Chivu top, come ha fatto rinascere l'Inter e perché il difficile viene adesso
- Postato il 7 dicembre 2025
- Di Virgilio.it
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L’Inter di Chivu sta prendendo forma con una chiarezza sorprendente, tanto nella proposta tattica quanto nella gestione del gruppo. La vittoria sul Como ha mostrato una squadra aggressiva, moderna, capace di un pressing feroce e di un’identità ormai definita. Ma il vero valore aggiunto del tecnico romeno è la crescita dei giovani, inseriti con tempi e modi intelligenti. Un segnale forte per la Serie A e una conferma della lucidità con cui Marotta aveva scelto il suo allenatore.
- La lucidità di Marotta: Chivu è allenatore vero
- Un’Inter dal respiro olandese
- La gestione che fa la differenza
- Ma il bello viene ora: serve vincere
La lucidità di Marotta: Chivu è allenatore vero
Beppe Marotta non è uomo da scommesse folli. La sua carriera da dirigente lo testimonia in maniera nitida. Scelte sempre equilibrate, raramente si è abbandonato a colpi di testa o a passi più lunghi della gamba. Un episodio che lo racconta chiaramente è la diffidenza con la quale accolse suo malgrado l’operazione Cristiano Ronaldo alla Juventus. Ecco perché dovevamo subito capire che l’idea di mettere Cristian Chivu sulla panchina dell’Inter, nonostante avesse appena 13 partite di Serie A, non doveva meravigliarci più di tanto.
Curioso, poi, il fatto che il romeno fosse in ballottaggio proprio con Cesc Fabregas. Se lo spagnolo ha un nome certamente più in hype, la partita di ieri – al netto delle evidenti differenze di qualità tra le due rose – ha fatto comprendere come il nerazzurro tutto sia men che un improvvisato o uno sprovveduto. La mano dell’allenatore si vede eccome, da un punto di vista tattico ma pure mentale per come ha saputo tenere in mano un gruppo già fortemente provato dai 4 anni di Simone Inzaghi.
Un’Inter dal respiro olandese
L’Inter di Chivu sembra sempre più modellata secondo un’idea calcistica riconoscibile, intensa, quasi “olandese”. Contro il Como, i nerazzurri hanno aggredito la partita dal primo minuto con un pressing altissimo, impedendo agli avversari di sviluppare il loro gioco e arrivando in porta con combinazioni rapide e centrali figlie della scuola Ajax da cui il tecnico proviene.
Il primo tempo avrebbe potuto produrre un vantaggio ben più ampio, frenato solo da frenesia e imprecisione che sono il prezzo naturale di una squadra che consuma tanta energia per creare superiorità continua. Nella ripresa, dopo un momento di difficoltà, il gol di Thuram ha sciolto ogni tensione fino alla rete-manifesto di Calhanoglu (già 6 reti per il turco che in estate doveva andar via), nata dalla ferocia con cui quattro nerazzurri hanno riconquistato palla su due difensori avversari.
La gestione che fa la differenza
Il vero capolavoro di Chivu, però, va oltre la tattica e riguarda la gestione umana e tecnica del gruppo. Dopo l’esplosione di Diouf in Coppa Italia, contro il Como è stato Luis Henrique a sbocciare definitivamente: non solo l’assist per Lautaro, ma una prestazione piena di energia e coraggio che testimonia la pazienza del tecnico nel far crescere i giovani nei tempi giusti, spesso lontano da San Siro per proteggerli dal peso dell’ambiente.
Questa scelta sta rivalutando strategie di mercato prima criticate e, soprattutto, sta ampliando le soluzioni di rotazione in un momento in cui l’Inter deve convivere con tre – anzi quattro, data l’imminente Supercoppa – competizioni. È così che Chivu può mantenere sostenibile quel pressing feroce che rappresenta la sua firma tecnica e che ieri ha mandato un messaggio forte al campionato. Martedì il Liverpool offrirà un test europeo più veritiero, ma la lucidità di Marotta nel puntare su un allenatore vero, nonostante l’inesperienza, oggi appare più chiara che mai.
Ma il bello viene ora: serve vincere
I complimenti fanno sempre piacere ma si sa, quando si allena un club come l’Inter poi ciò che veramente conta è il risultato finale. Simone Inzaghi ha vinto ma anche perso molto, con due finali di Champions e qualche scudetto lasciato per strada e sapientemente raccolto da Milan e Napoli. Ora per Cristian Chivu la difficoltà sarà quella di mantenere costante questo livello raggiunto dalla squadra. La verità è che spesso e volentieri i nerazzurri hanno saputo offrire belle prestazioni, salvo poi sciogliersi sul più bello. Tra campionato e coppa, sono già 5 le sconfitte che impongono valutazioni sulla tenuta mentale del gruppo. Il passato è veramente del tutto alle spalle?