Comunali, Salis carica piazza della Vittoria: “Davanti a noi un momento di svolta per Genova”

  • Postato il 23 maggio 2025
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Silvia Salis chiude la campagna elettorale: folla in piazza della Vittoria

Genova. Si era parlato di un evento in continuità estetica con l’apertura della campagna elettorale, con Silvia Salis sola sul palco, come ai Magazzini del Cotone. E per molti aspetti è stato così. Ma ci sono state alcune differenze, rispetto a quell’evento, nella chiusura della campagna elettorale di Silvia Salis, nella corsa alle Comunali di Genova 2025.

L’apertura era stata al chiuso, nella sala di un cinema, questa volta il campo largo ha scelto una piazza. Piazza della Vittoria, opzione tirata fuori dal cilindro dopo il caso della vasca idromassaggio spuntata in mezzo a piazza Matteotti. Una piazza, piazza della Vittoria, da sempre snobbata dai partiti per la fine di campagna elettorale. Per motivi scaramantici, certo. Ma anche perché è grande, molto difficile da riempire. Il quadrante della piazza dove è stato montato il palco di Silvia Salis Sindaca, questa sera, era pieno.

L’altra grande differenza, qualcuno l’avrà notato, è che Salis non ha letto il suo discorso. Ma ha parlato seguendo un canovaccio, certo, ma anche improvvisando, alternando accenni al programma e stoccate agli avversari.

Silvia Salis sale sul palco in un look total jeans, come sui manifesti elettorali. A pochi passi lo staff che l’ha seguita in questi mesi di campagna. E il marito regista, Fausto Brizzi, con il figlio Eugenio. Su un lato le bandiere dell’Italia, dell’Europa e della pace (non quella di Genova, riguardo alla quale ieri, Piciocchi, le ha lanciato alcune frecciate). A scaldare la folla, prima di lei, il comico Andrea Di Marco. Nessun altro politico, come da programma.

“Queste elezioni sono importanti – inizia Silvia Salis – o vinciamo noi, o perde Genova, e non ce lo possiamo permettere. Sindaca deriva la greco, significa patrocinare, e io questo voglio essere per Genova, essere sindaca non significa essere una doge o un commissario, o qualcuno che vuole comandare e lascia per mesi il suo vice a comandare al posto suo per continuare ad avere le mani su questa città”.

Non lo nomina mai, ma i riferimento è a Marco Bucci ancora più che al suo avversario, Pietro Piciocchi: “Sono stufa di non avere risposte, di un potere che cala dall’alto, le cose, i progetti, i cantieri, noi vi daremo le risposte che Genova merita, sono emozionata a vedere questa piazza piena, una città che continua ad avere fiducia e vi ripagheremo con la massima serietà e la massima trasparenza“.

Poi un riferimento, l’unico, al passato, e strappa un fragoroso applauso: “Siamo qui per proporre un progetto nuovo, vedete, c’è stato un grandissimo sindaco in questa città, Beppe Pericu, pensare al ricordo che lui ci ha lasciato è una grande ambizione, ecco, io spero che tra anni si dica, questa cosa l’ha fatta la giunta Salis”.

E allora, cosa farà la giunta Salis, se sarà giunta Salis? “Nei primi 100 giorni cancelleremo la riforma dei municipi che ha distrutto questa città. Una città si porta avanti guardando alle grandi cose ma anche alle piccole cose quotidiane, il commercio, le manutenzioni, i quartieri, la cura delle persone, continuano a dirci che siamo “i signori del no”, ma voi a cosa avete detto sì? – chiede Salis – dopo il ponte non avete finito nulla, non c’è una nuova fermata di metro, avete inaugurato 200 volte l’avvio dei lavori, però c’è lo Skymetro e per farlo vogliono buttare giù una delle migliori scuole di Genova”.

“Qual è la mia idea per il welfare di questa città? Abbiamo parlato dagli inizi di infrastrutture sociali – continua – che poi sono quelle che attirano industrie e imprese. Ecco lo Skymetro non è un’infrastruttura sociale, lo dico a Piciocchi che forse non ha capito. La casa, l’assistenza a domicilio, i servizi, queste sono infrastrutture sociali”.

Prima di salire, ai giornalisti che le chiedono un pronostico, risponde sicura: “La vittoria al primo turno è alla portata”. E poi dal palco, dopo un sorso d’acqua, si avvia alla conclusione: “Mi dicono sognatrice, ma io penso che sia necessario avere una visione di città, una città dove restare e non da dove andarsene, sogno una Genova per tutti e tutte, che parli di lavoro, di dignità, di diritto alla casa, dove le persone si sentano sicure e camminino per strada trovandola pulita, che abbia spazi sociali non a pagamento, in una città giusta vivono meglio quelli forti e quelli che hanno meno possibilità”

Abbiamo davanti un momento di svolta per questa città – conclude la candidata del campo largo – ci stiamo preparando a una buona notizia, che lascerà sgomento un sistema di potere che ha paura di perdere la sedia dove è rimasto per otto anni, il loro tempo sta finendo, questa città ha dormito abbastanza, è già domani”.

Autore
Genova24

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