Black out, il punto del coordinamento FREE: “In Italia è impossibile ciò che è accaduto in Spagna”
- Postato il 17 giugno 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
- 2 Visualizzazioni
.png)
Di Giorgia Burzachechi, Coordinamento FREE
Le reti elettriche. Croce e delizia della transizione energetica che nemmeno dopo il blackout spagnolo sono salite alla ribalta a causa della “fretta” d’accusare il fotovoltaico per quello che è stata una delle maggiori interruzioni d’elettricità che l’Europa ricordi in tempi recenti. Per fare il punto sulla questione, il Coordinamento FREE ha organizzato a Roma nei giorni scorsi un convegno “La ragnatela che sostiene la decarbonizzazione”, dedicato al ruolo strategico delle reti elettriche nella transizione energetica, con un focus pratico e concreto sulle soluzioni tecnologiche e sulle sinergie richieste per continuare a tenere flessibili e allo stesso tempo resilienti come una ragnatela le reti, anche in presenza di un apporto crescente della produzione rinnovabile. E la rete elettrica, una volta tanto, è uno dei protagonisti in positivo del panorama energetico mondiale. Terna, infatti, dopo lo shock del blackout del settembre 2003 ha lavorato per l’efficientamento della rete di trasmissione, mentre sul lato distribuzione si è lavorato, tra i primi al mondo, con l’installazione di massa dei contatori elettrici digitali e intelligenti, al punto che la rete elettrica italiana nel 2009, solo sei anni dopo il blackout, fu elogiata dal quotidiano francese Le Monde, come una delle più avanzate al mondo.
Oggi la rete elettrica nostrana gestisce senza problemi quasi due milioni di impianti intermittenti a fonti rinnovabili e quando si trova in condizioni simili a quelle spagnole (come successo il 1° maggio 2025, data nella quale a causa dei bassi consumi e dell’alta insolazione l’Italia ha funzionato con un 100% di rinnovabili per oltre sei ore e il prezzo sul mercato all’ingrosso è andato a zero a causa dell’eccesso di produzione di elettricità) non si verifica alcun blackout. Tutto a posto quindi? Per ora sì, ma in prospettiva, visto che continuerà ad aumentare la quota di generazione elettrica da rinnovabili che sostituirà la generazione da fossili e aumenterà il livello di elettrificazione dei consumi, con la diffusione capillare di pompe di calore e auto elettriche, andranno fatti investimenti per ottimizzare la rete e renderla ancora più digitale e in grado d’accumulare energia.
Dopo avere messo in evidenza il livello di interconnessioni con l’estero, già realizzato e previsto, e i ruoli degli accumuli, sono stati illustrati i risultati di uno studio che dimora la fattibilità della completa decarbonizzazione dell’Italia con il solo contributo della produzione rinnovabile e le prestazioni di alcune tecnologie innovative per accumuli di lunga durata, sviluppate da alcune aziende italiane.
“È necessario un adeguamento continuo delle reti all’aumentare delle rinnovabili – ha detto Livio de Santoli, Prorettore per la Sostenibilità all’Università di Roma La Sapienza – ed è importante che ci siano interconnessioni efficienti a livello europeo”. De Santoli ha poi messo in evidenza il ruolo complementare della produzione eolica e fotovoltaica, che hanno andamenti stagionali opposti. Per questo motivo è necessario che le produzioni da eolico e fotovoltaico si integrino anche a livello transnazionale utilizzano le interconnessioni estere.
Oltre a ciò un ruolo importante lo occupa anche l’efficienza energetica. “Abbiamo bisogno di politiche in grado di promuovere uno sviluppo sinergico di efficienza energetica e fonti rinnovabili – ha detto Dario Di Santo, Direttore di FIRE (Federazione Italiana per l’uso Razione dell’Energia) –, così potremo massimizzare il risultato sia in termini economici sia di riduzione della CO2”.
“Il nostro convegno è anche una risposta alle false informazioni diffuse dai media subito dopo il blackout che tendevano a far credere che un sistema elettrico basato sulla produzione rinnovabile non fosse sicuro”, ha fatto presente Attilio Piattelli, presidente del Coordinamento FREE. In conclusione, Piattelli ha affermato che le reti possono “reggere” agevolmente la transizione energetica e che il focus sulle tecnologie italiane per l’accumulo è servito a mettere in luce anche il potenziale circa le possibili ricadute industriali legate alla transizione energetiche, che son troppo spesso sottovalutate per difendere anche gli “interessi fossili”, che in Italia sono purtroppo ancora presenti.
L'articolo Black out, il punto del coordinamento FREE: “In Italia è impossibile ciò che è accaduto in Spagna” proviene da Il Fatto Quotidiano.