Chi è Conrad Harder e perché non è l’attaccante che vuole Allegri: il Milan viaggia in due direzioni diverse

  • Postato il 25 agosto 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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I piani del Milan cambiano. Cambiano ancora anzi. Perché dopo aver rinunciato a Boniface (troppi dubbi legati alla condizione dell’attaccante: le visite mediche non hanno dato esito positivo ed è quindi tornato al Bayer Leverkusen), i rossoneri cercano un attaccante. Che per Allegri dovrebbe essere esperto (leggasi: Vlahovic, ma è troppo difficile anche se non soprattutto per i costi), mentre per la società sarà quasi sicuramente un giovane da plasmare. L’identikit è stato già tracciato e la trattativa avviata: i contatti con gli agenti di Conrad Harder dello Sporting sono costanti e continui e non sembra così lontano un accordo nemmeno tra i club. Si lavora a 24 milioni di euro più 3 di bonus e percentuale sulla futura rivendita. Una cifra importante per il classe 2005 che l’anno scorso venne acquistato come ‘futuro Gyokeres’ ma che ha espresso meno del suo potenziale.

Solo 5 gol in campionato in 28 partite: per una squadra dominante con i neroverdi non è tanto. Ma è anche vero che non si sta parlando di un bomber di razza, di quelli che stanno in area e aspettano i cross o i passaggi dei compagni. Harder corre, tantissimo, gioca per la squadra più che in attesa della squadra. E forse è anche per questo che lo chiamano ‘mosquito’, cioè ‘zanzara’. Il soprannome ha doppia valenza: odia gli insetti, ma si fa odiare dai difensori avversari per il tanto movimento che produce.

Gioca da punta, ma anche da esterno o trequartista, è duttile e spesso tocca più palloni fuori dall’area di rigore. Di testa non è incisivo come altri giocatori omologhi (anche rispetto a Boniface, che è un giocatore molto diverso), ha fisico ma non è il tipico attaccante ‘di peso’. Non è un brutto profilo per l’attacco, anzi. Solo che bisogna capire se sia davvero quello giusto.

E si ritorna al dato di cui sopra: che tipo di attaccante vuole Allegri? L’allenatore, si sa, si è sempre abituato ad allenare chi ha a disposizione. La sua storia parla chiaro. Ma ha chiesto un rinforzo per reparto, Allegri, e per l’attacco vuole un giocatore leggermente diverso rispetto ad Harder. È questo un po’ lo specchio di un Milan che lavora quasi in due direzioni opposte e che contro la Cremonese ha fatto vedere tutte le sue lacune: è mancata la qualità di Leao (infortunato) ma anche di chi ha salutato definitivamente, cioè Theo Hernandez e soprattutto Reijnders.

Il lavoro è solo all’inizio ma in tre mesi molto convulsi la rivoluzione ha portato finora a una grandissima delusione davanti al proprio pubblico. Che ha subito fischiato, mantenendo la linea dura che già si era vista alla fine dello scorso campionato. Non sarà facile, per Allegri, cambiare la rotta. Ma la sensazione è che se non ci riuscirà lui, allora servirà un’altra rivoluzione. Ancora più profonda. E con piani più definiti.

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Il Fatto Quotidiano

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