Cairo, la funivia e l’area da 160mila metri quadrati: “Un retroporto naturale, possiamo aprirci al mondo”

  • Postato il 3 maggio 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Generico aprile 2025

Cairo Montenotte. Area di stoccaggio di 160mila metri quadrati, 1200 vagonetti (fermi) e 17 km di linea aerea (ancora e per ora) inutilizzati. Il primo viaggio risale al 1912 quando tramite l’impianto funiviario è stato trasportato il carbone diretto alle Officine Gas di Torino. Stiamo parlando della funivie che collega il porto di Savona all’area di Bragno, nel comune di Cairo Montenotte.

Come noto, l’impianto è fermo dalla fine novembre del 2019, quando la forte pioggia ha causato una frana che ha abbattuto due piloni e ora è atteso, dai lavoratori in primis, il ripristino dell’impianto per tornare a trasportare le rinfuse tramite la fune.

Nonostante lo stop, i 39 lavoratori rimasti – tra dimissioni volontarie e pensionamenti – (dopo due anni di cassa integrazione) continuano a lavorare nel sito occupandosi di manovre ferroviarie e trasporto delle locomotive (l’area si collega alla rete ferroviaria nazionale a San Giuseppe di Cairo) e dello stoccaggio delle rinfuse nel parco.

“Il grosso del lavoro viene svolto qui – racconta Mirco Massolo, affacciandosi dall’ufficio sui parchi -. Inoltre continuiamo a custodire la linea, ci sono squadre di persone che la tengono pulita e controllata affinché sia sempre in sicurezza. Entro l’estate toglieremo i vagonetti a Savona da Ciatti a San Rocco. Quest’area – osserva – è un retroporto naturale”.

Il subcommissario Paolo Ripamonti evidenzia: “Vogliamo provare a far rivivere l’infrastruttura, le persone che lavorano qui non devono avere paura di perdere il lavoro. Bisogna cambiare paradigma, qui ci può stare anche altro oltre al carbone. Il problema è mantenere il lavoro e implementarlo. Oggi possiamo cominciare ad aprirci al mondo, può diventare quello che serve a seconda della richiesta di mercato”.

La funivia Savona-Cairo
Il diario dei 'viaggi' della funivia

I cassonetti (dalla capacità di una tonnellata ciascuno) trasportavano fino a 5-6 mila tonnellate al giorno, oggi con i camion il volume giornaliero si ferma a 2000-2500 tonnellate.

Oggi viene stoccato prevalentemente carbone, ma nei decenni passati sono diverse le rinfuse trasportate: “Nella prima guerra mondiale – ricorda il direttore di esercizio Marco Bogliacino – sono state trasportate balle e latte di gasolio. Era nato per il carbone perché all’inizio dello scorso secolo era molto utilizzato, città come Milano e Torino lo usavano per l’illuminazione pubblica e la trazione delle locomotive. Savona aveva spazi molto sacrificati e da lì è nata l’idea degli ingegneri Carissimo e Crotti, è stata costruita nel 1912 e raddoppiata nel 1936 con la nascita della Cokeria”.

La funivia Savona-Cairo
Il progetto originario dei vagonetti

Si valuta anche il trasporto delle merci su treno, ma il costo è superiore a quello su gomma: “Ci stiamo attrezzando, ma i costi non sono comparabili. Bisogna cercare di trovare situazioni che possono aiutare gli imprenditori ad andare su ferro come ad esempio sfruttare il ferro bonus“.

Ora l’obiettivo è creare le condizioni per arrivare a una gara pubblica per l’affidamento della gestione dell’infrastruttura a un privato (oggi è in mano al Mit): “Nell’attesa – spiega Bogliacino – i dipendenti sono impiegati in lavori un po’ diversi da quelli assegnati inizialmente e sono stati formati per nuove mansioni. Qui abbiamo lo spazio per tante attività, anche come deposito di container, è una piattaforma logistica che può risultare interessante a più di un operatore economico”.

Il carbone nell’area di stoccaggio – spiega il direttore d’esercizio – “viene mantenuto in condizioni idonee ad abbattere le polveri, viene bagnato quotidianamente e in alcuni casi viene ‘laccato’ con una miscela di acqua e prodotto firmale che crea una sorta di ‘crosta’”.

La funivia Savona-Cairo
La raccolta di tutte le rinfuse trasportate nei decenni
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Il Vostro Giornale

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