Come Google vuole usare l’IA per rivoluzionare i sondaggi politici
- Postato il 19 agosto 2025
- Innovation
- Di Forbes Italia
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Una collaborazione tra il colosso tecnologico e un’organizzazione no profit specializzata in sondaggi raccoglierà da cinque a dieci persone per ciascun distretto congressuale, per rispondere a domande sui problemi più urgenti degli Stati Uniti. Se funzionerà, potrebbe rivoluzionare il complesso mondo dei sondaggi politici.
All’inizio di quest’anno, Scott Rasmussen, sondaggista di lunga data e commentatore politico, ha viaggiato fino a Bowling Green, nel Kentucky, nota per il suo stabilimento di assemblaggio della Corvette e per essere la città natale di Fruit of the Loom. Dopo aver visitato la città, circa 105 chilometri a nord di Nashville, è tornato a casa con un’idea innovativa: usare l’intelligenza artificiale per trasformare il mondo dei sondaggi, una disciplina notoriamente instabile e imprecisa che studia da decenni. Per realizzare il progetto, si è unito a un partner insolito: Google.
Rasmussen era andato a Bowling Green per conoscere il lavoro di Jigsaw, un think tank interno a Google che affronta grandi sfide sociali, come la disinformazione online. In quel periodo Jigsaw stava collaborando con le amministrazioni della città e della contea a un esperimento per rilanciare l’impegno civico. Ai residenti era stato chiesto di rispondere a domande sui temi per loro più importanti: dall’eventuale apertura di un Dave & Buster’s (una catena di ristoranti che combina cibo e sala giochi) alla legalizzazione della marijuana. Poi avrebbe usato Sensemaker, uno strumento di intelligenza artificiale di Google basato sul modello Gemini, per analizzare le risposte e distinguere i punti di accordo e disaccordo tra gli intervistati.
Rasmussen ha raccontato a Forbes di essere rimasto colpito dai risultati e di avervi visto un’opportunità per tentare di ricucire il frammentato dibattito politico statunitense. Perché non estendere il sondaggio all’intero Paese?
La spaccatura della politica americana
Secondo Rasmussen – che nel 1979 fondò Espn insieme al padre Bill -, l’obiettivo è individuare i punti in comune. Egli sostiene che la popolazione politica americana non sia divisa 50-50, ma piuttosto 10-10-80: il 10% di destra radicale Maga, in conflitto con il 10% dell’estrema sinistra, mentre “l’80% restante cerca solo di tenere la testa bassa per evitare di finire nel fuoco incrociato”.
Il problema dei sondaggi tradizionali, afferma, è che le domande a risposta chiusa permettono a chi le pone di indirizzare o condizionare la discussione con un semplice ‘sì’ o ‘no’, riducendo le sfumature. “Quando cominci a porre le domande in modo diverso – o a considerare le opinioni delle persone in maniera diversa – emergono cose che non avresti mai pensato di chiedere”.
Ne è nato un progetto ambizioso: mentre gli Stati Uniti si avvicinano al 250esimo anniversario, il prossimo luglio, Jigsaw ha stretto una partnership con il Napolitan Institute di Rasmussen – un’organizzazione no profit dedicata al futuro dei sondaggi e dell’analisi – per lanciare un’iniziativa che impiega l’IA interrogando gli americani sul futuro del paese. Il progetto, chiamato We The People, ha spiegato Google in esclusiva a Forbes, raccoglierà da cinque a dieci persone in ciascuno dei 435 distretti congressuali degli Stati Uniti e porrà loro domande su che cosa significhi essere americani, quali siano i problemi più urgenti e quale direzione dovrebbe prendere la nazione.
“Vogliamo usare l’intelligenza artificiale per dare alle persone voce e possibilità di scelta sul mondo che le circonda”, ha dichiarato a Forbes Yasmin Green, ceo di Jigsaw e veterana di Google, con 19 anni di esperienza. “Se le persone non sentono di avere una voce, o non sentono che la loro voce conta per i decisori politici, non si sentono davvero rappresentate, né in grado di incidere”.
Un progetto di unità nazionale
Il progetto ha un aspetto ispirato all’unità nazionale, ma le sue implicazioni vanno oltre. Il potenziale dell’IA per la trasformazione dei sondaggi politici è enorme. Oggi i sondaggi possono essere imperfetti e inaccurati – sono famigerati quelli che prevedevano la vittoria di Hillary Clinton alle presidenziali 2016. In genere si dividono tra quelli elettorali (se si voterà o meno per un candidato) e quelli di opinione pubblica (cosa si pensa su un certo tema), ma entrambi seguono un formato simile: telefonate o messaggi con questionari, sperando che le persone rispondano, per poi correggere i dati in base alle caratteristiche demografiche.
Secondo Rasmussen, potrebbe essere più difficile per l’IA prevedere per chi voterà una persona, ma potrebbe comunque trasformare il modo in cui si organizzano le campagne elettorali. Un candidato potrebbe usare domande generate dall’IA per individuare, con grande profondità, le questioni che stanno più a cuore agli elettori, ben oltre le risposte binarie dei sondaggi tradizionali. Poi potrebbe costruire una campagna iper-mirata, basata su queste informazioni. “La capacità di far rispondere le persone con le proprie parole, di farle reagire a come altri hanno risposto, è rivoluzionaria per il settore”, ha detto Rasmussen. “È un gioco completamente nuovo”.
Anche Green vede un potenziale più ampio. Cita, ad esempio, la ricerca di mercato e i sondaggi d’opinione come applicazioni possibili. “Quando qualcuno fa un business con le tue idee, è una bella conferma. Quindi sarei felice di vedere che accada”, ha detto. “Il nostro compito è dimostrare che questo è utile”.
L’esperimento di Taiwan
Il progetto trae ispirazione da un esperimento simile condotto a Taiwan. Nel 2016 il governo decise di portare i dibattiti sulle politiche pubbliche su una piattaforma online chiamata vTaiwan, che permetteva ai cittadini di discutere proposte legislative, come la regolamentazione della vendita online di alcolici, e di votarle. “Invece di un sondaggio tradizionale, in cui le persone restano confinate in compartimenti rigidi, queste conversazioni sono generative e deliberative, permettendo la nascita di nuove idee e sentimenti che altri condividono”, ha raccontato Audrey Tang, che contribuì al progetto prima di diventare il primo ministro per gli Affari digitali di Taiwan. Da allora, vTaiwan ha contribuito a circa 20 revisioni legislative e nel 2023 ha ricevuto una sovvenzione di 100mila dollari da OpenAI per “sperimentare processi democratici volti a decidere quali regole dovrebbero seguire i sistemi di IA”.
Il mercato dei sondaggi politici
L’industria dei sondaggi, rispetto a quella dell’IA, ha dimensioni piuttosto modeste. Secondo la società Research and Markets, nel 2025, il mercato – che include Ipsos, Pew, Nielsen e Quinnipiac – è cresciuto fino a 8,93 miliardi di dollari, in leggero aumento rispetto agli 8,7 miliardi dell’anno precedente. Si prevede una crescita costante fino a 10,23 miliardi entro il 2029. Società come Pew e Quinnipiac, gestita dalla Quinnipiac University in Connecticut, si concentrano sui sondaggi d’opinione, mentre la società fondata da Rasmussen nel 2003, Rasmussen Reports, si focalizza maggiormente sui candidati.
I suoi legami con Rasmussen Reports, lasciata nel 2013, potrebbero creare una percezione negativa del progetto, a causa delle polemiche sul presunto orientamento conservatore dell’azienda. La società è stata a lungo accusata di favorire i candidati repubblicani, di sovrarappresentare gli americani più anziani e di produrre risultati a vantaggio dei conservatori. Durante le elezioni statunitensi del 2024, avrebbe persino condiviso risultati con membri della campagna di Trump. Interpellato su questa presunta inclinazione politica, Rasmussen ha preso le distanze: “Non ho più nulla a che fare con loro da quando ho lasciato. Non hanno nulla a che vedere con questo progetto, quindi non è un problema”.
Come funzionerà il progetto di Google
Il progetto nasce mentre l’IA sta già lasciando tracce nella politica e nelle elezioni di tutto il mondo. Nella campagna presidenziale americana del 2024, un deepfake della voce di Joe Biden invitava gli elettori del New Hampshire a non recarsi alle urne per le primarie statali. In Indonesia, il partito politico Golkar ha usato l’IA per ricreare digitalmente Suharto, dittatore morto nel 2008, e sostenere i propri candidati. Trump ha più volte pubblicato meme e video generati dall’IA sulla sua piattaforma Truth Social, e il mese scorso ne ha condiviso uno in cui l’ex presidente Barack Obama veniva arrestato nello Studio Ovale.
Jigsaw e il Napolitan Institute vogliono usare l’IA in modo più costruttivo. Il progetto avrà tre fasi. Nella prima, i partecipanti risponderanno a domande su libertà e uguaglianza, ad esempio: ‘Che cosa significa per te la libertà?’. Poi il modello genererà domande di approfondimento per entrare nel merito, adottando una sorta di ‘persona socratica’. In questo caso, potrebbe chiedere: ‘Se sentirti libero significa poterti esprimere senza sentirti giudicato, puoi raccontare un momento in cui ti sei sentito particolarmente limitato?’. L’idea è partire da questioni ampie e arrivare gradualmente a dettagli specifici.
Nella seconda fase, l’IA di Google sintetizzerà le risposte in grandi temi, punti di discussione e rappresentazioni grafiche dei dati. I partecipanti potranno reagire e condividere ulteriori riflessioni. Nella terza fase, l’IA creerà affermazioni basate sull’analisi di tutte le risposte precedenti. Infine, i partecipanti voteranno se concordano o meno con tali affermazioni, in modo da individuare le aree di consenso.
Il metodo
Gli organizzatori sono consapevoli che l’IA possa mostrare pregiudizi nei quesiti o nell’analisi delle risposte, o trascurare le sfumature su temi sensibili e personali nel tentativo di sintetizzare migliaia di opinioni. Per evitarlo, ha spiegato Green, l’azienda valuterà regolarmente il sistema e garantirà trasparenza, rendendo pubbliche tutte le risposte integrali. Al termine del progetto, pubblicherà un rapporto di sintesi e rilascerà in open source tutte le risposte, le domande e i prompt usati. È inoltre previsto un briefing dei risultati a legislatori, think tank e accademici.
Per ora, l’iniziativa è in fase pilota, con centinaia di partecipanti anziché migliaia, e il lancio ufficiale è previsto per settembre. Alcuni dettagli sono ancora da definire, come i temi specifici di discussione. I partecipanti saranno reclutati da RepData, un fornitore terzo utilizzato dal Napolitan Institute. Google ha dichiarato che fornirà ulteriori dettagli sul reclutamento più vicino al lancio, precisando che RepData “seguirà un protocollo rigoroso, conforme agli standard di settore”.
Di solito, i sondaggisti utilizzano il metodo del campionamento casuale, che dà a tutti i membri di una popolazione la stessa possibilità di essere inclusi. Le voci dei partecipanti vengono poi ponderate per compensare la scarsa partecipazione di certi gruppi (come le persone senza laurea). Per il progetto We The People, l’obiettivo è ottenere un campione rappresentativo per ciascun distretto congressuale. Quindi, se un distretto è composto per il 90% da bianchi e per l’80% da repubblicani, il campione dovrà rispecchiare quelle proporzioni, ha spiegato Rasmussen.
Green è ottimista sui risultati: “Sono sicura che sarà come la conversazione che si vorrebbe avere se si potesse riunire tutta l’America in un unico posto”, ha detto.
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L’articolo Come Google vuole usare l’IA per rivoluzionare i sondaggi politici è tratto da Forbes Italia.