Chiara Petrolini agli psichiatri sulla seconda gravidanza: “L’ho cercata perché la prima era andata male”

  • Postato il 8 ottobre 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La seconda gravidanza “l’ho cercata perché la prima era andata male”. Sono le dichiarazioni di Chiara Petrolini, la ragazza accusata dalla procura di Parma di aver partorito, ucciso e seppellito i figli appena nati, agli psichiatri nominati dalla Procura di Parma, Mario Amore e Domenico Berardi. I colloqui tra i consulenti e la 22enne, sotto processo davanti ai giudici della Corte d’assise di Bologna per duplice omicidio premeditato e soppressione di entrambi i cadaveri, emergono dalla nota tecnica elaborata dal Reparto analisi criminologiche del Racis (Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche) di Roma, di cui lunedì ha parlato al processo la colonnella Anna Bonifazi.

Alcuni estratti della consulenza, realizzata durante le indagini, sono stati pubblicati dalla Gazzetta di Parma. Sul secondo parto, avvenuto in casa in completa solitudine come il primo, Chiara riferì agli specialisti: “Pensavo fosse andato tutto bene in realtà… poi quando ho ripreso i sensi non respirava più… la causa della morte è stato proprio il taglio del cordone, ma io non ero informata, non avevo chiesto a nessuno” ha sostenuto la ragazza che, secondo gli inquirenti di Parma, aveva fatto diverse ricerche sul web anche su “come partorire una seconda volta”. Il secondogenito venne seppellito in giardino, a poca distanza dal fratello, nato un anno prima. Quando lo psichiatra chiede se ci fosse inconsciamente la volontà di farsi scoprire, visto che gli scavi erano poco profondi, la ragazza replica: “No, perché io non pensavo di aver fatto niente di male…di sbagliato”. La Corte di assise nel frattempo ha disposto una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e di volere dell’imputata, in corso di svolgimento.

Bonifazi alla scorsa udienza aveva parlato di “omicidi a escalation asimetrica” e “serialità”. La psicoterapeuta, responsabile sezione psicologia e criminologia del Racis dei carabinieri, nella sua deposizione nel corso della terza udienza aveva detto ai giudici: “Nel caso di Chiara Petrolini i delitti sono incasellabili come omicidi ad escalation asimmetrica, c’è stato un aumento del motore criminale non frenabile, un motore che inizia purtroppo già dall’ideazione, quindi già dall’immaginazione nell’autore e va avanti senza possibilità alcuna di esser bloccato, quindi viene compiuto fino alla fine, anzi con una fase successiva di tentativo dell’autore di rimanere impunito, un pre-conservarsi, come si dice dal punto di vista criminologico” .

Nel corso della sua testimonianza Bonifazi aveva aggiunto: “I due eventi, almeno dalle circostanze che sono state disvelate, sono abbastanza simili a loro. La seconda gravidanza viene in qualche modo cercata, è un dato di fatto. Se la prima è avvenuta e si è conclusa in maniera così tragica, ci saremmo aspettati (parliamo di azioni logiche di una persona) non incappasse in una seconda azione altrettanto tragica. E invece tra i due fatti c’è stato anche un lasso di tempo (che chiamiamo di raffreddamento) estremamente ridotto, come a voler nuovamente ripercorrere una azione che non si può dire impulsiva. C’è serialità – ha argomentato – c’è logica, un passaggio all’atto non bizzarro, non c’è alcuna azione che possa apparire non finalizzata: è un comportamento che fa presagire che chi lo compie entra ed esce da un impatto emotivo elevatissimo come senza minimamente avere degli scossoni emotivi, quindi riesce a sopportare a gestire anche eventi e momenti estremamente impattevoli dal punto di vista emotivo e fisico: questo è tipico comportamento seriale“.

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Il Fatto Quotidiano

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