Crisi idrica in Basilicata, Bardi valuta lo stato d’emergenza
- Postato il 22 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Crisi idrica in Basilicata, Bardi valuta lo stato d’emergenza
Il presidente della Regione Bsilicata, Vito Bardi, riferisce all’aula la situazione attuale e i lavori previsti per ovviare alla crisi idrica e valuta lo stato d’emergenza
POTENZA – La situazione attuale negli invasi lucani è difficile e basta poco perché si cada nell’emergenza e in una nuova crisi, la Regione sta valutando la richiesta di stato d’emergenza: lo ha detto il presidente della Regione Vito Bardi nel corso della sua relazione al consiglio regionale straordinario di ieri.
«Non possiamo più affrontare la carenza idrica come un fenomeno straordinario – dice -. Il cambiamento climatico, con temperature record e precipitazioni sempre più scarse, ha reso instabile il nostro sistema idrico. Ma non stiamo con le mani in mano».
Bardi ha annunciato che la Regione, in relazione alle difficoltà registrate nel mondo agricolo e industriale, sta valutando la richiesta di nuova proroga dello stato di emergenza, già dichiarato dal Governo nazionale nell’ottobre 2024 e prorogato a marzo 2025.
«Senza poteri straordinari non è possibile accelerare i processi in atto», aggiunge.
CRISI IDRICA IN BASILICATA: LA SITUAZIONE DELLE DIGHE ELENCATA DA BARDI
Nel suo rapporto, Bardi ha elencato la situazione delle dighe lucane: Tutti gli schemi idrici gestiti da Acquedotto Lucano sono oggi in stato di allerta, con situazioni particolarmente critiche in Alta Val d’Agri, Vulture-Melfese, Collina Materana e nella città di Matera, che dipende quasi interamente da approvvigionamenti esterni.
Gli invasi principali – Monte Cotugno, Pertusillo e Conza – registrano cali preoccupanti, fino al 27% in meno rispetto al 2024.
Ma c’è un’eccezione: la diga del Camastra. Che mostra miglioramenti rispetto all’anno scorso (secondo Bardi per i lavori realizzati l’anno scorso in occasione della grande crisi) e però è al livello di criticità 3.
«L’assenza di nuovi afflussi significativi in diga nei prossimi mesi, causati da assenza di fenomeni meteorici – spiega Bardi – dobbiamo considerare che le risorse oggi accumulate potrebbero non essere sufficienti a coprire interamente i volumi necessari. Non solo, ma i tecnici mi segnalano che un utilizzo eccessivo delle acque del lago potrebbe anche portarci a saturare la capacità operativa dell’impianto di potabilizzazione, che a pieno regime non può trattare più di 2.500 metri cubi all’ora».
Insomma, anche nel Camastra non c’è da stare tranquilli.
LA DIGA DI TRIVIGNO
Sulla diga del territorio di Trivigno ha parlato però, in una nota diffusa a margine dei lavoro, l’assessore ai Lavori pubblici Paquale Pepe, che commenta commentando l’aggiudicazione definitiva dell’appalto, da parte del Commissario straordinario di governo, per la manutenzione straordinaria e la rivalutazione sismica dello sfioratore superficiale numero 1 della diga: portando la quota autorizzata da 526,60 a 528,60 metri sul livello del mare, si potrebbero aggiungere altri 3 milioni di metri cubi d’acqua rispetto al volume attuale, raggiungendo i 14,5 milioni di metri cubi
«Con un importo di 2,5 milioni di euro – aggiunge -saranno realizzate opere finalizzate ad un progressivo adeguamento dell’impianto alle disposizioni normative che fino allo scorso anno avevano consentito accumulare un massimo di 9 milioni di metri cubi d’acqua».
«Puntiamo ad ottenere – aggiunge – un terzo in più di risorse idriche per uso potabile da mettere da parte durante i mesi invernali, rispetto agli anni precedenti. Questo ci metterebbe al riparo da eventuali carenze idriche causate da eventuali periodi di siccità, assicurando una fornitura stabile».
UNA RETE IDRICA OBSOLETA
Per tornare a Bardi, nella relazione ammette: «La nostra rete idrica, in molte aree, è obsoleta e dispersiva – ha detto Bardi –. Per questo abbiamo avviato una serie di interventi strutturali per ridurre le perdite, sostituire tratti danneggiati e introdurre nuovi sistemi digitali di monitoraggio. Il piano della Regione prevede oltre 100 km di rete da sostituire, il potenziamento degli impianti di sollevamento e l’attivazione di nuove fonti: dai pozzi del Lago del Pantano alle sorgenti dell’Alta Val d’Agri, oggi oggetto di verifica per l’uso potabile. Tra le opere prioritarie anche una presa stabile dal fiume Basento e il riuso delle acque reflue per usi industriali».
Necessario «rafforzare Acquedotto Lucano e il Consorzio di Bonifica, riconoscendo il loro ruolo chiave nella gestione e manutenzione delle reti»: annunciati nuove assunzioni.
«Ognuno deve fare la propria parte – conclude – Abbiamo bisogno di un uso consapevole e responsabile dell’acqua. Invitiamo i cittadini a dotarsi di serbatoi domestici e a ridurre i consumi, soprattutto nelle ore notturne. L’acqua è un bene comune e un diritto primario. Lavoriamo insieme per non renderla un privilegio».
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