Charlie Kirk, chi era l’attivista di destra assassinato: 31 anni, amico di Trump e leader dei giovani Maga

  • Postato il 11 settembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un guerriero culturale e alleato del presidente Donald Trump, noto podcaster, volto fisso della TV via cavo, molto attivo sui social come influencer politico: contava oltre 7,5 milioni di follower su Instagram e 7 su TikTok. Charlie Kirk, 31 anni, leader del movimento giovanile Maga (Make America great again) ha guidato uno sforzo per rinnovare l’impegno del Partito Repubblicano a favore dell’affluenza alle urne nelle elezioni del 2024, basandosi sulla teoria che ci fossero migliaia di sostenitori di Trump che votavano raramente ma che potevano essere persuasi a farlo. E’ stato ucciso ieri sera con un colpo sparato da un cecchino, mentre prosegue la caccia all’uomo degli inquirenti dopo il rilascio di due fermati. Lascia la moglie Erika, ex miss Arizona, la figlia di 3 anni e il figlio di un anno.

Il proselitismo nei campus universitari e il sostegno di Trump

Kirk aveva 18 anni quando nel 2012 ha co-fondato Turning Point, un’organizzazione di destra, nella periferia di Chicago insieme a William Montgomery, attivista del Tea Party. Il loro obiettivo era quello di portare le loro idee di tasse basse e governo limitato nei campus universitari. Turning Point ha sostenuto con entusiasmo Trump dopo che questi ha conquistato la nomination del Partito Repubblicano alla presidenza nel 2016. Kirk ha ricoperto il ruolo di assistente personale del figlio maggiore del Tycoon, Donald Trump Jr., durante l’ultima campagna elettorale. Con il primogenito vantava una solida amicizia: al gala organizzato da Turning Point per l’insediamento di Trump, Don Junior lo aveva descritto come “una delle vere rock star del nostro movimento”.

Il legame con Trump ha contribuito ad alimentare l’ascesa di Turning Point alla ribalta. Il gruppo afferma di essere ora presente in quasi 4.000 campus universitari e liceali, operando come un marchio di lifestyle conservatore che promuove centinaia di influencer online. Kirk è diventato una presenza televisiva, schierandosi a favore delle guerre culturali del presidente. I contributi al gruppo sono raddoppiati e poi triplicati, raggiungendo infine i 79,2 milioni di dollari nel 2022, secondo un’analisi delle dichiarazioni fiscali disponibili al pubblico. Parte del denaro ha sostenuto i volontari Maga negli stati in bilico – a partire dalla sua Arizona – contribuendo alla rielezione di Trump nel 2024.

Contro la cultura woke

Kirk era noto per le sue dichiarazioni provocatorie sulla razza, che utilizzava per corteggiare gli elettori della Generazione Z. “Mi dispiace. Se vedo un pilota di colore, penso: ‘Cavolo, spero che sia qualificato’”, ha affermato Kirk durante un episodio del podcast del 2024 con il collega attivista di destra Jack Posobeic. E’ stato ucciso mentre rispondeva ad una domanda del pubblico sulle sparatorie di massa. “Sapete quanti americani transgender sono stati autori di stragi negli ultimi 10 anni?”, gli è stato chiesto. “Troppi”, ha risposto Kirk poco prima di morire.

Dopo l’assassinio, Trump ha ordinato di abbassare le bandiere a mezz’asta e ha emesso un proclama presidenziale. Il president ha rivendicato un rapporto stretto con Kirk. Su Truth Social lo ha descritto come “un ragazzo fantastico in tutto e per tutto. DIO LO BENEDICA!”. Il governatore democratico della California Gavin Newsom, che lo scorso marzo ha ospitato Kirk nel suo podcast, ha pubblicato su X: “L’aggressione a Charlie Kirk è disgustosa, vile e riprovevole”.

Il cordoglio e la condanna di Obama e Clinton

Su X l’ex presidente Bill Clinton invita alla calma: “Sono rattristato e arrabbiato per l’omicidio di Charlie Kirk. Serve fare tutti della seria introspezione, raddoppiando i nostri sforzi per affrontare il dibattito con passione, ma in modo pacifico. Io e Hillary preghiamo per Erika, i loro due bambini piccoli e la loro famiglia”. Dello stesso tenore la dichiarazione del premier britannico Keir Starmer: “I miei pensieri sono rivolti ai cari di Charlie Kirk. È straziante che una giovane famiglia sia stata privata di un padre e di un marito. Dobbiamo essere tutti liberi di discutere apertamente e liberamente, senza paura: non può esserci giustificazione per la violenza politica”.

Anche Barack Obama, su X, ha espresso cordoglio: “Questo tipo di violenza spregevole non ha spazio nella nostra democrazia. Michelle e io pregheremo per la famiglia di Charlie stasera”. L’omicidio Kirk è l’ultimo esempio di violenza politica negli Stati Uniti che abbraccia una vasta gamma di ideologie politiche e coinvolge entrambi i principali partiti politici. L’università ha dichiarato che il campus è stato immediatamente evacuato e rimane chiuso. Le lezioni sono state cancellate fino a nuovo avviso. A coloro che si trovavano ancora nel campus è stato chiesto di rimanere sul posto fino a quando gli agenti di polizia non li avessero scortati in sicurezza fuori dall’edificio.

Tajani punta il dito sulla violenza verbale a sinistra

Il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’informativa al Senato sugli sviluppi delle crisi in Ucraina e Medio Oriente, ha commentato l’assassinio del leader trumpiano: “La violenza verbale e la criminalizzazione del pensiero altrui possono accendere lugubri pensieri in menti malate che all’insegna dell’odio possono compiere gesti criminali come quelli che hanno provocato morte del blogger americano Charlie Kirk. Chi la pensa diversamente da noi non è mai un nemico, ma un avversario con cui confrontarsi”, dichiarato il segretario di Forza Italia.

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Il Fatto Quotidiano

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