Camera Penale di Vibo, oggi si vota per eleggere il presidente

  • Postato il 25 luglio 2025
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Camera Penale di Vibo, oggi si vota per eleggere il presidente

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Gli avvocati del Foro di Vibo al voto per eleggere il nuovo presidente e del direttivo della Camera Penale che succederà a Pino Aloi, il quale traccia un bilancio di sei anni di attività


VIBO VALENTIA – Si avvicina un momento cruciale per l’avvocatura penale vibonese: oggi, 25 luglio 2025, si vota per il rinnovo delle cariche della Camera Penale “Francesco Casuscelli” di Vibo, un appuntamento che segna la conclusione di un ciclo lungo sei anni guidato dal presidente uscente Pino Aloi, in carica dal 2019. Due i candidati alla successione: Giuseppe Bagnato e Diego Brancia, mentre il nuovo direttivo vede un equilibrio tra continuità e rinnovamento, con Giosuè Monardo e Stefania Rombolà – rispettivamente segretario e tesoriere dell’attuale consiglio – affiancati dai nuovi nomi Bruno Vallelunga e Raffaele Manduca.
La convocazione dell’assemblea elettiva è prevista in prima battuta per oggi, mentre la seconda convocazione è fissata per il 30 luglio, sempre presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati.

IL BILANCIO DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA PENALE DI VIBO

Nel congedarsi dalla carica, Pino Aloi ha voluto tracciare un bilancio delle attività svolte durante i due mandati. Il punto di partenza è stato difficile: «La Camera Penale si era sfilacciata, aveva perso coesione e slancio. Il primo obiettivo che mi sono dato è stato quello di ricostruire una comunità di penalisti, unita e attiva, e penso che su questo fronte si siano raggiunti buoni risultati, anche grazie a momenti di socializzazione oltre che di formazione professionale».

Pino Aloi

Il mandato di Aloi ha coinciso con un periodo particolarmente complesso per la giustizia vibonese: pochi mesi dopo la sua elezione, nel dicembre 2019, è esplosa l’operazione Rinascita-Scott, che ha portato alla ribalta nazionale il tribunale di Vibo Valentia.

In questo contesto, Aloi sottolinea come sia stato fondamentale il rapporto instaurato con i vertici istituzionali: «L’arrivo del procuratore Camillo Falvo è stato una delle cose più positive. Il dialogo è sempre stato aperto, anche franco, ma rispettoso. È una figura dotata di grande umanità e senso dello Stato». Relazioni costruttive anche con i presidenti del Tribunale che si sono succeduti negli anni e con l’Ordine degli Avvocati, a conferma di un approccio inclusivo e collaborativo.

PINO ALOI: “LA CAMERA PENALE DI VIBO AL CENTRO DEL DIBATTITO REGIONALE”

La Camera Penale di Vibo Valentia si è distinta anche sul fronte della politica giudiziaria, affrontando le ricadute dei maxiprocessi, come Rinascita-Scott e Maestrale-Carthago. «Abbiamo denunciato più volte le criticità strutturali e logistiche, come la delocalizzazione delle udienze in sedi lontane – da Roma a Catania, da Catanzaro a Lamezia – che ha messo a dura prova l’organizzazione del lavoro degli avvocati, senza dimenticare il divieto di parcheggio nei pressi dell’aula bunker di Lamezia, un provvedimento tuttora inspiegato», afferma Aloi.
Non sono mancate le battaglie: la Camera Penale vibonese ha portato il tema dei maxiprocessi all’attenzione delle Camere Penali calabresi, ottenendo una mobilitazione regionale unitaria che ha prodotto anche astensioni dalle udienze in segno di protesta.

FORMAZIONE E PRESENZA SUL TERRITORIO

Superata la fase dell’emergenza Covid, la Camera Penale ha ripreso a pieno regime l’organizzazione di eventi formativi, ospitando illustri relatori come il prof. Nico D’Ascola, l’avv. Francesco Petrelli, l’avv. Gian Domenico Caiazza, e promuovendo iniziative su temi di grande rilievo, come il “Caso Tortora”: «Abbiamo sempre messo al centro della nostra attività il cittadino, sia esso imputato, indagato, persona offesa o parte civile», spiega Aloi. «La formazione è stata costante e qualificata, anche per affrontare le novità normative come la riforma Cartabia».

ANCORA IN ATTESA DI UNA SEDE PROPRIA

Un solo rammarico: la sede Tra i pochi obiettivi non raggiunti, Aloi indica con dispiacere l’assenza di una sede autonoma per la Camera Penale: «È l’unico vero rammarico. Siamo ancora ospiti. Mi sarebbe piaciuto organizzare un evento nazionale a Vibo, come l’inaugurazione dell’anno giudiziario delle Camere Penali o un congresso, ma serve una struttura capace di ospitare 700 persone. Oggi, in questa provincia, non ce n’è una. Sarebbe stata anche un’occasione per dare un’immagine diversa del nostro territorio, che non è solo segnato dalla criminalità, ma è anche capace di accogliere, confrontarsi, crescere».

IL FUTURO DELLA CAMERA PENALE DI VIBO

Sebbene lasci la presidenza, Aloi non abbandona l’impegno per l’avvocatura: continuerà a lavorare all’interno dell’Osservatorio 231 a livello nazionale e resta a disposizione della Camera Penale di Vibo Valentia. «Sono fiero del percorso fatto. Ci ho creduto in questi anni e ci credo ancora. Lascio una Camera viva, con una comunità consapevole e partecipe. Il voto di venerdì sarà un ulteriore segno di questo fermento».
Il testimone ora passa a una nuova generazione, ma il solco tracciato da Pino Aloi resta profondo e ben visibile.

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