Come bruciano i boschi in Italia: dai 40 incendi in Sardegna alle emergenze in Calabria e Salento. La mappa dei roghi
- Postato il 17 giugno 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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In un solo giorno in Sardegna ci sono stati quaranta incendi boschivi, nelle stesse ore in cui circa 40 gli ettari di macchia mediterranea andavano distrutti, nel parco naturale di Rauccio dagli incendi a Torre Chianca, in provincia di Lecce. In molte regioni, come Abruzzo e Campania, è stato dichiarato lo stato di grave pericolosità, mentre a Lecce e a Latina c’è il giro di vite del Comune e a Sorrento l’ordinanza del commissario prefettizio. Nel frattempo, arrivano i dati di Ispra del 2024 e del 2025. E raccontano che se nel 2024 l’Italia ha bruciato meno rispetti i 5 anni precedenti, restano colpite dagli incendi boschivi 16 regioni su venti per una superficie complessiva di 514 chilometri quadrati. Quasi la metà della superficie del comune di Roma Capitale. È quanto emerge dalle attività dell’Ispra nell’ambito delle osservazioni e monitoraggi degli impatti dei grandi incendi boschivi sugli ecosistemi. I dati del 2025? Dal 1 gennaio al 9 giugno 2025 risulta una superficie complessiva colpita da incendi boschivi di 34 chilometri quadrati (che corrisponde a poco meno della superficie del Parco Nazionale delle Cinque Terre), di cui quasi 10 chilometri quadrati appartenenti a boschi e foreste. Attualmente quasi il 70% delle aree forestali percorse da incendio si trova nella regione Calabria, mentre la seconda regione più colpita è il Trentino Alto-Adige.
Le emergenze in corso – Basti pensare che, in Calabria, pochi giorni fa i vigili del fuoco hanno dovuto eseguire oltre 55 interventi nel giro di poche ore, principalmente per roghi di vegetazione nelle zone dell’alto Ionio e dell’alto Tirreno Cosentino. A Cassano allo Ionio le fiamme hanno lambito anche una Rsa dove, per precauzione, sono state evacuate 10 persone. Anche in queste ore l’Italia ha fatto i conti con diverse emergenze. Sono circa 40 gli ettari di macchia mediterranea distrutti a Torre Chianca (Lecce), dove la provinciale 133 è stata chiusa al traffico per molto tempo poiché la carreggiata era invasa dal fumo. Due canadair, hanno effettuato complessivamente 63 lanci prelevando l’acqua dal mare tra i bagnanti. Il sospetto è che alcuni inneschi dei roghi siano dolosi. Sempre in provincia di Lecce, a Presicce, un incendio di sterpaglie aveva creato allarme poiché le fiamme si erano sviluppate a pochi metri dalle abitazioni. Altra emergenza, in Sardegna, dove ci sono stati 40 roghi in un solo giorno. Nello specifico, si contano 24 interventi del comando dei vigili del fuoco di Cagliari, 11 del comando di Sassari, uno in provincia di Nuoro e quattro interventi del comando di Oristano. Tra gli incendi più gravi, uno nel territorio di Furtei (Cagliari) e un altro tra i territori di Bonorva e Mores, in provincia di Sassari, dove oltre 600 ettari di campagne sono andati in fumo. Le fiamme hanno minacciato le aziende agricole e campi di grano, provocando danni ingenti per agricoltori e allevatori, costretti a mettere al riparo il bestiame. Un incendio di vegetazione è divampato anche nelle vicinanze di alcune abitazioni nel Comune di Pieve a Nievole (Pistoia).
Gli incendi in Italia nel 2024: si riduce l’estensione dei roghi – Degli oltre cinquecento chilometri quadrati bruciati lo scorso anno, il 20% era composto da ecosistemi forestali. Si tratta di circa 103 chilometri quadrati, una superficie quasi confrontabile con l’estensione del Lago di Bolsena. Il 46% dei boschi bruciati era rappresentato da latifoglie sempreverdi, quali leccete e macchia mediterranea, il 37% di boschi di latifoglie decidue (che perdono le loro foglie nella stagione fredda e le ritrovano in primavera) e il 14% di boschi a conifere. Gli incendi avvenuti in Italia nel 2024 sono risultati meno gravi per estensione delle aree colpite rispetto agli anni precedenti. “L’estensione complessiva delle aree percorse da incendio nel 2024 – spiega Ispra – è pari a circa due terzi del valore medio calcolato nel periodo 2018-2023. La superficie complessivamente bruciata in Italia nel 2024 risulta superiore solo a quanto bruciato nel 2018 e nel 2019, ma decisamente inferiore a tutti gli anni tra il 2020 ed il 2023”. I numeri risultano nettamente inferiori rispetto al 2023 sia per le superfici totali bruciate (-52%), che per le superfici forestali bruciate (-34%). I dati relativi alla perimetrazione delle aree bruciate sono forniti dal sistema European Forest Fires Information System del programma europeo Copernicus Emergency ed elaborati da Ispra con applicazioni di machine learning per il riconoscimento degli ecosistemi coinvolti negli incendi.
Colpite 16 regioni su 20: soprattutto Calabria (tuttora la più colpita), Sardegna e Sicilia – Analizzando le varie regioni, nel 2024 è diminuita la superficie coinvolta in roghi in Sicilia, mentre rimane stabile o aumenta nelle altre regioni del Sud, in Sardegna e nelle altre regioni del Nord, mentre diminuisce nelle regioni del Centro. Nel 2024, le sole regioni Sicilia, Calabria e Sardegna insieme hanno contribuito a più del 66% del totale di superficie forestale italiana colpita da grandi incendi boschivi. Le regioni che non presentano grandi superfici bruciate sono la Valle D’Aosta, la Lombardia, Il Trentino-Alto Adige e il Veneto. La provincia che ha maggiormente sofferto gli incendi è quella di Reggio Calabria con 10,3 chilometri quadrati, che da sola rappresenta il 41% del totale forestale bruciato in Calabria e il 10% del totale forestale nazionale percorso da incendio. Anche nella provincia di Cosenza e in quella di Nuoro, in Sardegna, sono bruciati rispettivamente 9,4 e 8 chilometri quadrati di superficie boschiva. Il 31% degli ecosistemi forestali percorsi da incendio nel 2024 si trova all’interno di aree protette, appartenenti principalmente a siti della Rete Natura 2000. Eventi concentrati in gran parte tra i primi di luglio e la prima metà del mese di agosto con un andamento pari o quasi a quello del valore medio della serie storica (2006-2023).
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