Capri contro l’overtourism, il piano per tutelare i Faraglioni e recuperare l’identità perduta

  • Postato il 9 giugno 2025
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  • Di SiViaggia.it
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Capri, l’isola campana simbolo della bellezza mediterranea, è pronta a voltare pagina. Dopo anni di flussi turistici sempre più intensi e incontrollati, l’amministrazione locale ha deciso di intervenire in maniera decisa per proteggere il suo patrimonio naturale più prezioso: i celebri Faraglioni. Dal 2026 Capri potrebbe essere inserita tra le zone marine protette – 52 aree protette già esistenti – con regole severe pensate per ridurre l’impatto del turismo di massa.

Questa intesa storica è il frutto di un tavolo tecnico tra l’amministrazione e il Ministero dell’Ambiente, con l’obiettivo di limitare l’accesso all’area solo a chi la visita in modo sostenibile: a nuoto o con imbarcazioni a remi. Si tratta di un cambio di rotta che potrebbe trasformare radicalmente l’approccio al turismo sull’isola, aprendo la strada a un modello più rispettoso dell’ambiente e della comunità locale.

Faraglioni di Capri: un simbolo sotto assedio

I Faraglioni non sono solo un’attrazione naturale: sono un’icona internazionale dell’Italia. Milioni di turisti ogni anno scelgono di visitarli, spesso a bordo di motoscafi o yacht, creando un vero e proprio assalto marittimo che mette a rischio l’ecosistema marino circostante. I famosi inchini delle imbarcazioni davanti ai Faraglioni, diventati popolari anche sulle piattaforme social, hanno contribuito a trasformare questo luogo sacro in uno spettacolo negativo opera del turismo aggressivo.

La bellezza incontaminata che ha reso i Faraglioni un simbolo nel mondo sta cedendo il passo a un deterioramento ambientale sempre più evidente. Rumore, onde artificiali, scarichi e presenza massiccia di natanti stanno intaccando l’equilibrio di un’area che merita tutela e rispetto. L’atteso intervento del 2026 arriverebbe dunque come una risposta urgente a una minaccia ormai impossibile da ignorare.

Overtourism a Capri: un fenomeno fuori controllo

Negli ultimi anni, Capri ha sperimentato una forma estrema di overtourism, con picchi di presenze che superano la capacità di accoglienza dell’isola. In alta stagione, le stradine del centro, i porti e le spiagge vengono letteralmente presi d’assalto, provocando disagi sia ai residenti che ai visitatori stessi. Questo tipo di turismo, veloce, superficiale e molto impattante, mette in crisi non solo l’ambiente, ma anche l’identità culturale e sociale del meraviglioso luogo.

isola di capri
Fonte: iStock
La fantastica isola di Capri

Il turismo di massa genera sicuramente alti ricavi nell’immediato, ma a lungo termine rischia di compromettere le risorse naturali e il fascino di questa isola. L’impronta ecologica lasciata da centinaia di imbarcazioni ogni giorno è enorme, così come lo stress che ricade su servizi pubblici, ristorazione e trasporti. L’iniziativa di rendere i Faraglioni una zona protetta si inserisce in un piano più ampio per riequilibrare il rapporto tra turismo e territorio.

Dal 2026 i Faraglioni saranno una zona marina protetta

Il 2026 potrà rappresentare l’anno della svolta per Capri. Grazie innanzitutto a una modifica della legge 979 del 1982, che regola le riserve marine. Si potrebbe così creare il “parco marino protetto isola di Capri” rendendo ufficialmente Capri riconosciuta come area marina protetta. Questo cambiamento permetterebbe l’applicazione di regolamenti rigorosi, il controllo dell’accesso e la possibilità di ricevere fondi dedicati per la tutela e la gestione sostenibile della zona.

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Fonte: iStock
I Faraglioni di Capri

Le nuove disposizioni limiteranno l’accesso ai Faraglioni solo a nuotatori e a piccole imbarcazioni non motorizzate, come canoe e barche a remi. Una misura che vuole restituire dignità e silenzio a uno dei paesaggi più spettacolari del Mediterraneo, mettendo fine a decenni di sfruttamento turistico. La speranza è anche che questa iniziativa faccia da guida, incoraggiando altre località italiane a seguirne l’esempio.

Un turismo più lento e sostenibile

L’obiettivo dell’amministrazione di Capri è molto chiaro: favorire un turismo di qualità, meno impattante, più rispettoso dei ritmi dell’isola e del suo ecosistema. L’introduzione dell’area protetta non sarebbe assolutamente un freno al turismo, ma un invito a cambiare prospettiva, a scoprire Capri in modo autentico e soprattutto consapevole. Un turismo più lento significa esperienze più profonde, un impatto ambientale ridotto e benefici più duraturi anche per l’economia locale.

Come affermato da Lorenzo Coppola, presidente di Federalberghi Isola di Capri, il punto cruciale sarà trovare un equilibrio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica. L’isola non può rinunciare al turismo, ma deve imparare a gestirlo in un altro modo, più responsabilmente. La creazione di un parco marino protetto rappresenta una straordinaria opportunità per costruire un nuovo modello di sviluppo, in cui la tutela del paesaggio diventa parte integrante dell’offerta turistica.

La scelta di Capri di blindare i Faraglioni al turismo di massa è sicuramente un gesto di coraggio e lungimiranza. In un momento storico in cui molte destinazioni soffrono a causa dell’eccesso di visitatori, l’isola campana sceglie la via della tutela e della sostenibilità. Il 2026 potrebbe quindi segnare non solo una svolta normativa, ma anche una nuova visione del turismo, più rispettosa e orientata al lungo termine. I Faraglioni potrebbero tornare così a essere ciò che erano: un luogo sacro, silenzioso, immerso nella natura.

Autore
SiViaggia.it

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