“Che Chiesa sarà dopo di me? Lo sa il Signore”: in libreria i dialoghi di Papa Francesco con il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci

  • Postato il 7 maggio 2025
  • Libri E Arte
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Escono in libreria i dialoghi del direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci con Papa Francesco: “Non temete la morte”. Le guerre nel mondo, la Chiesa del futuro, l’appello per il clima e la grandezza di Pelé è il titolo del libro in uscita il prossimo 8 maggio per Compagnia editoriale Aliberti. Per la prima volta, il maggior Telegiornale nazionale è riuscito ad intervistare un Pontefice. La guerra in Medio Oriente, il conflitto in Ucraina – con l’appello a deporre le armi –, il bilancio del Sinodo, il ruolo della Chiesa e delle donne e la necessità di rinnovamento. E poi i flussi migratori, il ruolo fondamentale dell’Europa nell’aiutare i Paesi di primo approdo dei migranti, l’emergenza climatica. Infine, la sfera privata del Papa: il momento più difficile del pontificato, il suo stato di salute, la vita da ragazzo, la fidanzata prima di prendere i voti, la nostalgia del mare e Pelé, il suo calciatore preferito.

In anteprima per Il Fatto Quotidiano pubblichiamo la conversazione di Chiocci e Bergoglio sulla Chiesa dopo di lui.

Dopo di Lei, che Chiesa sarà? Una Chiesa che torna un po’ al passato? Che magari guarda al futuro restando sé stessa? Come se la immagina?

Lo sa il Signore. Ma c’è sempre quella malinconia del passato: una cosa che accade nelle istituzioni, e anche nella Chiesa. Ci sono coloro che vogliono tornare indietro: gli indietristi, che non accettano che la Chiesa vada davanti, che sia in cammino. È sempre in cammino, la Chiesa deve crescere. Anche il suo modo di essere Chiesa deve crescere, dalle radici, con i tre princìpi tanto belli di Vincenzo di Lérins, il padre del V secolo: ut annis consolidetur, dilatetur tempore, sublimetur aetate. Dalle radici, come il succo dell’albero che cresce e sale, ma sempre attaccato alla radice.

Una Chiesa che si stacca dalle radici va indietro, e perde questo succo della sana tradizione. Che non è conservatorismo: la tradizione cresce e deve andare avanti. Pensiamo per esempio alla pena di morte: oggi si dice che la pena di morte non è morale. Si è cresciuti nel modo di considerare la schiavitù: un tempo la schiavitù era normale, oggi no, non è normale. Anche la coscienza morale cresce: pensiamo al possesso delle armi atomiche.

Lei ha aperto alle donne nella Chiesa. Le cosiddette madri sinodali, e altro. Che futuro vede Lei, per le donne, nella vita della Chiesa?

Qui in Vaticano, per esempio, ci sono più donne che uomini a lavorare. La vice-governatrice dello Stato Vaticano è una donna, una suora. E il governatore ha un ruolo più generico, quella che comanda è lei. E nel Consiglio dell’economia, ci sono cinque cardinali, anzi sei cardinali, e sei laici. Dei sei laici cinque sono donne. E poi ci sono segretarie già al posto dei monsignori. Il segretario della Vita consacrata è una donna. Quella dello Sviluppo umano integrale è una donna. Nella commissione per scegliere i vescovi ci sono tre donne.

Perché le donne capiscono cose che noi non capiamo. Le donne hanno un fiuto speciale per la situazione. E ci vuole. Credo che vadano inserite nel lavoro normale della Chiesa.

E il passo in più?

È questo! Lei si sta riferendo alle ordinazioni, sicuramente. Ma lì c’è un problema teologico, non un problema amministrativo. Le donne possono fare di tutto nella Chiesa, anche fare la governatrice, non c’è problema. Ma dal punto di vista teologico, ministeriale, sono due cose diverse. C’è il principio pietrino, che è quello della giurisdizione, e il principio mariano, che è quello più importante: perché la Chiesa è donna, la Chiesa è sposa. Non è maschio, la Chiesa è donna. Ma è un’altra cosa, ci vuole una teologia per capire questo. E il potere della Chiesa donna e delle donne nella Chiesa è più forte, è più importante che quello dei maschi ministri. È più importante Maria che Pietro. Perché la Chiesa è donna.

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Il Fatto Quotidiano

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