“Cara Meloni, perché la tua assessora non finanzia il film sui poliziotti uccisi dalla mafia?”: la lettera del regista
- Postato il 28 luglio 2025
- Mafie
- Di Il Fatto Quotidiano
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“La lotta alla mafia non è (o non dovrebbe essere) né di destra, né di sinistra, ma un dovere morale di tutti: politici, intellettuali e semplici cittadini. Allora perché un assessore della Regione Sicilia, a Lei vicina, ha negato il finanziamento al film sui giovani poliziotti barbaramente assassinati dalla mafia?”. A porre la domanda è Pasquale Scimeca in una lettera in cui si rivolge direttamente alla presidente del consiglio, Giorgia Meloni. L’ultimo film del regista siciliano – Il ragazzo che amava i cavalli – non è infatti stato ammesso al finanziamento dalla Film commission siciliana, lo scorso 2 luglio.
Il regista sceglie il giorno in cui si ricorda l’uccisione, 40 anni fa, del commissario Beppe Montana, capo della sezione Catturandi della Squadra mobile di Palermo, per rivolgersi alla premier. L’assessora a “lei vicina”, a cui fa riferimento Scimeca è Elvira Amata, anche lei di Fdi e alla guida dell’assessorato al Turismo, che ha stanziato i finanziamenti per film e serie tv. Amata è indagata per corruzione in un’inchiesta della procura di Palermo. Secondo le ipotesi d’accusa l’assessora avrebbe ottenuto l’assunzione del nipote in cambio di finanziamenti per alcuni eventi.
Dopo il niet al film su Biagio Conte, anche questo bocciato dalla Film commission, ora fa discutere anche il rifiuto per il finanziamento al film sui poliziotti uccisi da Cosa Nostra negli anni ’80: Lillo Zucchetto, Beppe Montana, Ninni Cassarà, Roberto Antiochia e Natale Mondo: “Non erano dei pericolosi estremisti, ma fedeli servitori dello Stato, morti ammazzati mentre facevano il loro dovere”, ha scritto Scimeca, autore in passato di pellicole premiate come Rosso Malpelo e Placido Rizzotto. Il rifiuto è arrivato dalla Film commission siciliana che ha stilato una graduatoria in cui il film di Scimeca risulta non ammissibile a finanziamento per un punteggio sotto la soglia minima che riguarda la solidità finanziaria della produzione (il minimo era 15, il film ha totalizzato per questa voce soltanto un punteggio sotto la soglia minima, arrivando a 14,6).
Sono quasi 4 milioni di euro quelli stanziati dalla Film commission siciliana per le produzioni che hanno partecipato al bando lanciato nel 2024. Tra queste anche la Palomar che ottiene 729 mila euro per la seconda stagione di Vanina, un vicequestore a Catania. Nella prima stagione, però, alla serie aveva partecipato l’attrice Verdiana Barbagallo, poi nominata tra gli esperti scelti per redigere la lista delle produzioni da finanziare, come ha denunciato Scimeca. A presiedere questa sorta di commissione è Nicola Tarantino, dirigente della Regione Siciliana, anche lui intercettato dalla Guardia di Finanza di Palermo nell’indagine che ha coinvolto l’assessora.
Dopo il caso Cannes, l’ultima indagine per corruzione della procura di Palermo, guidata da Maurizio De Lucia, ha alzato un gran polverone su come siano stati distribuiti i finanziamenti dell’assessorato al Turismo e della presidenza dell’Assemblea regionale, entrambe guidate da due meloniani. “Perché (e a chi) fanno ancora così tanta paura questi giovani poliziotti dai ‘passi perduti’, questi figli di un dio minore che indagavano coi piedi nel fango, che cercavano i latitanti tra i vicoli e le borgate mafiose? Eppure, è grazie a loro se è rimasta viva la speranza dei ‘siciliani onesti‘ in quegli anni bui. È grazie a loro se Paolo Borsellino e Giovanni Falcone hanno potuto istruire quel Maxiprocesso che ha rappresentato la prima vittoria dello Stato contro la mafia”, ha ricordato il regista palermitano nella lettera rivolta a Meloni. “Per chi ha la memoria corta, o per chi di memoria non ne ha per niente, forse vale la pena di ricordare che il 28 luglio di 40 anni fa, veniva assassinato il giovane commissario di polizia Beppe Montana”, sottolinea Scimeca proprio nel giorno dell’anniversario della sua morte. “Signora Presidente del consiglio, perché non volete che la vita di questi giovani poliziotti, di Lillo Zuccheto, di Beppe Montana, di Ninni Cassarà, di Roberto Antiochia e di Natale Mondo, vengano fatte rivivere in un film? Perché non volete che i ragazzi di oggi possano conoscere e identificarsi nei loro valori di coraggio, giustizia e amore per le divise che indossavano con onore? Quanto valgono per le Istituzioni che Lei rappresenta le loro vite? Non faccia finta di niente, mi risponda per favore!”, conclude il regista.
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