Dalla tiara indossata da Kate Middleton il giorno delle nozze all’orologio di Kim Kardashian: i capolavori di Cartier in mostra a Londra

  • Postato il 26 aprile 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Dai gioielli della corona inglese, ai preziosi commissionati da ricchi Maraja indiani, fino alle star dei red carpet Hollywoodiani. Cartier ripercorre trent’anni della sua storia nella mostra che apre il 12 aprile al Victoria &Albert Museum di Londra e resterà fino al 16 novembre. I biglietti delle prime sei settimane sono già andati tutti sold out, per un evento che non cerca solo di riaffermare la grande tradizione di un marchio che ha fatto la storia, ma anche la sua capacità di adattarsi ai tempi, valorizzando l’artigianalità e la creatività, l’ingegno ed il design traendo ispirazione da tutti i colori e gli stili del mondo, ma reinterpretandoli secondo le forme iconiche di Louis-Francois Cartier, che fondò la Maison nel 1847, a Parigi. Furono poi i suoi nipoti, Louis, Pierre e Jaques a trasformare quella che era una piccola impresa del lusso francese in un nome riconosciuto, apprezzato e desiderato in tutto il mondo.

Una storia che tiene insieme desideri e nobiltà, pop star e sogno. Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, di fronte alle sue creazioni coniò la formula più efficace per raccontare Cartier come “il re dei gioielli ed il gioielliere dei re” che aprì il suo primo negozio a Londra nel 1902, durante il suo regno. Da allora, anche la Royal Family non ha più potuto fare a meno delle sue creazioni, commissionando pezzi che, per la prima volta, sono in mostra nel museo di South Kensington. Si parte con la Manchester Tiara, commissionata dalla duchessa di Manchester nel 1903; fu lei stessa a fornire al gioielliere 1.513 diamanti per farsi realizzare un gioiello ispirato all’architettura francese del XVIII secolo e alla lavorazione del ferro. La ragione di questa scelta era dettata dalla necessità della sua committente di impressionare e brillare durante le occasioni formali nei circoli della aristocrazia britannica perché, di fatto, Consuelo Montagu era una delle famose “Dollar Princesses”, ovvero le ricche ereditiere americane (lei era cubano-americana) che andavano a cercare marito nel Regno Unito per portare dollari e acquisire un titolo nobiliare. Qualcosa poi deve essere andato storto perchè, al momento, il gioiello è di proprietà del governo inglese come “saldo del pagamento della tassa di successione” (che a queste latitudini è al 40%) ed in prestito al museo. Ma questa è un’altra storia.

In un video in bianco e nero che viene trasmesso in una delle prime stanze, viene espresso il valore della relazione con la corona britannica a partire dall’amore per la maison francese della regina Alexandra, suocera di Queen Mary, la nonna di origine tedesca di Elisabetta I, che le lasciò in eredità un collier résille, un girocollo con un grande diamante. Fu invece Giorgio VI a comprare una tiara per la regina Madre, Elisabetta, che poi passò alla figlia, principessa Margaret, quindi indossato dalla nipote, principessa Anna, ed infine da Kate Middleton nel giorno delle sue nozze. Una linea di continuità che segue il corso dei tempi e sposta le commissioni più importanti ad altre latitudini. Fu, ad esempio, l’arrivo della Esposizione Universale a Parigi nel 1900 a portare in Francia il gioielliere russo, Carl Fabergé che generò nuovi desideri nella clientela della maison parigina spingendola a trarre, anche dal lontano impero delle steppe, nuove idee. Così arrivarono gli oggetti: dalle ampolle per i profumi, agli specchi da borsetta agli orologi pieni di pietre fatti di superfici smaltate, di vetro lucido e tanti zaffiri. E’ nel XX secolo, seguendo il racconto della mostra, che si arriva all’uso del colore e degli abbinamenti che misero a contrasto il blu ed il verde ereditati dagli anni ’10 del 1900, seguiti poi dall’arancione, dal verde e nero e poi dal viola e blu. Il tutto in un gioco di trasparenze e opacità capaci di creare l’effetto tipico della creazioni Cartier memorabili anche per il classico bianco e nero tanto popolare ad inizio ‘900.

Poi arrivò Hollywood con le sue star sempre impegnate a fare sognare cercando di trasformarsi in regine contemporanee. Grace Kelly ci riuscì perfettamente, sposando un vero principe e diventando regina del piccolo regno di Monaco. Anche lei è ricordata nella mostra con uno spezzone del film Alta Società dove, bellissima, giocherella con un anello di Cartier, l’anello di fidanzamento ricevuto da Ranieri III qualche mese prima delle riprese ed esposto accanto all’orologio Tank di Jaqueline Kennedy poi successivamente acquisito da Kim Kardashian. Dagli zaffiri dello Sri Lanka, agli smeraldi della Colombia ai diamanti dall’India e dal Sudafrica, gli oggetti del desiderio creati dalla maison parigina hanno attraversato intere generazioni, trasformato la pantera di diamanti dagli occhi gialli in un oggetto del desiderio, come gli orologi da tavolo e da polso forti di ingegneria creativa e “misteriosa” ed i braccialetti “Love”, icone di lusso e eleganza eterna.

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Il Fatto Quotidiano

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