Consiglio metropolitano, l’opposizione abbandona l’aula: è scontro sulle tariffe di Amt

  • Postato il 29 ottobre 2025
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Genova. “È con grande rammarico che oggi noi componenti dell’opposizione, opposizione e non minoranza perché questo è stato il risultato elettorale, del Consiglio Metropolitano abbiamo deciso di abbandonare l’aula al momento della discussione sulla Presa d’atto della Proposta della società Amt per la revisione della politica tariffaria”.

Con queste parole inizia il comunicato stampa diffuso questo pomeriggio dai consiglieri di opposizione in Consiglio metropolitano, che, durante la prima seduta dell’assemblea hanno messo in atto una protesta – realizzatasi con l’uscita dall’aula in massa, cosa che ha decretato la mancanza del numero legale – contro la “mancanza di confronto” su un tema scottante come la politica tariffaria di Amt.

“Malgrado il risultato elettorale di sostanziale equilibrio tra il centro destra e la sinistra il Sindaco Metropolitano ha deciso di non aprire un confronto sui problemi amministrativi e sui programmi nell’interesse di tutte le comunità dell’area vasta, ma di procedere come se nulla fosse a colpi di schieramento politico – si legge nella nota – Inoltre ha deciso di convocare il primo Consiglio Metropolitano – che normalmente è a carattere istituzionale e provvede a verificare la regolarità dei titoli degli eletti, a presentare le linee di mandato, a nominare i Consiglieri delegati e a formare le Commissioni necessarie allo svolgimento dei lavori dell’Ente – farcendolo di numerose delibere, alcune di grande rilevanza, senza i preliminari e opportuni passaggi nelle competenti Commissioni. Di fatto questo comportamento si traduce in una carenza di rispetto istituzionale del Sindaco e della sinistra nei confronti dell’Ente Pubblico che sono chiamati ad amministrare”.

Sul tavolo il dossier Amt, con la recente scelta di un nuovo piano tariffario pensato per ripianare un bilancio con troppi conti che non tornano. “La richiesta di Presa d’atto della decisione di Amt, di cui la Città Metropolitana, sottolineiamo, è azionista, giunge all’attenzione del Consiglio Metropolitano a cose già fatte, rendendola una sorta di sanatoria, un pronunciamento fatto “ora per allora”, a decisioni prese fuori dalla sede competente e già comunicate sui diversi media nei giorni scorsi – si legge nel comunicato –  Tutto ciò è aggravato dal fatto che non sono stati minimamente coinvolti i territori, che già da diversi giorni stanno vivendo situazioni di grande difficoltà per la mancata o parziale erogazione del servizio di trasporto pubblico”.

“Parlando qualche giorno fa ad un convegno organizzato proprio in Città Metropolitana, il sindaco ha detto che l’amministrazione di questo Ente è un esercizio di “democrazia allargata”. Alla prova dei fatti la realtà è purtroppo l’esatto contrario – concludono i consiglieri metropolitani Carlo Gandolfo, Fabrizio Podestà, Giuseppe Pastine, Andrea Rossi, Laura Repetto, Vincenzo Falcone, Elisabetta Ricci, Albino Armanino, Flavia Pastorino – Tutto questo ci ha costretto con rammarico a reagire con la necessaria fermezza per porre da subito un argine a un comportamento che se tollerato potrebbe portare a una pericolosa deriva istituzionale“.

 

Coalizione Progressista: “Noi al lavoro per salvare Amt. Il centrodestra fugge”

“Oggi è stata scritta una brutta pagina della nostra Città Metropolitana ed è stata scritta da chi ha gestito Amt negli ultimi otto anni e ci ha raccontato una realtà completamente difforme da quella che abbiamo trovato. L’opposizione di centrodestra ha deciso di abbandonare l’aula, facendo mancare il numero legale e portando alla chiusura anticipata della prima seduta del consiglio metropolitano che avrebbe dovuto approvare le nuove tariffe, la manovra che siamo chiamati a portare a termine per salvare l’azienda del nostro trasporto pubblico. Ed è incredibile che chi ha portato Amt in queste condizioni oggi si alzi ed esca“.

A dirlo in una nota stampa il Gruppo Consiliare della Coalizione Progressista alla Città Metropolitana di Genova: “Non abbiamo dimenticato quando, in campagna elettorale, il candidato sindaco di Genova del centrodestra Pietro Piciocchi parlava di una realtà fantasmagorica con milioni di euro di attivo: il risultato è sotto gli occhi di tutti e ora ci troviamo a dover risolvere questa situazione, con responsabilità. E lo facciamo anche prendendo decisioni impopolari, perché la tenuta di una società partecipata della portata di Amt non può essere messa a rischio da scelte dettate dal consenso elettorale. Siamo qui a prendere decisioni per il bene di Amt, delle persone che lavorano in Amt e di chi ogni giorno si sposta usando il trasporto pubblico. Il fatto che il centrodestra si sia alzato e abbia abbandonato l’aula ci fa capire come affronta i problemi della città ora che è in opposizione: un continuo ostruzionismo. Avrebbero potuto votare contro o astenersi, ma alzarsi e andarsene quando si discute di una tale emergenza è vergognoso. Ci siamo sentiti dire dal centrodestra che con Amt era stato fatto un miracolo, ma quando abbiamo aperto cassetti abbiamo capito che la realtà era molto diversa da quello che ci era stato raccontato. Quando ci si occupa della cosa pubblica serve responsabilità, specie quando la cosa pubblica impone di risolvere problemi”.

 

Ilaria Cavo: “Consiglieri non sono passacarte”

“Uscire dall’aula è stato l’unico ma efficace strumento a disposizione della nostra coalizione di centrodestra nel Consiglio di Città Metropolitana per tutelare i cittadini da un aumento delle tariffe del trasporto pubblico decise da Amt e dalla sindaca Salis e per far sì che l’ente non abdichi al ruolo di tracciare le linee di indirizzo sulle tariffe. In consiglio comunale ci hanno impedito il confronto e il dibattito su questo argomento e ieri siamo arrivati addirittura alla cacciata di una consigliera comunale che aveva solo chiesto di discutere un ordine del giorno collegato alla variazione di bilancio. Dopo la sconvocazione a poche ore del Consiglio della Città Metropolitana di settimana scorsa, oggi i nostri consiglieri si sono ritrovati la convocazione di questa nuova seduta con un ordine del giorno modificato, per esprimere non un atto di indirizzo ma una mera presa d’atto di scelte già fatte, senza la presentazione di documenti, con una delibera che gli eletti non avevano neanche avuto modo di studiare e approfondire. Questo è vergognoso. Questa è mancanza di rispetto. I nostri consiglieri non sono passacarte, rappresentano cittadini e liste, elettori che ci hanno dato un mandato”.
Così Ilaria Cavo, deputata ligure, presidente del Consiglio nazionale di Noi Moderati e coordinatrice ligure di Noi Moderati e capogruppo di Nm Orgoglio Genova in consiglio comunale, in merito alla seduta odierna di Città Metropolitana. “Lasciare l’aula non è una scelta di menefreghismo o mancanza di rispetto, al contrario è la scelta di chi il rispetto lo pretende, è una decisione di responsabilità, di chi utilizza il legittimo strumento di un regolamento per impedire di far approvare una delibera non condivisa e che pescherebbe nelle tasche dei cittadini. In un Consiglio Metropolitano che è finito sostanzialmente in pareggio, questo è uno strumento che ci mette a disposizione il regolamento democratico, approvato e vigente. Non si tratta di impantanare e/o bloccare i lavori del consiglio metropolitano ma di far valere le nostre istanze sui temi che riteniamo più cruciali laddove riteniamo che le scelte del centrosinistra non siamo assunte nell’interesse dei cittadini, ma a loro danno. A maggior ragione dopo le scene a cui abbiamo assistito ieri in consiglio comunale, capiamo che è un concetto non facilmente comprensibile per questo centrosinistra, ma che a loro piaccia o meno devono fare i conti con noi e con i cittadini che rappresentiamo”.

Alessandra Bianchi: “Atteggiamento autocratico inacettabile”

“Come accade ormai già da parecchi mesi in consiglio comunale, la sinistra delegittima il ruolo dei consiglieri anche in Città Metropolitana. Lo ha dimostrato, oggi, chiedendo al consiglio metropolitano di votare la ‘presa d’atto di Amt per la revisione delle tariffe’ senza però che ci sia stata una discussione, un confronto e soprattutto il passaggio nell’apposita commissione. Tra l’altro, lo ricordo, avendo già comunicato a mezzo stampa le decisioni che sarebbero state assunte – commenta così Alessandra Bianchi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune –  Un brutto film già visto. La scelta dei consiglieri del centrodestra di abbandonare l’aula è quindi una forma di rispetto per il ruolo ricoperto e soprattutto per i territori ed i cittadini che rappresentano. Non è possibile accettare un atteggiamento autocratico. Per il bene della Città dovrebbero farsi un esame di coscienza ma siamo certi che, anche in questo caso, a prescindere come sempre diranno che la colpa è del centro destra”
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Genova24

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