Caso Epstein, Trump chiede 10 miliardi di danni a Murdoch per la lettera choc pubblicata dal Wsj

  • Postato il 19 luglio 2025
  • Mondo
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 3 Visualizzazioni

Donald Trump ha intentato una causa da almeno 10 miliardi di dollari contro il Wall Street Journal, il suo editore Dow Jones, alla società News Corp e due giornalisti, accusandoli di diffamazione e calunnia. La causa, depositata il 19 luglio presso il tribunale federale del Southern District della Florida a Miami, segue la pubblicazione da parte del Wsj di un articolo che riportava l’esistenza di una lettera ritenuta “oscena e criptica” che il presidente avrebbe inviato nel 2003 in occasione del cinquantesimo compleanno di Jeffrey Epstein, il finanziere pedofilo morto in carcere nel 2019. Il testo, racchiuso nel disegno di una donna nuda con la firma di Donald che imita i peli pubici, includerebbe un dialogo tra i due, terminando con la frase: “Buon compleanno, e che ogni giorno sia un altro meraviglioso segreto”. Segreto che ora tutti vogliono conoscere e che ha rilanciato le polemiche sulla gestione del caso da parte dell’amministrazione.

Il presidente ha categoricamente smentito l’autenticità della lettera: “Non sono io, è falsa. È una storia inventata dal falso Wall Street Journal. Non ho mai disegnato una donna. Non è il mio linguaggio, non sono le mie parole”. Ha inoltre affermato di averne parlato con l’editor Emma Tucker e l’editore di origine australiana Rupert Murdoch, al quale chiede il risarcimento miliardario. Che punterebbe a far chiudere il giornale finanziario di Manhattan, sostengono in molti. Con l’idea che attaccare i media tradizionali sia sempre molto popolare tra i suoi sostenitori. Sul suo social Truth Trump ha scritto che la causa è stata presentata “non solo per conto del vostro presidente preferito, io, ma anche per tutti gli americani che non tollereranno più gli abusi delle fake news”.

Il caso agita la Casa Bianca da settimane. Parte del movimento Maga si è rivoltato contro l’amministrazione, chiedendo trasparenza dopo che Trump aveva bloccato la pubblicazione di documenti segreti sul finanziere, nonostante le promesse elettorali. Una parte significativa di Maga, legata al gruppo complottista QAnon, sostiene che il mondo sia governato da una “lobby di liberal pedofili” e vedeva in Trump l’incaricato di “svuotare la palude”. La sua resistenza nel divulgare i documenti è stata percepita come un tradimento. In risposta alle pressioni, Trump aveva precedentemente affermato che non c’era nulla di nuovo da sapere, che la presunta “lista dei clienti” di Epstein non esisteva o non conteneva il suo nome. Ha inoltre ordinato alla segretaria alla Giustizia, Pam Bondi, di chiedere il dissequestro delle testimonianze del gran giurì nel caso Epstein, una richiesta formalizzata a New York dal Vice Procuratore Generale Todd Blanche, basata su un “ampio interesse pubblico”. Bondi aveva già confermato il suicidio in carcere di Epstein e la chiusura del caso.

Elon Musk , che dopo la rottura con la Casa Bianca aveva attaccato Trump proprio sul caso Epstein, è intervenuto in difesa del presidente, affermando che “la lettera sembra falsa. Non pare qualcosa che direbbe”. Anche i fedelissimi di Trump, come Steve Bannon e la cospirazionista Laura Loomer, si sono ricompattati intorno al presidente, sostenendo che sia vittima di “fake news” e che ora stia “attaccando i suoi veri nemici”. Dal canto suo, Dow Jones, proprietario del Wsj, ha dichiarato: “Abbiamo piena fiducia nel rigore e nell’accuratezza delle nostre informazioni e ci difenderemo con vigore contro tutti gli attacchi giudiziari”. Per Trump non è la prima volta: nel suo passato ci sono vicende imbarazzanti come l’audio di “Access Hollywood” o la condanna penale nel caso Stormy Daniels, la prima volta per un candidato alla Casa Bianca, e quella civile per le molestie sessuali alla giornalista E. Jean Carroll. Stavolta, però, il caso potrebbe mettergli contro i suoi stessi sostenitori.

L'articolo Caso Epstein, Trump chiede 10 miliardi di danni a Murdoch per la lettera choc pubblicata dal Wsj proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti