Carcere di Catanzaro, la denuncia dei detenuti: morti «sospette» e medici assenti
- Postato il 23 ottobre 2025
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Carcere di Catanzaro, la denuncia dei detenuti: morti «sospette» e medici assenti

In una lettera denuncia dei detenuti i racconto di quello che non c’è all’interno delle mura del carcere di Catanzaro. Dai medici assenti ai farmaci consegnati in ritardo. Segnalate anche presunte morti sospette.
CATANZARO – Il diritto alla salute è negato anche tra le mura del carcere di Catanzaro. Tra farmaci prescritti e consegnati in ritardo, visite impossibili o con tempi dilatati, disabili riuniti in celle comuni inidonee e, anche, il sospetto della mancata assistenza su sei detenuti morti nel giro di pochi mesi per arresto cardiaco. È una denuncia fiume quella dei detenuti della casa circondariale Ugo Caridi di Catanzaro. Un documento firmato da centinaia di persone che di fatto chiede in primo luogo le dimissioni del dirigente sanitario e della sua vice. La lettera è stata inoltrata praticamente a qualsiasi “livello istituzionale”.
Dalla Corte europea dei diritti dell’uomo al presidente Mattarella, passando poi per la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, i ministri Nordio e Schillaci, il presidente Occhiuto, i garanti nazionali e regionali dei detenuti, i vertici dell’Asp di Catanzaro, il direttore della casa circondariale Patrizia Delfino, i direttori di dipartimento e provveditorato dell’amministrazione penitenziaria calabrese, il procuratore Salvatore Curcio, Tribunale di sorveglianza e Prefettura.
NELLA DENUNCIA DEI DETENUTI DEL CARCERE DI CATANZARO SI PARLA ANCHE DI DECESSI SOSPETTI
Nella lettera si fanno nomi e cognomi di sei persone, tutti deceduti in carcere tra luglio 2024 e gennaio 2025. Si parla di A. P. «di circa 45 anni, sulla quale la famiglia ha già sporto denuncia e sono in corso delle indagini», F.D. «di circa 57 anni detenuto di origine albanese a cui mancavano pochissimi giorni alla scarcerazione». I.C.C. «di 42 anni che fino a qualche giorno prima era abilitato al lavoro esterno presso la sezione articolo 21 del penitenziario». D. F. «di 37 anni deceduto il giorno stesso del suo ingresso nel penitenziario». I.D.L. «di soli 28 anni deceduto nella cella d’isolamento, sul caso la madre ha sporto denuncia in quanto ci sono pochi punti chiari sulla vicenda» e A.P. «di circa 47 anni».
Per i firmatari questo è il risultato di uno stato di grave negligenza. «Che si muoia per arresto cardiaco non è certo una novità – scrivono – o di sicuro non è il primo caso a livello carcerario» ma è necessario «capire come sia possibile che in un così breve periodo (circa sei mesi) siano morte delle persone comunque giovani e in circostanze sospette? È stata data loro l’assistenza preventiva necessaria e i tempestivi soccorsi alla manifestazione del malore?».
EMERGENZE SENZA MEDICI E IL PROBLEMA DELLE VISITE
Le visite mediche, appunto. Quelle su richiesta dei detenuti sono state ridotte «a una volta la settimana», ma i medici spesso non ci sono. Il risultato è lo slittamento dei tempi di attesa per una visita anche di un mese anche per prescrizioni di farmaci generici come «una semplice Tachipirina».
In situazioni di emergenza le cose sono ancora più complesse. Spesso il medico per arrivare ci impiega oltre un’ora o, in alcuni casi, non si presenta del tutto. «Nonostante sulla carta risulti un centro clinico H24 – denunciano i detenuti – durante l’orario notturno che va dalle 20 alle 08 del mattino, non sono presenti medici all’interno della struttura e dunque gli infermieri sono costretti ad intervenire come possono o a rimanere in attesa dell’arrivo della guardia medica di turno, con la tempistica ormai constatata che si aggira dai 45 minuti all’oltre l’ora».
NELLA DENUNCIA DEI DETENUTI DEL CARCERE DI CATANZARO VINGONO EVIDENZIATE SIA IL PROBLEMA DELLE VISITE MEDICHE ESTERNE E I FARMACI CHE MANCANO
Non va meglio con le visite esterne, quelle che i detenuti possono fare all’infuori delle mura. In questo caso si inizia dalla «poca accortezza» nella preparazione delle visite: «puntualmente – scrivono – mancano gli esami preliminari per prestazioni specifiche» come una Tac, per esempio. E in caso di prescrizioni del medico, le cure «non vengono puntualmente eseguite o correttamente somministrate».
L’altro paradosso è quello dei farmaci. Anche qui le debolezze strutturali del sistema sanitario calabrese si riverberano moltiplicate all’interno del carcere. Tutti i farmaci, anche quelli da banco, «vengono distribuiti solo ed esclusivamente tramite prescrizione medica». Visti i ritardi «è impossibile ricevere il farmaco per tempo; nonostante le prescrizioni mediche, vengono poi comunque consegnati con un ritardo di 3-4 giorni dalla data reale di prescrizione».
L’ASSISTENZA SANITARIA NEGATA
Nella lettera si fa riferimento alla sostituzione della figura dei piantoni con gli Oss dell’Asp di Catanzaro. Fino a poco tempo fa erano gli stessi detenuti a svolgere il ruolo di assistente alla persona, oggi invece l’istituto conta «la presenza di sole 3-4 unità giornaliere su un istituto che conta oltre seicento detenuti, creando così un ulteriore carenza di figure necessarie nei confronti degli infermi». Al momento, quindi, chi ha patologie gravi o bisogno di assistenza viene inserito «in camere detentive generiche» assieme a tutti gli altri detenuti. «Gli infermi sprovvisti dunque di assistenza alla persona sono costretti ad uno status di sofferenza e aggravamento aggiuntivo che vanno contro i principi della nostra stessa Costituzione». L’unica area dedicata agli infermi dispone solo di undici posti, quindi è «sempre piena».
IL REPARTO CLINICO SENZA L’ACQUA CALDA
Il reparto clinico che, fanno sapere nella lettera, si trova in una vecchia ala del carcere che avrebbe bisogno di interventi massicci, non ha neanche l’acqua calda. L’elenco sembra roba di altri tempi (e nazioni): «Mancanza di acqua calda nelle camere di pernottamento, camere di pernottamento di metratura ridotta non idonee a disabili, infissi non resistenti agli agenti atmosferici, docce comuni a orari e senza passerella disabili, un unico lavandino interno alle camere per tutte le necessità». Il risultato è che chi ha problemi seri non riesce ad usufruire neanche dell’ora d’aria perché incapaci di spostarli. Tutta la giornata, dunque, si resta in cella.
NELLA DENUNCIA L’ACCUSA AI DIRIGENTI DEI DETENUTI DEL CARCERE DI CATANZARO
Dimissioni di responsabili sanitari dell’Asp e intervento per ripristinare il minimo indispensabile. La denuncia dei detenuti arriva dopo due anni di situazioni fuori limite. Secondo la lettera i responsabili «sono colpevoli della mancata emissione di atti necessari alle diverse richieste in diritto dei detenuti, ovvero: compilazione dei certificati telematici per le richieste pensionistiche, documentazione necessaria al rinnovo patente, relazioni sanitarie richieste dall’autorità giudiziaria, nonché nell’interfacciarsi con gli avvocati dei singoli detenuti anche semplicemente tramite e-mail, le quali non hanno mai risposta.
I medesimi dirigenti sono evasivi nel concedere colloqui orali ai detenuti, che nonostante le innumerevoli richieste tramite domandina, non riescono ad effettuare un colloquio orale con loro e quindi non possono esporre i propri problemi, che rimangono comunque perennemente irrisolti. Quando viene chiesto ai sopraintendenti di Polizia Penitenziaria come mai abbiano questo atteggiamento le risposte sono sempre le stesse: “Non c’è mai”, “Non effettua colloqui”, “E’ già stato riferito a breve vi chiamerà”; situazione che da oltre due anni e mezzo si protrae, data del loro insediamento».
LE CARENZE
Un altro aspetto della denuncia è quello strutturale, di fatto “specchio” della sanità pubblica calabrese a tutti i livelli. «Ogni qualvolta che viene presentata una richiesta di differimento pena per gravi infermità, dove è necessario che venga redatta una relazione sanitaria ai fini della valutazione da parte dell’autorità giudiziaria, il direttore sanitario millanta sempre la gestibilità e la compatibilità inframuraria, prendendosi così la responsabilità su pazienti con problemi cardiaci, oncologici, di super obesità, paraplegici e disabilità in generale; mancano comunque all’interno del centro clinico le strutture e gli strumenti per la gestibilità interna delle predette patologie, che di conseguenza vengono aggravate».
Il Quotidiano del Sud.
Carcere di Catanzaro, la denuncia dei detenuti: morti «sospette» e medici assenti