«Calabria mia», ma il post di Tridico non è ancora un sì
- Postato il 19 agosto 2025
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Il Quotidiano del Sud
«Calabria mia», ma il post di Tridico non è ancora un sì
IN ATTESA di sentire da Tridico il tanto agognato sì, al centrosinistra in Calabria non resta che interpretarne i segnali. Come il post pubblicato la scorsa sera su Facebook, che lo ritraeva tra i commensali di una lunga tavolata, al termine di una classica cena estiva. Ad accompagnare lo scatto poche – suggestive, per gli esegeti – parole: Calabria mia, terra mia. Cosa avrà voluto dire? Dirigenti e militanti del centrosinistra si interrogano, prevale una interpretazione ottimistica: sta per dire sì. Ma forse, più semplicemente, Tridico avrà solo voluto condividere un momento conviviale.
Del resto, a chi, al tavolo, gli ha chiesto se si candida o no alla guida della coalizione di centrosinistra ha risposto che lui la disponibilità non l’ha mai data.

La fase di riflessione, insomma, continua. Neanche quella di ieri è stata la giornata decisiva per il centrosinistra. I colloqui continuano, a livello romano, ma è tutto in standby finché Tridico non scioglierà la riserva. «Ogni giorno che passa è un mese di campagna elettorale perso» sbuffa un dirigente dem. C’è una nuova dead line ora ed è il 20 agosto. Entro quella data la coalizione confida di poter annunciare il candidato. Andare oltre, del resto, appare improponibile con la scadenza del 5 e 6 settembre dietro l’angolo, per la consegna delle liste. Una parte della coalizione confida nel fatto che alla fine Tridico accetterà la candidatura in Calabria, perché non può credere che una fase di riflessione così protratta si chiuda con un no. Quello «stiamo valutando» detto a Ferragosto viene considerato uno spiraglio. Cosa stia aspettando, però, non è chiaro. Rassicurazioni, forse, sulle liste e anche sulla possibilità di restare a Strasburgo in caso di sconfitta, non optando per il seggio di consigliere (e leader) dell’opposizione. Oppure – altra ipotesi che prende sempre più quota – non è tanto lui a essere indeciso, quanto Conte a frenare e mantenere lo stallo, con la Campania ancora in bilico per Fico.
Cosa possa cambiare, però, entro il 20 non è chiaro neanche qui, visto che la Campania va alle urne a novembre e il Pd per risolvere i suoi conflitti interni con l’ala De Luca può prendersi un altro po’ di tempo. In ogni caso il Movimento sembra scontare, in questa circostanza, l’assenza di una reale struttura di partito.
Il centrosinistra in Calabria ci ha abituato a gestazioni lunghe delle candidature, ma quello a cui stiamo assistendo appare un unicum: se Tridico dovesse farsi da parte, a quel punto la trattativa prenderebbe tutt’altra direzione. Il Pd calabrese rivendicherà la candidatura, mettendo sul piatto il nome del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà (ma Roma potrebbe chiedere in prima battuta proprio al segretario calabrese Nicola Irto). Una volata a Falcomatà sembrerebbe averla tirata ieri il leader di Italia Viva Matteo Renzi. «Io amo i sindaci da sempre: anche in Calabria, se candidassimo il sindaco giusto vinceremmo a mani basse» ha detto ieri, intervistato dal Corriere della Sera. E via di speculazioni. La strada più semplice porta proprio a Falcomatà, che con Renzi ha condiviso una parte di percorso politico, quando l’ex sindaco di Firenze era nel Pd. E i rapporti tra i due, consolidati anche da contatti e relazioni comuni, si sarebbero mantenuti buoni.
Ma c’è chi ha pensato anche all’altro sindaco in corsa, il primo cittadino di Corigliano Rossano Flavio Stasi. La sua candidatura è sostenuta da Avs, ma Italia Viva – a sentire almeno Fernando Pignataro e i contenuti di quel famoso audio – non la disdegnerebbe.
Il Quotidiano del Sud.
«Calabria mia», ma il post di Tridico non è ancora un sì