Cacciari: “Università occupate per Gaza? Era ora. La politica deve entrare in aula, chi lo nega dice fesserie megagalattiche”

  • Postato il 4 ottobre 2025
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Sono occupate le scuole e le università in solidarietà con Gaza? Era ora!“. Così, ai microfoni di Uno, Nessuno, 100Milan, su Radio24, il filosofo Massimo Cacciari commenta le occupazioni studentesche di diverse università pubbliche italiane in solidarietà con la Global Sumud Flotilla e in denuncia del genocidio in corso a Gaza.
Cacciari, già professore ordinario di Estetica presso l’Università IUAV di Venezia, difende l’urgenza del pensiero critico nelle aule universitarie e scolastiche, nonché la necessità di posizioni politiche decise, anche contro le convenzioni. In un momento storico segnato da guerre, conflitti e tensioni globali, ricorda che discutere non è solo un diritto, ma un dovere culturale: “Era ora che all’interno delle università ci fossero dei momenti di occupazione nei quali mi auguro che si facciano dibattiti e che si discuta di queste cose qui che non stanno nei programmi universitari”.

Il filosofo sottolinea come la didattica tradizionale non consenta di approfondire le tragedie che segnano il mondo contemporaneo: “Quando vado in aula e devo fare il mio corso, non posso parlare di queste questioni più di tanto, quindi che ci siano dei momenti in cui i professori, i docenti e studenti si ritrovano e discutono di quanto sta avvenendo al mondo e di tragedie come quelle di Gaza. Mi sembra culturalmente molto utile”.
L’argomento, spiega, non è marginale: “L’idea che la politica non debba stare nelle scuole è una fesseria di proporzioni megagalattiche. Cosa deve avvenire nella scuola se non una discussione che riguarda la polis, che riguarda la mia città, che riguarda il mio paese, che riguarda il mondo in cui vivo?”.

Non mancano le valutazioni sul contesto politico attuale. Interrogato sulla reazione del governo italiano agli eventi legati a Gaza, Cacciari osserva: “Quella di Meloni non è una reazione egocentrica, ma una dimostrazione di debolezza. Se avesse avuto una posizione politica, culturalmente e strategicamente forte, avrebbe preso l’iniziativa di partecipare, per esempio, al dibattito dell’Università di Roma, in modo da dire la sua. È chiaro che quando si assumono queste posizioni vittimistiche, si dimostra la propria debolezza, se non politica dal punto di vista elettorale, direi proprio culturale, è evidente. Se io mi sento convinto e forte sulle mie posizioni, chiedo di partecipare, sono contento che ci siano delle occasioni in cui possa dire la mia”.

Cacciari non risparmia critiche al Pd, pur non nominato direttamente: “Sostiene la Flotilla ma contemporaneamente a Bruxelles appoggia Ursula von der Leyen. Quelle della Ue sono posizioni non sono certo coerenti con una strategia di concreta pratica per la soluzione del conflitto israeliano palestinese, come per la soluzione del conflitto ucraino-russo. Non hanno preso alcuna posizione propria, autonoma, vera».
Il filosofo denuncia l’incoerenza politica dei dem: “Non c’è coerenza tra dire sono per la Flotilla e per una soluzione di un certo tipo del conflitto israeliano-palestinese e nello stesso tempo appoggiare in Europa delle posizioni politiche e dei rappresentanti politici che non hanno fatto nulla in questo senso. E allora che senso ha?”.

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