Danni durante un corteo, udienza al tribunale del Riesame per le richieste di 26 arresti per devastazione
- Postato il 12 novembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Udienza davanti al tribunale del Riesame questa mattina a cui ha fatto ricorso la Procura di Genova dopo che il gip Giorgio Morando aveva respinto la richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Longo di custodia cautelare in carcere per 26 persone, tra anarchici e studenti, che parteciparono al corteo del 5 maggio 2024. Il corteo, a cui avevano partecipato circa 600 persone, era nato in risposta agli arresti per resistenza compiuti la notte precedente da parte dei carabinieri di 8 persone davanti all’ex Latteria occupata in centro storico furono imbrattati numerosi palazzi dei Rolli, spaccate alcune vetrine e danneggiate telecamere di sorveglianza.
Davanti al collegio presieduto dal giudice Massimo Cusatti il pm ha ribadito la sua posizione, chiedendo l’arresto per devastazione visto il numero molto ampio di danni tra danneggiamenti e imbrattamenti, ma perché il corteo secondo il pm avrebbe creato allarme sociale. La Procura ha ricordato fra l’altro le 17 chiamate al Nue per richiesta di intervento quella sera e le testimonianze di alcuni cittadini che avrebbero raccontato alla Digos di essere stati minacciati perché riprendevano la manifestazione con il telefonino.
Inoltre per la Procura i 26 indagati, pur non essendo gli autori materiali dei reati, sarebbero responsabili in concorso visto che avrebbero agevolato gli autori coprendoli con gli striscioni durante i blitz vandalici.
Secondo i difensori degli indagati (tra cui Laura Tartarini e Fabio Sommovigo), la tesi della Procura del concorso nel reato da parte di chi si è limitato a tenere uno striscione o aprire un ombrello sarebbe viziata da “molti salti logici”, visto che non è stato dimostrato dalle indagini che i danneggiamenti fossero preordinati e nemmeno che tirare su uno striscione abbia rafforzato il comportamento dell’autore del reato.
Per i legali inoltre i reati non possono essere qualificati come devastazione perché si tratta a loro avviso in gran parte di imbrattamenti mentre i danneggiamenti sarebbero molto contenuti. Inoltre la manifestazione, molto partecipata, non avrebbe creato alcun allarme sociale tanto che non si era reso necessario alcun intervento delle forze dell’ordine. I negozi chiusi? Gli avvocati hanno ricordato che il corteo si era svolto nel pomeriggio sera di domenica e per questo molti negozi del centro erano chiusi
Il gip aveva respinto la richiesta della Procura sostenendo che mancano gli elementi costitutivi del reato di devastazione: l’estensione e il tipo di danneggiamenti non hanno, in sintesi, messo a rischio l’ordine pubblico, ovvero la pacifica convivenza civile che è presupposto del reato di devastazione. “Non può sostenersi, nel caso in esame – dice il gip – che le condotte di danneggiamento, pacificamente esistenti e deprecabili abbiano assunto una portata tale da compromettere la sicurezza di tutti i consociati”. Il gip aveva sollevato anche qualche dubbio sul concorso e aveva rigettato la richiesta di misura cautelare anche nell’ipotesi di danneggiamento aggravato perché secondo lui non c’era l’attualità del pericolo, visto che nel frattempo gli indagati non avevano commesso altri reati.
Il tribunale del Riesame, dopo l’udienza di questa mattina, si è riservato e deciderà sulla nuova richiesta di arresto, nelle prossime ore.