Calabria storia e turismo, il tempio di Hera Lacinia a Capo Colonna
- Postato il 4 agosto 2025
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Il Quotidiano del Sud
Calabria storia e turismo, il tempio di Hera Lacinia a Capo Colonna
LE VESTIGIA della Magna Grecia sulla costa crotonese rappresentano un lascito archeologico di eccezionale importanza, luoghi affascinanti che testimoniano un passato lontano e glorioso: del tempio di Hera Lacinia a Capo Colonna, a causa dell’usura del tempo e delle azioni degli uomini, resta oggi ben visibile una sola colonna. Un’imperfezione che è divenuta iconica e costituisce uno dei simboli identitari per eccellenza della regione.
Il Parco, a dieci chilometri da Crotone, si estende per circa 50 ettari, occupando la punta più orientale del promontorio di Capo Colonna, noto nell’antichità come “Lakinion akron”. L’antico luogo di culto per la dea Hera Lacinia di fondazione greca comprende oggi l’area archeologica, circoscritta dalle mura di età romana, una zona boschiva e a macchia mediterranea, simbolo del bosco sacro alla dea, e la zona del Museo.
Secondo quanto descritto dalla direzione regionale dei musei della Calabria, nell’area archeologica si trovano i resti dell’Heraion, santuario extraurbano della colonia achea di Kroton, ancora attivo in età romana. Luogo di culto molto venerato, noto anche per essere stato frequentato da Pitagora che, secondo la tradizione, qui avrebbe tenuto gli incontri col ramo femminile della sua scuola, nel V secolo a.C. divenne probabilmente sede della Lega Italiota, confederazione a carattere politico e militare che riuniva tutti i Greci d’Occidente. Il tempio di Capo Colonna rappresentava un riferimento essenziale per la navigazione e un rifugio sicuro, di cui la sovrana degli dei si faceva garante. Hera proteggeva anche la natura e in particolare i bovini, che pascolavano liberamente all’interno del bosco a lei consacrato. Il più importante edificio del santuario è il grande tempio dorico di Hera Lacinia (tempio A), eretto presso il ciglio della falesia. Edificato intorno al 480-470 a.C., se ne conservano tracce delle fosse di fondazione e parte dello stilobate orientale con un’unica colonna superstite, divenuta emblema del Parco e del promontorio.
Nell’area sacra sono presenti i resti di un più antico luogo di culto arcaico (edificio B), da cui provengono i preziosi oggetti votivi del cosiddetto Tesoro di Hera, conservati in parte nel Museo archeologico nazionale di Crotone. Realizzato all’inizio del VI secolo a.C, esso divenne, all’atto della fondazione del tempio A, un thesauròs (piccolo edificio per custodire le offerte). Nelle aree circostanti al tempio si trovano i resti dell’edificio K, albergo per ospiti di riguardo, e dell’edificio H, utilizzato per i banchetti, databili al IV secolo a.C.
Nella parte settentrionale dell’area archeologica sono presenti parti di un insediamento di epoca romana, identificato con la colonia di Croto, dedotta nel 194 a.C., e numerosi altri fabbricati, tra cui tre ville baronali settecentesche, una piccola chiesa intitolata alla Madonna di Capo Colonna, con un ampio sagrato, su cui si affaccia la Torre Nao, fortificazione del XVI secolo. Il Museo archeologico, inaugurato nel 2006, propone un percorso espositivo in tre sezioni, all’interno di ampie sale open space. La prima sezione è dedicata all’abitato romano e propone una selezione delle principali classi ceramiche e alcuni oggetti di uso comune. La seconda sezione accoglie i rinvenimenti effettuati nell’area del santuario e la ricostruzione di uno spaccato della copertura marmorea del tetto del tempio A. Nella terza sezione sono esposti reperti provenienti dai fondali della costa crotonese; di particolare interesse il carico di marmi di età romana del relitto di Punta Scifo.
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