Davis, in Spagna riesplode il caso Davidovich-Fokina: i media accusano Ferrer di non averlo "perdonato" in tempo

  • Postato il 24 novembre 2025
  • Di Virgilio.it
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La polemica aveva montato già prima di arrivare a Bologna, ma adesso chiaramente è diventata ancora più rovente. Perché in Spagna più d’uno ha criticato la scelta del capitano di Davis, David Ferrer, di lasciare a casa Alejandro Davidovich-Fokina, numero 14 del mondo, quindi sulla carta numero due spagnolo pensando al fatto che il vero trascinatore della selezione iberica avrebbe dovuto essere Carlos Alcaraz. Il quale però ha dovuto dare forfait per il problemino riscontrato nella finale delle Nitto ATP Finals con Sinner, e pertanto la selezione spagnola s’è ritrovata a fare i conti con una doppia assenza pesante nella forma e nella sostanza.

I no di febbraio e settembre all’origine dello strappo

È una storia che in parte l’ha accomunata con l’Italia, visto che anche Volandri ha dovuto fare a meno dei due numeri uno della squadra (cioè Sinner e Musetti). Ma mentre le rinunce di Jannik e Lorenzo sono state concordate con il team, la mancata chiamata di Davidovich-Fokina ha finito per ritorcersi contro alla selezione iberica.

Questo perché è stato proprio Ferrer a escludere il numero 2 di Spagna dal giro delle convocazioni, dopo che il giocatore di Rincòn de la Vitoria aveva sostanzialmente rifiutato di aggregarsi al team che si sarebbe giocato l’accesso al final eight di Bologna sia prima della sfida con la Svizzera di febbraio, sia prima di quella di settembre con la Danimarca. In quell’occasione, Davidovich-Fokina spiegò al capitano che gli impegni estivi dall’altra parte dell’oceano gli avevano prosciugato le energie, preferendo riposare prima di riprogrammare l’ultima parte di stagione.

Ferrer peraltro si ritrovò in una situazione assai complicata: Alcaraz era d’accordo di non andare a giocare la Davis qualora avesse fatto la finale agli US Open (vinta, contro Sinner), quindi la scelta di puntare su Munar e Carreno Busta in singolare e sulla coppia Martinez-Granollers in doppio si rivelò l’unica possibile. A Davidovich-Fokina, secondo quanto dichiarato da Ferrer, venne offerto un posto da eventuale quinto convocato, qualora Alcaraz non avesse potuto raggiungere i compagni. Ruolo che Alejandro ha “cortesemente” rifiutato.

Le due rinunce che hanno incrinato la “fiducia” di Ferrer

In realtà i cocci si sarebbero rotti già prima: a far arrabbiare Ferrer sarebbe stata intanto la decisione di Davidovich-Fokina di andare a giocare a Dallas dopo gli Australian Open, negli stessi giorni in cui sarebbe dovuto andare in Davis contro la Svizzera. Così come la rinuncia seguita agli US Open (dove venne eliminato al secondo turno) per trasferirsi in anticipo in Asia, dove avrebbe debuttato a Pechino 4 giorni il match con la Danimarca.

Ferrer sostanzialmente ha perso “fiducia” nel giocatore, che avrebbe voluto un trattamento forse più d’elite in virtù del best ranking ottenuto in questa fase della stagione. Il capitano spagnolo ha voluto invece premiare chi ha portato la Spagna a Bologna, pur dovendo fare i conti suo malgrado con l’indisponibilità last minute di Alcaraz che ha privato l’Armada (come viene ribattezzata la nazionale di tennis) della sua punta di diamante.

Qualora ci fosse stato Davidovich-Fokina, Munar sarebbe andato a sfidare Berrettini (che ha vinto entrambi i confronti diretti), e il “reticente” se la sarebbe vista con Cobolli, ha vinto tutti e tre gli incontri disputati negli ultimi due anni. Ma a detta dei media spagnoli, oggi i due iberici sarebbero probabilmente stati favoriti, visto l’ottimo finale di stagione mandato a referto da entrambi i giocatori.

Un “perdono” che potrebbe arrivare troppo tardi

In patria, insomma, c’è chi imputa a Ferrer di non aver ricomposto nei tempi giusti la frattura con Davidovich-Fokina. Il quale verrà comunque considerato come papabile convocato in vista degli impegni della prossima campagna di Davis, per stessa ammissione di Ferrer.

Il “perdono” però potrebbe arrivare troppo tardi: nel 2026 Sinner e Musetti potrebbero decidere di tornare a giocare la Davis, aumentando ulteriormente il potenziale di un’Italia che ha dimostrato di essere forte anche con le “seconde linee”. E per la Spagna, che insegue l’insalatiera dal 2019, l’attesa per riportarla a casa potrebbe rivelarsi ancora più lunga del previsto.

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Virgilio.it

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