Bombe carta, pietre e petardi lanciati dai tifosi dell’Andria contro donne e bambini a Fasano. Il sindaco: “Poteva essere un’altra Rieti”
- Postato il 20 ottobre 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Non solo a Rieti, dove a rimetterci la vita è stato l’autista accompagnare Raffaele Marianella dopo esser stato colpito da una pietra: anche a Fasano, poche ore prima, si erano verificati atti vandalici di un gruppo di tifosi verso i sostenitori avversari. Non parliamo di basket, ma di calcio. Nello specifico durante il big match tra Fasano e Fidelis Andria, nel girone H di Serie D. Match di cartello, visto che le squadre si trovavano al primo e al secondo posto in classifica. Una partita emozionante in campo (per la cronaca terminata 2-1 in favore del Fasano), da dimenticare invece fuori, quando “al posto di defluire verso i propri mezzi – si legge nella nota del Fasano – gli stessi sostenitori ospiti hanno perpetrato un fitto lancio di sassi (reperiti all’esterno dello stadio “Vito Curlo”) per poi proseguire con petardi e bombe carta che, lanciati all’interno dello stadio, hanno creato gravi pericoli a donne e bambini in primis”.
“Ancora una volta mi chiedo come sia potuto accadere che teppisti, che nulla hanno a che vedere con lo sport, abbiano seminato violenza nella nostra città. Fasano rifiuta con fermezza questi fatti inaccettabili e chiede protezione e giustizia”, ha scritto sui social il sindaco di Fasano Francesco Zaccaria. “La tragedia di Rieti, dove un autista di pullman padre di famiglia è morto colpito da una pietra dopo un incontro di basket, poteva ripetersi anche a Fasano: rendiamoci conto della gravità di quello che può succedere”.
Il presidente Ghilardi dopo Fasano-Fidelis Andria: “Non è tifo, è criminalità”
Ma ricostruiamo. La partita è nelle battute conclusive, il punteggio è di 2-1 in favore del Fasano e la Fidelis Andria attacca alla ricerca del pareggio. Gol che arriva con Trombino, ma viene annullato per fuorigioco. Una decisione del guardalinee che manda su tutte le furie i calciatori in campo, che protestano nei confronti di direttore di gara e assistente. Dopo parapiglia e un’espulsione di un calciatore dell’Andria, in campo la situazione torna alla normalità. Nel settore dei tifosi andriesi, però, la rabbia non è svanita.
Il grosso infatti accade fuori. Per prevenire e non permettere alle due tifoserie di venire a contatto, i primi a uscire dall’impianto sono i tifosi andriesi, che per raggiungere pullman e autovetture passano all’esterno dello stadio, nei pressi della tribuna laterale. Lì comincia un lancio di fumogeni, petardi e bombe carta dall’esterno dello stadio verso l’interno, verso il settore dove erano ancora presenti famiglie, anziani e bambini. Tra questi anche la moglie dell’allenatore del Fasano, Luigi Agnelli. Lo stesso tecnico nel post gara ha dichiarato: “Avrei voluto parlare di una partita giocata a viso aperto, contro una signora squadra, ma faccio fatica. Per me lo sport è divertimento, deve essere unione e aggregazione. Vedere mia moglie e mia figlia piangere, faccio fatica a parlare di calcio…“, ha dichiarato visibilmente provato dopo l’accaduto.
Presenti con lui in sala stampa anche il presidente Ivan Ghilardi e il direttore sportivo Antonio Montanaro: “Ancora una volta sono accaduti episodi assurdi. Vedere tifosi che gettano bombe carta all’interno dello stadio è assurdo – ha esordito Ghilardi -. Questo non è tifo, è criminalità. Sono atti vandalici, non è sport. Abbiamo insistito noi per far venire 400 tifosi dell’Andria perché doveva essere la partita dello sport, non della violenza. Devo dire grazie ai tifosi del Fasano, che si sono comportati bene. Questo va detto: il tifo del Fasano è stato aggredito da fuori”. “C’erano i presupposti per una bella giornata di sport, ma abbiamo visto tutti cosa è successo”, fa eco il direttore sportivo Antonio Montanaro.
Ghilardi ha poi ricordato anche che non è la prima volta che a Fasano accadano episodi simili: “Per la quarta volta, a mia memoria, siamo costretti a vivere episodi simili. Una con il Nardò, una con il Martina, una con il Brindisi e poi oggi. Non si può dare colpa a questa società che ha fatto enormi sforzi per la sicurezza. La moglie del mister che è incinta ha ricevuto una bomba carta a un metro”. Solo la fortuna, insomma, ha evitato conseguenze ben più gravi.
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