Consultori in affanno: “Carenza di personale e stress mettono a rischio il servizio”

  • Postato il 10 settembre 2025
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  • Di Genova24
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mamma figlio bambino neonato

Genova. Carenza di personale, stress lavorativo, orari lunghissimi, difficoltà a integrare tutte le professionalità in modo organico: sono solo alcune delle criticità che i consultori cittadini si ritrovano ad affrontare, e che rientrano a parere degli operatori sotto l’egida di un generale depotenziamento del servizio.

A Genova i consultori sono 16 distaccati in tutto il territorio, spazi istituiti con la legge 405/1975 e che forniscono in modo pubblico, gratuito e ad accesso libero un servizio di assistenza e supporto a donne, famiglie e minori. Alla situazione in cui versano si è parlato nel corso di una commissione comunale dedicata cui hanno partecipato Comune, Regione, Asl 3 e i rappresentati dei sindacati e degli ordini professionali.

Protesta silenziosa: gli assistenti sociali boicottano la commissione

Unici assenti i rappresentati degli assistenti sociali: una scelta ponderata, come ha spiegato Maria Alessandra Giribaldi del Sindacato Unitario Assistenti Sociali (Sunas), proprio per mettere in luce le criticità che la categoria deve affrontare.

Gli operatori dei consultori hanno scelto di non essere presenti – ha chiarito in Sala Rossa – anche alla luce del clima intimidatorio più volte denunciato, ritengono che questa assenza possa esprimere più delle parole e della presenza. È importante parlare dei consultori in questa sede perché non si tratta solo di problemi organizzativi interni all’Asl 3, ma di un indebolimento che ha conseguenze dirette sulla salute dei cittadini e sul sistema dei servizi”.

“Il consultorio familiare non deve essere ridotto a un ambulatorio o a una semplice erogazione di prestazioni sanitarie, è un presidio territoriale multidisciplinare e di prevenzione fondamentale dove medici, psicologi, ostetriche, assistenti sociali e assistenti sanitari lavorano insieme per sostenere le famiglie e intercettare precocemente i bisogni e le fragilità – ha proseguito Giribaldi – Se uno degli anelli di questa catena si indebolisce tutto il sistema soffre, e oggi i consultori della nostra città sono sofferenza: i lavoratori stanno vivendo gravi criticità, un clima sempre più teso, una gestione che viene percepita come autoritaria e non disposta al dialogo di una direzione che valorizza poco le competenze. Il rischio è che il sistema della tutela si trasformi da strumento di prevenzione a mera gestione emergenziale del danno”.

“Carenza di personale, ma stiamo cercando soluzioni”

Asl 3 dal canto suo, con la voce della direttrice sociosanitaria Isabella Cevasco, si è detta consapevole delle criticità di integrazione delle varie professionalità e ha ricordato una serie di iniziative come l’home visiting, nato nel periodo dell’emergenza COVID e proseguito anche dopo per la risposta ottenuta dalle donne: “Abbiamo elaborato una procedura aziendale a tutela innanzitutto della mamma e del neonato, ma anche a tutela dei professionisti. È praticamente conclusa, va soltanto perfezionata e poi firmata”.

L’azienda sanitaria sta lavorando anche per coinvolgere ostetriche e assistenti sociali in un progetto all’interno del campo sinti per offrire l’opportunità dello screening neonatale e individuare anche situazioni che dovrebbero essere gestite anche dal punto di vista sanitario. Sulla carenza di organico – oggi nei consultori sono presenti sei professionisti – Cevasco non ha potuto fare altro che ammettere le difficoltà e garantire che “c’è tutta l’intenzione di risolverle”, specificando poi che “per alcune figure è un momento in cui non è facile riuscire a trovarle sul mercato”.

Il Comune punta su sette nuovi psicologi e un nuovo protocollo

L’assessora al Welfare Cristina Lodi ha invece confermato l’intenzione di potenziare un servizio in particolare, e cioè quello riservato alla presa in carico di bambini e famiglie su input del tribunale: “È un tema primario per i consultori. Oggi c’è una lista d’attesa che conta 146 casi di minori segnalati dal tribunale che hanno necessità di fare un lavoro multidisciplinare, con assistente sociale, psicologo e consultorio”.

L’obiettivo è mettere a punto un protocollo che gestisca queste situazioni evitando l’istituzionalizzazione e prediligendo la famiglia. A questo si aggiunge l’arrivo di sette psicologi che andranno a rafforzare l’organico.

“Gli psicologi del Comune siano il filtro tra consultori e servizi sanitari”

“Speriamo che questi psicologi assunti dal Comune abbiano un ruolo di filtro – è l’augurio di Alessandro Fasciani, direttore della struttura complessa di assistenza consultoriale della Asl 3 –  gli psicologi del consultorio familiare dovrebbero essere lì per fare un trattamento, ma ciò che devono fare invece è un lavoro di filtro, e troppo spesso alla fine delle loro relazioni non c’è un trattamento sanitario. Gli psicologi assunti dal Comune potrebbero essere il raccordo costante con i sanitari fare quest’operazione”.

Autore
Genova24

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