmente – di farsi promotori di un “controllo”.
Per l’assessore la decisione mira a evitare che il personale docente si trovi in situazioni difficili da gestire, con bambini non iscritti al servizio ma presenti a scuola durante l’orario del pranzo. “Sia chiaro. Nessuno – dichiara a “Il Fatto Quotidiano.it – chiede che i docenti facciano da esattori ma che si telefoni alle famiglie dei bambini non iscritti affinché li vengano a ritirare all’ora di pranzo”.
A protestare, nelle scorse ore, la Camera del Lavoro e la Flc Cgil di Biella: “Evidentemente l’assessora Caldesi non conosce la grammatica istituzionale né le finalità di una scuola democratica”, hanno dichiarato in una nota, “dove la mensa è parte integrante dell’orario scolastico perché rientra ad ogni effetto nel progetto formativo della scuola quale momento di aggregazione, inclusione ed educazione”.
La giunta ha fatto sapere di voler evitare che le stesse maestre si ritrovino in difficoltà avendo in mensa bambini che in realtà non hanno richiesto il servizio. Il Comune non ne vuol più sapere dei morosi: per accedere alla ristorazione scolastica è necessario aver completamente saldato tutti i pasti consumati durante l’anno scolastico precedente. Restano attivi i sostegni necessari alle famiglie che non ce la fanno a pagare anche se i nuclei familiari con maggiori difficoltà economiche non rappresentano la maggioranza dei debitori, ha precisato l’amministrazione.
Per supportare le situazioni di bisogno, il Comune fa sapere che mantiene attive forme di sostegno basate sull’indicatore della situazione economica equivalente e offre la possibilità di rateizzazione dei pagamenti. Il sistema di supporto è strutturato per garantire l’accesso alla mensa anche a chi attraversa momenti di difficoltà finanziaria, purché vengano rispettati gli accordi di pagamento stabiliti con l’ufficio competente.
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