Comunali, Crucioli: “Manutenzione unica grande opera necessaria. Sul porto miopia della politica”

  • Postato il 21 maggio 2025
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crucioli

Genova. In vista delle elezioni comunali a Genova del 25 e 26 maggio, Genova24 ha intervistato tutti i candidati sindaco e le candidate sindaca. Dopo Pietro Piciocchi, e Silvia Salis, è la volta di Mattia Crucioli. A seguire quelle agli altri politici in corsa.

Mattia Crucioli, candidato di Uniti per la Costituzione, ha 49 anni, avvocato amministrativista, già senatore della Repubblica dal 2018 al 2022, è consigliere comunale uscente, eletto nel 2022 con la formazione politica che oggi lo sostiene nella nuova corsa a Palazzo Tursi. In questi anni ha rappresentato il “terzo polo”, proponendosi in maniera alternativa e indipendente ai due schieramenti di centrodestra e centrosinistra.

Crucioli, partiamo dalle priorità per Genova. Quali sono quelle che porterete avanti in caso di elezioni?
“Quella sui giovani: destinare più fondi per l’edilizia scolastica. Vogliamo evitare il rischio che soffitti o muri possano cadere in testa al bene più prezioso che abbiamo, cioè i nostri figli. Vogliamo anche un’attenzione sull’edilizia scolastica intesa come realizzazione di studentati per chi viene a studiare a Genova da fuori e ha bisogno di un posto dove alloggiare. Per gli anziani e i fragili abbiamo un’idea leggermente diversa da quella degli altri candidati, che propongono di dare fondi alle RSA. Noi, invece, vorremmo che le famiglie con persone in lista d’attesa possano beneficiare di un’agevolazione, di un incentivo di 500 euro al mese. Questo importo potrebbe essere utilizzato per l’RSA o per tenere le persone accudite in famiglia. In questo modo, potremmo anche sgravare le liste d’attesa e fare un buon servizio alle famiglie che possono accudire il proprio anziano a casa, beneficiando di un aiuto economico. La terza proposta riguarda il lavoro, perché è forse la priorità delle priorità. Pensiamo che si debba creare un ambiente favorevole per le imprese. In particolare, sentiamo spesso, e io stesso nella mia professione lo vedo, che c’è tanta burocrazia. Per questo, vorremmo eliminarla, ispirandoci a una legge già esistente che verifica, procedimento amministrativo per procedimento amministrativo, ciò che non funziona ai fini della malgestione e dell’anticorruzione. Ogni ente, e in questo caso il Comune, deve verificare quali sono i rischi insiti nei propri procedimenti amministrativi. Noi vorremmo attuare questa prassi non solo in funzione anticorruzione, ma anche antiburocrazia. Vorremmo analizzare, insieme a tutti gli stakeholder quali sono i procedimenti più farraginosi, quelli che creano lungaggini o costi inutili per raggiungere l’obiettivo. Perché la burocrazia spesso serve per centrare determinati obiettivi, è fatta per garantire l’ambiente o l’efficacia dell’azione amministrativa, ma spesso quell’obiettivo può essere raggiunto anche con percorsi più brevi o meno costosi. L’ascolto delle categorie è molto importante e la verifica, procedimento per procedimento, è fondamentale, perché tanto si può fare per snellire la burocrazia.”

In questi anni Genova ha ricevuto molti finanziamenti. Per il solo Pnrr s parla di una cifra tra i 7 e 8 miliardi di euro, arrivati per l’attuazione di grandi o piccole opere. I genovesi però vedono tutti i giorni nelle proprie strade soprattutto i cantieri, tanti e spesso a scapito della vivibilità stessa della città. Secondo lei è un compromesso accettabile? E’ una visione che funziona per Genova?
“Intanto bisogna riconoscere che il centrodestra almeno una cosa l’ha fatta bene, cioè attrarre effettivamente tanti finanziamenti. Questo bisogna riconoscerlo con onestà intellettuale. Poi che questi finanziamenti siano stati utilizzati per opere utili è un altro paio di maniche, perché secondo me e secondo noi, di Uniti per la Costituzione, tante di queste opere non sono realmente utili alla collettività o quantomeno non sono quelle prioritarie. Penso alla funivia dei forti e mi chiedo: a un genovese interessa veramente avere una funivia che costa centinaia di milioni per la realizzazione, più la gestione ordinaria, perché è una cosa energivora? Quanto costa l’energia elettrica se viene messa in capo ad AMT, creando uno sbilancio della partecipata comunale? Quelle sono cose che non vanno fatte e sarebbero soldi che potrebbero essere utilizzati per la vera grande opera utile per Genova, che sarebbe la manutenzione di ciò che abbiamo già. Quindi, secondo me, la visione è sbagliata. Bisognava, ripeto, attrarre questi investimenti, ma destinarli tutti per fare cose realmente utili o per efficientare quello che già abbiamo. Penso sia alle infrastrutture, ma anche ad esempio a cose che possono far spendere meno alla pubblica amministrazione, cioè investimenti che riducono poi la gestione corrente del Comune. Faccio un esempio: se si fa l’efficientamento energetico di tutti gli edifici pubblici o delle piscine, si avranno minori spese negli anni futuri. Questa è una cosa prudenziale: si spende di più oggi grazie agli investimenti, ma si spenderà meno domani nella gestione, quindi si potranno abbassare poi tutte le tasse che si impongono ai cittadini o utilizzare meglio i fondi che si avranno in più per dare maggiori servizi. Quindi, bene al centrodestra per aver attratto investimenti, male per dove ha scelto di collocarli”.

Parliamo di porto, chiaramente croce e delizia della nostra città. L’amministrazione civica di per sé non ha una responsabilità decisionale diretta, ma sicuramente il Comune di Genova può farsi interlocutore forte delle esigenze della città. Qual è la vostra visione di questo rapporto?
“Certamente io metterei al primo posto la salute dei cittadini. Quando parliamo di inquinamento derivante dai fumi delle navi, piuttosto che dagli ex bacini, dalle riparazioni navali, lì bisogna dire chiaro e tondo che la prima cosa è mettere in sicurezza, perché ci sono studi epidemiologici che mettono in chiara relazione questi tipi di inquinamenti con le maggiori malattie e mortalità di determinati quartieri che sono sfavoriti dal vento. Cosa fare quindi? L’elettrificazione delle banchine e soprattutto una parte normativa che imponga agli armatori di utilizzare l’energia elettrica, anche se costa di più. È evidente che il gasolio nautico costa meno dell’energia elettrica, però se si vuole scalare Genova si devono avere navi pronte ad attraccare con l’elettricità e poi metterla in pratica. Poi fare le coperture per quelle cose modulari che già si vedono in Porto (Cantiere Mariotti, credo anche, ma insomma i riparatori navali e i cantieri navali devono comunque chiudere dove fanno operazioni che danno emissioni nocive). L’altra cosa sarebbe, anche se in realtà ormai i buoi sono un po’ scappati, fare prima la pianificazione e poi le opere, invece qui prima si fa la diga e poi si fa la pianificazione, cioè tutto al contrario.”

Parlando del porto di Genova, spesso manca un po’ nel dibattito pubblico anche il destino geopolitico del nostro porto.
“Sì, certo. Creare opere faraoniche senza tenere conto che non andiamo verso il sereno, non andiamo verso tempi pacifici e di rapporti normali con tutti gli altri stati, andiamo verso sanzioni o peggio guerre: questa è una miopia. Inoltre, bisognerebbe proprio far capire a tutti l’importanza, anche dal punto di vista economico, internazionale e dei traffici, di normalizzare i rapporti con tutti, Russia compresa.”

A proposito di guerre e di pace, Mattia Crucioli, è stato il primo a rispondere all’appello per quanto riguarda l’istituzione dell’Assessorato alla Pace, insieme ad Antonella Marras. Che significato potrebbe avere per la città questa figura?
“Noi lo abbiamo messo al primo punto del nostro programma, perché è il grande tema dei nostri tempi. È una questione morale, oltre che di vitale importanza proprio per evitare una terza guerra mondiale. Ed è anche un importantissimo tema economico alla base, perché se c’è un aumento dei costi dell’energia e di tutte le materie prime è dovuto alla situazione ucraina. Quindi, per noi è fondamentale parlarne ed è fondamentale avere una figura di riferimento che possa da un lato riprendere i contatti di quella rete dei comuni per la pace, che già esiste ma che sostanzialmente non sta più facendo niente. E poi tenere contatti anche con gli oltre 30 rappresentanti di stati esteri già presenti nel nostro territorio. Abbiamo, tra consoli e delegati d’affari qui a Genova, più di 30 rappresentanze. Dobbiamo incrementarle attraverso questa figura dell’Assessorato alla Pace e incrementarle anche in un’ottica multipolare, quindi non soltanto dei paesi con cui tradizionalmente l’Occidente va a braccetto, ma anche coi paesi ‘difficili’ che però, attraverso queste relazioni, possono produrre rispetto reciproco e anche relazioni economiche fruttuose per tutti”

Avete anticipato papa Leone XIV…
“Le sue prime parole sono state proprio di pace disarmata, umile e perseverante, cioè parole chiave anche per noi, perché c’è chi intende la pace attraverso la forza, come Ursula von der Leyen che dice ‘riarmiamoci’, o il concetto latino del ‘si vis pacem, para bellum’. Per noi, invece, le parole del Papa coagulano l’essenza, cioè pace attraverso il compromesso, attraverso il dialogo e attraverso anche il rinunciare al ‘do ut des’, non attraverso la vittoria rispetto al nemico.”

Si sta chiudendo la campagna elettorale. Rispetto ai sondaggi che sono usciti in questi giorni, sembra che l’opinione pubblica sia schiacciata in un bipolarismo abbastanza stretto.
“Sì, questo è sempre il problema di tutte le elezioni. Devo però dire che per le elezioni comunali non solo chi ci sostiene può votare mettendo la X su Mattia Crucioli come candidato sindaco. Ma qualora si avesse la preoccupazione di votare Piciocchi per non far vincere la Salis, o votare la Salis per non far vincere Piciocchi, bisogna sapere che esiste il voto disgiunto. Cioè, voi potete barrare il nome del candidato sindaco che preferite, se siete in quest’ottica bipolare, ma poi potete mettere anche la X sul simbolo di Unite per la Costituzione. Questo è importantissimo perché sul voto di lista, sul nostro simbolo di Unite per la Costituzione, si conteggia l’asticella del 3% sopra la quale poter far entrare anche qualcuno come me o qualcuno della nostra lista, che è terzo rispetto a centrodestra e centrosinistra, e quindi può svolgere una funzione di controllo e di voce libera. Il messaggio è: se ci apprezzate in tutto e per tutto, votateci sia come candidato sindaco sia come lista. Se invece preferite votare il candidato sindaco dei due schieramenti maggiori, giocatevi il disgiunto, barrate quindi anche il simbolo Unite per la Costituzione e contribuirete al pluralismo e a far entrare una voce libera in Consiglio Comunale”,

Autore
Genova24

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