Casella (AVS): “Turismo del vino e dell’olio, riforma necessaria per aiutare gli agricoltori liguri”

  • Postato il 11 luglio 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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jan casella

Liguria. “Il turismo del vino e dell’olio è una grande risorsa per l’economia ligure e può crescere ancora. Siamo molto soddisfatti della disponibilità della Regione a modificare la normativa attuale, per consentire anche alle aziende non agrituristiche di svolgere attività di enoturismo e oleoturismo. Con la nostra interrogazione, chiedevamo proprio di recepire le richieste di viticoltori e olivicoltori che intendono affiancare l’attività turistica a quella agricola”. Jan Casella, consigliere regionale di AVS, esprime soddisfazione per la risposta positiva ottenuta dalla sua interrogazione sulla disciplina delle attività enoturistiche e oleoturistiche.

“La nostra interrogazione nasceva dal confronto con gli operatori economici e aveva come obiettivo lo sviluppo sostenibile di attività fondamentali per la crescita economica del nostro territorio, come turismo, olivicoltura e viticoltura, soprattutto nell’entroterra. Le visite a cantine, frantoi, uliveti, vigneti, organizzate dai produttori e accompagnate a degustazioni gastronomiche, rappresentano un punto di forza per il nostro territorio. Incentivarle significa aiutare le imprese che lottano quotidianamente per la difesa del suolo, soprattutto nell’entroterra”, sottolinea Jan Casella.

“Il vicepresidente regionale Alessandro Piana ha ammesso la necessità di cambiare la normativa attuale e di introdurre regole specifiche per l’enoturismo e l’oleoturismo, per favorire l’espansione di questi settori e in particolare le produzioni DOP. Ringraziamo la Regione per avere compreso le ragioni delle categorie produttive. Abbiamo chiesto all’amministrazione regionale di agire in tempi rapidi e di confrontarsi con aziende, consorzi e associazioni di categoria per recepire le loro necessità”, dichiara Jan Casella.

A seguire il testo completo dell’interrogazione.

PREMESSO CHE
La Legge 27 dicembre 2017, n. 205, articolo 1, commi da 502 a 505, ha disciplinato le attività enoturistiche e oleoturistiche delle imprese agricole ai sensi dell’articolo 2135 del Codice Civile, stabilendo linee guida e parametri qualitativi minimi per la valorizzazione delle filiere agroalimentari;
Il Decreto Ministeriale n. 2779 del 2019, con i relativi Allegati I e II, ha definito i requisiti igienico-sanitari, di sicurezza e le caratteristiche strutturali e organizzative delle aziende vitivinicole e olivicole abilitate all’esercizio delle attività enoturistiche e oleoturistiche, senza prevedere vincoli di subordinazione al regime agrituristico;
La Deliberazione della Giunta Regionale n. 59 del 31 gennaio 2020, pur richiamando le disposizioni del Decreto Ministeriale n. 2779/2019, ha subordinato l’avvio delle attività enoturistiche e oleoturistiche all’iscrizione nell’Albo regionale degli operatori agrituristici e al possesso della Segnalazione Certificata di Inizio Attività agrituristica;

CONSIDERATO CHE
Tale disciplina regionale non trova corrispondenza nelle disposizioni del decreto ministeriale di riferimento e risulta in contrasto con la nozione giuridica di “attività agricola connessa” e con i requisiti stabiliti dal Decreto Ministeriale n. 2779/2019;
La normativa ligure diverge dai modelli adottati da altre amministrazioni regionali, come la Regione Toscana che con la Legge Regionale n. 15 del 2022, articolo 12, consente alle aziende vitivinicole e olivicole certificate di esercitare autonomamente le attività enoturistiche e oleoturistiche senza autorizzazione agrituristica;
Una disciplina regionale maggiormente inclusiva e conforme ai principi dell’ordinamento statale potrebbe rafforzare la competitività delle imprese del settore e promuovere lo sviluppo turistico delle aree rurali, garantendo contestualmente gli standard qualitativi e di sicurezza previsti dalla normativa nazionale;

SI INTERROGA LA GIUNTA REGIONALE PER CONOSCERE
Le iniziative normative o regolamentari che l’Amministrazione intende adottare per consentire alle aziende vitivinicole e olivicole certificate di esercitare direttamente le attività enoturistiche e oleoturistiche in conformità alla disciplina nazionale, considerato che l’attuale obbligo di iscrizione nell’Albo agrituristico e di possesso della SCIA agrituristica non trova corrispondenza nelle disposizioni del D.M. n. 2779/2019 e risulta in contrasto con la nozione giuridica di “attività agricola connessa”

Di seguito la risposta completa del vice presidente Piana.

La Regione Liguria, tra le prime in Italia, con la DGR 59/2020 ha disciplinato l’Enoturismo e l’Oleoturismo, permettendo alle aziende agricole di svolgere tali attività nell’ambito di procedure definite e chiare come stabilito e nell’ottemperanza dei DM sopra citati. Con la stessa D.G.R. l’Enoturismo e l’Oleoturismo sono state inserite tra le attività agrituristiche, analogamente alla fattoria didattica. Tale approccio è stato, a suo tempo, discusso e condiviso con le principali organizzazioni professionali agricole (Coldiretti, CIA e Confagricoltura), che hanno accolto con estremo favore tale novità.

Le attività in oggetto rientrano, a pieno titolo, tra le attività connesse all’attività propriamente agricola in virtù dell’articolo 2135 del Codice Civile, che dispone “Si intendono comunque connesse le attività, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge” in quanto direttamente collegate alla produzione agricola principale (coltivazione, allevamento, silvicoltura).

Quanto definito dalla D.G.R. n. 59/2020 non risulta in contrasto con quanto stabilito dai DM, ma offre un percorso chiaro, definito e collaudato per l’accreditamento delle aziende agricole.

Attualmente, a cinque anni dall’approvazione della D.G.R. n. 59/2020, il quadro di riferimento normativo l’orientamento del marketing territoriale (vedi, tra l’altro, il turismo DOP incentivato dal nuovo regolamento comunitario sui prodotti certificati IGP e DOP) sono mutati e pertanto si rende necessario introdurre una normativa specifica sull’Enoturismo e l’Oleoturismo al fine di favorire ulteriormente tali settori e in particolare il turismo DOP.

Queste attività permettono un rafforzamento del turismo enogastronomico, articolarmente per la nostra regione, in quanto potrà contribuire alla valorizzazione delle aree e delle produzioni vitivinicole e olivicole regionali, alla qualificazione dell’accoglienza nell’ambito di un’offerta articolata e alla promozione dell’Enoturismo e dell’Oleoturismo quali orme di turismo dotate di specifica identità.

A tale proposito gli uffici regionali stanno lavorando a una modifica normativa che ermetta anche alle aziende agricole non agrituristiche, alle cantine, ai frantoi, alle ssociazioni di imprese agricole che producono vino o olio e ai Consorzi di tutela dei prodotti DOP/IGP, di svolgere attività di enoturismo e oleoturismo.

Autore
Il Vostro Giornale

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