Charlie Kirk, Meloni e Schlein litigano per Odifreddi: può esserci differenza fra omicidi?
- Postato il 14 settembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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Dopo l’uccisione di Charlie Kirk è ripresa più forte la rissa politica, se mai era sopita.
In America uccidono con una fucilata un giovane che stava esponendo le sue idee in un campus universitario.
Nel nostro allegro Paese si accende una buriana che ha coinvolto nomi di prestigio, come quello della premier.
Perchè è divampato l’incendio? Parlando ad un congresso di un vecchio partito assai vicino alla Dc, Giorgia Meloni si indigna per il comportamento “vergognoso” che una certa parte della sinistra (o dei suoi prossimi) ha tenuto dopo il barbaro omicidio del pupillo di Trump di Charlie Kirk.
“È un clima d’odio che deve finire, non si deve minimizzare o giustificare”, sostiene Meloni.
L’opposizione sobbalza, grida, si rivolge al presidente con parole infuocate. La Schein ritiene che sia un irresponsabile, Giuseppe Conte la segue sia pure se usa espressioni meno amare, Matteo Renzi si intrufola pur di strappare un piccolo titolo sui giornali. Naturalmente non possono mancare all’appello Fratoianni e Bonelli a cui si accoda Riccardo Magi.
La foto di Charlie Kirk a testa in giù

I prodromi del grande diverbio sono noti: la foto di Charlie Kirk a testa in giù con la scritta “Uno di meno”, un’altra affermazione che diceva testualmente: “Fascista beccati questa”.
Per finire, un intervento in Tv (La7) del professor Piergiorgio Odifreddi il quale sosteneva che Charlie Kirk se l’era cercata. Giorgia Meloni ha ripetuto più volte che “la sinistra giustifica l’odio” e di fronte ad un atteggiamento del genere è necessario rispondere affinchè questi episodi di qualsiasi colore non si ripetano.
Passano soltanto poche ore: dapprima la segretaria del Pd preferisce non intervenire, poi approfitta di un invito alla festa del “Fatto Quotidiano” per affermare che “la premier è una irresponsabile”, perché così acuisce la distanza (eufemismo) che c’è fra le forze politiche. I suoi cespugli la seguono, ma l’informazione a lei molto vicina non scrive che Elly ha preso una bordata di fischi quando ha parlato del riarmo che lei ha condiviso.
E Conte ride sotto i baffi
Uno solo ha sorriso sotto i baffi quando ha saputo di questo scivolone. Facile indovinare chi è perché finchè non diventerà lui il portavoce della sinistra (l’avvocato del popolo) l’alleanza del campo largo sarà sempre molto precaria. Questo particolare l’inquilina di via del Nazareno lo sa perfettamente tanto è vero che da quello stesso palco si è affrettata a precisare che i candidati per le regionali debbono essere decisi dalla coalizione. Che cosa significa questo se non che il patto si regge camminando però sul filo del rasoio?
Insomma, l’omicidio negli Stati Uniti del giovane reubblicano ha fatto in breve il giro del mondo. La vedova di Charlie Kirk, la bella signora Erika, si è rivolta ai nemici di suo marito: “Non sapete che cosa avete scatenato”. Vuol dire che a violenza seguirà altra violenza, che in ogni paese europeo e d’oltre Oceano questo delitto porterà nuove vendette?
La speranza è no, anche se ieri a Londra migliaia di persone (duecentomila si dice) hanno sfilato per le vie della città stigmatizzando il governo sul problema dei migranti ed anche in Francia la situazione è delicatissima perché a chi è stato affidato l’incarico di formare il nuovo governo, Sebastien Lecornu, non sa a chi rivolgersi per creare una maggioranza. Ai comunisti? Significherebbe scatenare l’opinione pubblica che non vede l’ora di licenziare Emmanuel Macron.
“Se si uccide Charlie sì uccide anche la libertà di parola”, sostiene quella parte della destra europea che ricorda una massima di Pier Paolo Pasolini, il quale parlava spesso “del fascismo degli antifascisti” e lo ripeteva sempre quando i giornalisti gli facevano domande su un argomento del genere.
“Siamo tutti Charlie” gridavano in coro i simpatizzanti della sinistra quando in Francia avvenne l’attentato ad un settimanale come Charle Hebdo che pubblicava vignette dissacranti sulla politica e sulla religione. E ora si chiedono gli oltranzisti della maggioranza? Perché tanto silenzio? Semplice:”Quando fa comodo si giustifica l’odio”.
È un periodo che ricorda i giorni del terrorismo, si azzarda a dire qualcuno. Per carità: la gente non ne vuole sentir parlare. È stanca di una informazione che si divide tra destra e sinistra senza mai essere obiettiva.
I talk show hanno un ritornello unico a seconda delle fazioni e allora si capisce perchè quattro milioni di persone guardino la sera “La ruota della fortuna” per divagare e accantonare (anche se soltanto per un’ora) i problemi che ci assillano.
Oppure leggono e si divertono informandosi sull’ennesimo licenziamento di Josè Mourinho diventato “il triplete delle liquidazioni”.
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