Chat Control: come l’UE spia i nostri messaggi

  • Postato il 12 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Ben presto potrebbero leggere le chat dei cittadini europei. Tutte. Ogni messaggio su WhatsApp e ogni foto su Telegram. Non perché sospettati di qualcosa, ma perché si potrebbe esserlo secondo il principio del “colpevole fino a prova contraria”. Sono 450 milioni di cittadini europei che potrebbero venire schedati e osservati da algoritmi che già controllano la finanza.

Cos’è il Chat Control

Si chiama Chat Control, ed è il regolamento più controverso che l’Unione Europea abbia mai discusso in materia di privacy. Il Consiglio UE si dove riunire il 14 ottobre per votare se obbligare i servizi di messaggistica e i provider a scansionare in automatico ogni contenuto che passa attraverso le loro piattaforme. L’obiettivo dichiarato è certo nobile, contrastare la pedopornografia online, ma il metodo è quello del Grande Fratello di George Orwell nel suo romanzo distopico 1984.

Chat Control: come l’UE spia i nostri messaggi
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La proposta europea

La proposta ufficialmente denominata CSAR (Child Sexual Abuse Regulation), è stata presentata nel 2022 dalla Commissaria europea per gli affari interni, Ylva Johansson del Partito Socialdemocratico Svedese. Il proposito è encomiabile, cioè contrastare l’abuso sessuale sui minori obbligando servizi come Whatsapp, Signal, Telegram e iMessage a scansionare automaticamente ogni contenuto condiviso dagli utenti, messaggi di testo, foto, video, link. Se il sistema identifica contenuti sospetti di materiale pedopornografico, l’intera conversazione verrebbe inoltrata alle autorità europee e alle forze dell’ordine. Non solo il singolo testo o file quindi, ma l’intero scambio di messaggi nella chat.

Gli algoritmi sbagliano 7 volte su 10

Proprio nella scansione sorge un grosso problema. Gli esperti di sicurezza informatica hanno sollevato pesanti dubbi sulla tecnologia che verrebbe impiegata. Gli algoritmi di riconoscimento automatico infatti sono considerati molto fallaci: il tasso di errore è elevatissimo e secondo le stime, i falsi positivi potrebbero variare tra il 50% e il 75%. Significa che un semplice video delle vacanze, piuttosto che un messaggio scherzoso o un’immagine artistica, potrebbero finire sotto la lente delle autorità per errore.

Addio alla crittografia end-to-end

Per farlo verrebbe utilizzata l’intelligenza artificiale che analizzerebbe i contenuti a monte, ovvero direttamente sui dispositivi degli utenti. Questo aggirerebbe quella crittografia end-to-end tanto cara alla privacy. Will Cathcart, numero uno di WhatsApp, ha attaccato esplicitamente sul social X, la proposta della presidenza dell’UE, perché «viola la crittografia end-to-end, mettendo a rischio la privacy e la sicurezza di tutti». Sarebbe quindi la fine del sistema di cifratura dei messaggi così come la conosciamo. Signal, app di messaggistica che punta moltissimo sulla privacy, ha definito Chat Control come un malware, un programma malevolo e dannoso, e ha promesso che lascerà il mercato europeo piuttosto che implementare un sistema di sorveglianza di massa.

Il voto e le divisioni in Europa

Secondo i dati forniti dal sito web Fight Chat Control, alla vigilia del voto la situazione è in bilico. I Paesi favorevoli sono dodici: Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Francia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Malta, Portogallo, Romania e Spagna. Contrari sono in nove: Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia e Slovenia.

Ma è il fronte degli indecisi che potrebbe fare la differenza: sono sette i Paesi che non hanno ancora preso una posizione definitiva e tra questi spicca l’Italia che era inizialmente favorevole. Proprio questa indecisone ha fatto slittare la votazione che si sarebbe dovuta tenere lunedì 14 ottobre, non più presente nell’agenda dei ministri UE. Per ora.

Per l’approvazione serve la maggioranza qualificata, cioè almeno il 55% degli Stati membri (dunque almeno 15) che rappresentino almeno il 65% della popolazione comunitaria.

L’obiettivo di proteggere i minori è sacrosanto, ma il 14 ottobre sapremo se i Paesi membri dell’Unione Europea sceglieranno la tutela della privacy oppure la strada del controllo.

Autore
Panorama

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