Da papa a cavaliere Jedi: Trump usa l’intelligenza artificiale come arma di distrazione

  • Postato il 10 maggio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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di Marco Marangio

Da Papa a Cavaliere Jedi, passando dal “Gaza Casinò”. Potrebbe sembrare strano, eppure l’utilizzo dell’AI da parte del tycoon è meno goliardico di quanto sembri.

Se c’è una cosa che non si ferma nella comunicazione di Trump, non è tanto la spiccata connotazione egotica che è ormai nota da sempre. Quanto piuttosto l’utilizzo non proprio consono dell’intelligenza artificiale. Tutto ha avuto inizio qualche mese fa, quando dal suo profilo Truth ha ricondiviso un video realizzato con l’AI che raffigurava la Gaza ideale: lussuosa e ludopatica. Ciò che è scaturito, a livello mediatico, dalla vicenda è cosa ormai nota ed è superfluo ripeterlo.

A ripetersi, invece, è stato Trump, condividendo in diverse occasioni contenuti di natura ironica e provocatoria: grazie all’utilizzo dell’AI lo abbiamo visto vestire i panni sia di Papa che di cavaliere Jedi (o meglio, Sith). Fra commenti e ricondivisioni, internauti e opinionisti hanno discusso a lungo sulla questione: fra chi ride, apprezzandone la sferzata ironica, e chi lo reputa di cattivo gusto. Eppure non è questo il punto. Il punto è molto più strumentale di quel che si pensi. Almeno da un punto di vista comunicativo.

Come potrebbe definirla Noam Chomsky, la sua è una perfetta “strategia della distrazione”. Avendo constatato il “successo” (in termini di views e interazioni) del famoso video di Gaza, Trump (o per meglio dire il suo staff) ha iniziato a programmare nel suo piano comunicativo contenuti verticalizzati sull’AI. Il modus operandi è sempre il medesimo: intercetta un topic di tendenza e lo personalizza a sua immagine e somiglianza. Letteralmente. Lo ha fatto sia con temi di attualità, come in occasione del Conclave, che con temi di intrattenimento, come lo Star Wars Day del 4 maggio. E poco importa che invece di Jedi, l’AI lo abbia ritratto con la spada laser cremisi dei Sith. Ciò che conta è che se ne parli.

Perché l’obiettivo comunicativo finale è proprio questo: distogliere l’attenzione del pubblico (e dei media) dai problemi reali e importanti. Come, ad esempio, la stagnazione del suo ruolo di ponte fra Putin e Zelensky. Perché, in fondo, cosa c’è di più bello di commentare l’ultimo post virale di quel mattacchione istrionico del Donald, mentre tutto il mondo brucia?

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Il Fatto Quotidiano

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