Calabria, aree interne senza sanità

  • Postato il 27 dicembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Calabria, aree interne senza sanità

L’Associazione “Antigone-Siamo Tutti Serafino” ha promosso un dibattito pubblico sullo stato del sistema sanitario calabrese. Al centro del dibattito le aree interne senza servizi


A che punto è la sanità nell’entroterra della Sila a quasi un anno dalla tragica morte di Serafino Congi? E in Calabria? Se n’è parlato il 23 dicembre scorso a San Giovanni in Fiore. L’Associazione “Antigone-Siamo Tutti Serafino” ha promosso un dibattito pubblico sullo stato del sistema sanitario calabrese. Circa 250 i partecipanti, oltre 9mila invece le visualizzazioni sulla rete. Segno di una intensa partecipazione per un’occasione di confronto democratico. «La Sanità e i servizi sono un diritto sacrosanto, ma spesso, i cittadini, che dovrebbero rivendicarli, rimangono indifferenti o inermi – è stato affermato – il confronto vuole dare l’imprinting per un cambio di rotta. Essere partecipativi è un dovere civico da assolvere necessariamente, affinché la Calabria e le aree dismettano i panni di zone disagiate, dove diritti irrinunciabili sono negati. La gestione della res pubblica, non può divenire materia esclusiva di pochi eletti da un numero sempre più esiguo di elettori. La comunità deve esprimersi ed essere ascoltata».
Presenti Graziano di Natale, presidente del Comitato regionale per il diritto alla salute, esponente del Partito Democratico ed autore dei ricorsi sulla decadenza del sindaco e degli organi provinciali. Da remoto Saverio Ferrari, medico Suem e rappresentante sindacale Smi e Santo Gioffrè, scrittore ed ex commissario dell’Asp di Reggio Calabria. Ha moderato la giornalista Mariateresa Cortese, affiancata dalla fondatrice dell’Associazione, Caterina Perri, la vedova di Serafino Congi, morto per mancanza di un’autoambulanza medicalizzata dopo una lunga attesa al Pronto Soccorso di San Giovanni in Fiore e promotrice di diverse iniziative per sensibilizzare la politica locale e regionale verso le aree interne.
Caterina Perri più volte ha lanciato l’appello alle autorità sanitarie, affinché venga resa nota l’indagine interna sulla morte del marito avviata dall’Asp dopo il fatto e mai condivisa con la famiglia dell’uomo. Non solo, durante l’incontro sono stati elencati i nomi di chi, nel corso di questo 2025, ha perso la vita in attesa dei soccorsi o a causa di ambulanze senza medico.
«A questo punto – ha concluso- chi abita nelle aree interne, come la nostra è a rischio di morire per mancanza di sanità». Infine è stato condiviso anche l’appello a partecipare in massa alla manifestazione del 4 gennaio prossimo ad un anno della scomparsa di Serafino Congi.
Non da meno chi è intervento da remoto, come il medico del 118, Saverio Ferrari, che ha sollecitato ad attivare ospedali di zona e la sanità del territorio «altrimenti succede (come sta succedendo) che la gente si rivolge ai Pronto Soccorso anche per un semplice malore, intasando in questo modo le strutture, impedendo a chi ne ha bisogno».
Poi Santo Gioffrè che ha definito l’attuale stato della sanità calabrese «una macelleria sociale» sia perché sono stati chiusi 18 ospedali, danneggiando la sanità pubblica a favore della privata sia perché l’accordo che è stato siglato con l’Emilia Romagna non è altro che un flop, facendo crollare in modo verticale la sanità nella Regione Calabria».
A parte, poi, gli interventi dei due consiglieri di opposizione, Barile che non ha fatto altro che attaccare su tutti i fronti l’amministrazione comunale e l’ex sindaca Succurro e del capogruppo del Pd in seno al consiglio comunale, Domenico Lacava, che ha analizzato gli effetti di mancanza di sanità nel più grosso centro della Sila, invitando tutti ad indossare la stessa casacca per quanto riguarda la salute a San Giovanni in Fiore.

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