Cisgiordania, al Papa un report sulle violenze dei coloni ai cristiani. Piazzaballa: “Nella West Bank la legge del più forte”
- Postato il 15 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo l’appello di qualche giorno fa della comunità cristiana di Taybeh, l’ultimo villaggio interamente cristiano rimasto in Cisgiordania, per chiedere di fare pressione sulle autorità di occupazione israeliane contro le violenze dei coloni, i vertici della comunità cristiana hanno deciso di alzare i toni. Un dossier “dettagliatissimo” sui continui attacchi dei coloni israeliani sta per arrivare sul tavolo della Santa Sede, all’esame della Segreteria di Stato e poi del Papa. Dopo che nel villaggio della West Bank è stata anche incendiata la storica chiesa di San Giorgio e il cimitero, in visita di solidarietà a Taybeh lunedì, insieme ai patriarchi delle chiese, c’era anche un rappresentante della Santa Sede. Tra i patriarchi in visita, anche il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei latini.
“C’è qui in mezzo a noi il rappresentante della Santa Sede che ha fatto un rapporto dettagliato, sono informatissimi (in Vaticano, ndr), ma ripeto, sia noi che altri, non abbiamo il potere né la formula magica per risolvere immediatamente questi problemi”, ha fatto sapere il cardinale. Il Patriarca di Gerusalemme ha anche denunciato il far west dei territori occupati: “In tutta la West bank, e non solo qui, l’unica legge a prevalere ora è quella del potere, di chi ha la forza e non il diritto. Dobbiamo lavorare perché la legge ritorni anche qui, in questa parte del Paese”. Sul ruolo dei militari israeliani che non sarebbero intervenuti a fermare i coloni, il cardinale francescano, uno dei leader religiosi più ascoltati, si è limitato a dire: “Per noi è molto difficile entrare nei dettagli, dare fatti certi, non tutte le persone che vediamo in abiti militari sono effettivamente militari, possono essere anche volontari, quello che possiamo dire però è che non c’è l’applicazione della legge, quindi a chi ha l’autorità chiediamo di garantire il rispetto dei diritti di tutti”.
Nella giornata di oggi, martedì 15 luglio, contro la violenza dei coloni si sono poi espressi i Francescani di Assisi, la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre, le Acli. Lo stesso Osservatore romano, quotidiano di Città del Vaticano, ha messo in prima pagina la foto dei capi delle chiese cristiane riuniti a Taybeh. “Sono attacchi vigliacchi a persone disarmate”, scrive oggi sui media vaticani, padre Ibrahim Faltas. “Il recente massacro della Chiesa di Damasco e quello che succede a Taybeh e in Cisgiordania – scrive anche – non rientrano in quella che vorrebbero far apparire come una guerra di religione. Fa certo male vedere i luoghi sacri offesi e oltraggiati dalla violenza, ma dobbiamo principalmente difendere e proteggere la vita di esseri umani innocenti e indifesi”.
L’obiettivo dei coloni rimane lo stesso: con incendi, saccheggi e violenze, tentano di sottrarre quanta più terra possibile ai legittimi proprietari. A Taybeh è arrivata l’ennesima intimidazione. I coloni hanno eretto un cartellone rivolto agli abitanti con la scritta “Qui non c’è futuro per voi”. Il parroco ha raccontato anche una contraddizione ormai nota: le persone incaricate della sicurezza nella West Bank, sono poi le stesse che fanno parte delle comunità di coloni. “Abbiamo chiamato due volte il centro di coordinamento tra il governo palestinese e quello israeliano, hanno detto che stavano arrivando, ma non sono mai venuti. Non ci hanno protetto, non hanno fermato i coloni, e questo perché li proteggono, perché molti soldati provengono dalle comunità dei coloni e sono incoraggiati dagli elementi fanatici del governo”.
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