Con i dazi al 15% la mozzarella di bufala potrebbe arrivare fino a 60 euro al chilo

  • Postato il 29 luglio 2025
  • Economia
  • Di Blitz
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Con quasi 8 miliardi di euro di vendite nel 2024, gli Stati Uniti rappresentano oggi il secondo mercato di riferimento per l’agroalimentare italiano, pari all’11,4% dell’intero export del settore. Un dato imponente che però si trova ora ad affrontare una sfida delicata: l’introduzione di nuovi dazi al 15% decisi congiuntamente da USA e Unione Europea. Nonostante il calo rispetto al 30% inizialmente proposto dall’ex presidente Donald Trump, il nuovo accordo tariffario rischia di colpire duramente le esportazioni italiane, soprattutto per i prodotti ad alto valore aggiunto.

A lanciare l’allarme è Confesercenti Campania, una regione simbolo dell’eccellenza agroalimentare, in particolare nel settore caseario. Il presidente Vincenzo Schiavo sottolinea come solo in Campania oltre 40.000 aziende abbiano rapporti commerciali con gli Stati Uniti, generando un giro d’affari annuo pari a 1,9 miliardi di euro. Secondo le stime, i dazi potrebbero causare una perdita fino a 280 milioni di euro l’anno per queste realtà produttive.

Il caso più emblematico è quello della mozzarella di bufala campana DOP, uno dei prodotti italiani più amati e richiesti oltreoceano. Al momento venduta a circa 45 euro al chilo, l’applicazione delle nuove tariffe doganali potrebbe farne lievitare il prezzo fino a 60 euro, sollevando interrogativi cruciali: “Gli americani continueranno a comprare mozzarella a 60 euro al chilo?” si chiede Schiavo, evidenziando il timore che l’aumento dei prezzi possa aprire spazi a prodotti alternativi di qualità inferiore ma più accessibili.

L’urgenza di una strategia di risposta per salvare l’export

Il problema non riguarda solo la mozzarella. Anche i vini campani, ad esempio, venduti in media a 40-50 dollari a bottiglia negli USA, rischiano di uscire dal mercato premium per via dei rincari. Come ha denunciato Domenico Raimondo, presidente del consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana DOP, alcune aziende dipendono in modo critico dall’export verso gli Stati Uniti, tanto che si stima una perdita potenziale del 40-50% del fatturato per le più esposte.

Il timore più concreto, ribadito anche da altri consorzi e produttori, è che il costo finale ricada sui consumatori statunitensi, i quali potrebbero ridurre drasticamente gli acquisti di prodotti italiani a favore di alternative meno costose. In un mercato globale sempre più competitivo, le regole sono cambiate, e con esse devono cambiare anche le strategie dei produttori italiani. Secondo Confesercenti Campania, è urgente l’intervento del Governo italiano e dell’Unione Europea per sostenere le imprese più colpite. Servono incentivi all’innovazione logistica, supporti per l’apertura di nuovi mercati, e soprattutto campagne di comunicazione per rafforzare la percezione di qualità inimitabile del Made in Italy.

 

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Blitz

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