Bossetti? Anch’io l’avrei intervistato

  • Postato il 11 giugno 2025
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In un articolo del Corriere della Sera Aldo Grasso domanda: Francesca Fagnani è la nuova Franca Leosini? Perché no, mi verrebbe da dire. I processi mediatici sui svariati fatti di cronaca attuali ma soprattutto passati dimostrano che c’è morbosità, attenzione ai particolari, posizioni diverse nonostante sentenze passate in giudicato e una grande sfiducia per la giustizia. Ma Fagnani ieri non ha imbastito il solito teatrino televisivo in cui si scontrano le parti e chi fa la voce più grossa vince.

Fagnani ha intervistato Massimo Bossetti, in quanto assassino di Yara Gambirasio, il quale da sempre gioca un ruolo di personaggio in questo osceno caso di cronaca. Personalmente mi occupo di cronaca nera da anni e per ogni caso famoso, pensiamo a quello più celebre del momento, ovvero il delitto di Chiara Poggi oppure ai casi di Liliana Resinovich, Pierina Paganelli, giusto per citarne qualcuno – casi che vengono affrontati in tv con la presenza di consulenti di parte, di avvocati e di commentatori di vario genere – si creano sempre due gruppi contrapposti. Nel caso di Garlasco la stragrande maggioranza del pubblico ritiene Alberto Stasi, condannato a 16 anni con sentenza passata in giudicato, innocente. Il punto è che, leggendo gli atti, non sono poche le lacune investigative o le domande rimaste irrisolte e questi buchi vengono colmati nel dibattito pubblico con teorie, ipotesi, sospetti, dubbi, ed anche qualche pista stravagante, purché alternativa.

Nel caso di Pierina Paganelli, la pensionata di 78 anni uccisa a Rimini con 29 coltellate il 3 ottobre 2023, c’è chi ritiene il principale sospettato, Louis Dassilva colpevole e, chi, invece, si giocherebbe tutto pur di scommettere sulla sua innocenza. Sullo sfondo segreti, tradimenti, dettagli ancora inconffessabili che tengono tutti con il fiato sospeso. Nel caso di Liliana Resinovich ci sono persone letteralmente agguerrite contro il marito Sebastiano Visintin, attuale indagato per omicidio, e altri che ritengono sospetta la posizione di Claudio Sterpin, amico speciale o amante di Lilly, così come la chiamavano parenti e amici.

In questa lotta senza sosta tra colpevoli e innocenti e in mezzo a protagonismi vari, sullo sfondo si nasconde la vittima, figura che viene messa lì solo per dare un titillo al caso. Ci sono poi anche i giornalisti che prendono le loro posizioni ferme su alcuni casi di cronaca, scegliendo quindi interviste e documenti allo scopo di dimostrare la loro tesi. Ci sono anche i giornalisti d’inchiesta, che purtroppo sono spesso confusi con chi porta questo appellativo sol perché ha tanta visibilità pubblica ma mostra invece lacune sulla conoscenza dei fatti. Nulla di questo giova.

Io sono convinta che se c’è una inchiesta con errori eclatanti è giusto parlarne, studiare, capire. Se ci sono sentenze sbagliate, innocenti in carcere o assissini in libertà, è del tutto legittimo chiedere con forza verità e giustizia ma, al contempo, sobrietà. Si leggono gli atti, non si fanno interpretazioni personali. Così come ha fatto Francesca Fagnani con Bossetti. Piaccia o no ha portato a casa una intervista condotta egregiamente, in cui Bossetti non è stato attaccato ferocemente ma nemmeno messo a suo agio.

Ciononostante la scelta stessa di intervistarlo fa discutere, anche chi con i processi mediatici ci campa. Fagnani non ha partecipato allo scontro fra colpevolisti o innocentisti. Ha fatto parlare il suo ospite cercando anche di spronarlo, per esempio quando più volte gli ha chiesto se non pensa di aver rimosso quello che ha fatto. E non gliel’ha chiesto in questi termini perché ha assunto a un certo punto la posizione da colpevolista, ma perché, come ha ricordato la giornalista, Bossetti è stato condannato oltre ogni ragionevole dubbio: c’è il suo dna sugli slip della giovane vittima oltre a tanti altri indizi di colpevolezza. E non ci sono sentenze contraddittorie: Massimo Bossetti è stato condannato da tutti i giudici che hanno avuto in mano il caso.

Lui può dire quello che vuole, così come la Fagnani può scegliere di intervistare chi vuole. Io al posto suo l’avrei intervistato. E gli avrei anche chiesto come avrebbero fatto i suoi consulenti ad essere presenti durante l’esame del Dna se nemmeno lo sapevano chi era Bossetti?

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Il Fatto Quotidiano

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