Dazi auto, raggiunto l’accordo fra Usa – Ue: tariffa massima al 15%
- Postato il 22 agosto 2025
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- Di Virgilio.it
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Bruxelles e Washington, due mondi geograficamente lontani (e non solo), hanno accorciato le distanze scrivendo una pagina di storia economica destinata a lasciare il segno: l’intesa politica tra Donald Trump e Ursula von der Leyen, raggiunta lo scorso luglio, è diventata un accordo commerciale transatlantico. Non solo un riequilibrio di tariffe, ma una vera e propria ridefinizione dell’equilibrio tra potenze, tra il Vecchio Continente e gli Stati Uniti.
Un patto difficile da immaginare fino a pochi mesi fa. Eppure, è accaduto. Suggellato da una dichiarazione congiunta, l’accordo introduce una tariffa massima del 15% su quasi tutte le esportazioni Ue verso gli Stati Uniti. Il mondo dell’auto all’europea può tirare un sospiro di sollievo, dopo un interlocutorio periodo di paurosa incertezza.
Dalla minaccia alla misura
Chi conosce Trump sa quanto ami il gioco duro. Durante il suo primo mandato aveva alzato le tariffe sulle auto europee al 27,5%, una mossa che aveva irritato l’Ue e fatto tremare i polsi agli industriali di Torino, Stoccarda e Parigi. Oggi, invece, gli Stati Uniti accettano di abbassare la soglia al 15%, una svolta che restituisce fiato a un settore strategico dell’economia europea. Ma, come sempre, nulla è gratuito: la riduzione entrerà in vigore solo quando l’Ue comincerà ad abbassare le proprie barriere sui prodotti americani. Uno scambio. Una stretta di mano tra due giganti.
Non solo auto e componenti automotive. Il nuovo regime riguarda farmaci, semiconduttori, legname, aeromobili, sughero, e una sfilza di beni finora ostaggio di negoziati infiniti. A partire dal 1° settembre, molti di questi prodotti entreranno in un regime Npf (Nazione più favorita), che Bruxelles punta a estendere ad altri settori, cercando di cucire uno scudo doganale protettivo.
Sull’acciaio e alluminio, invece, il linguaggio si fa militare. Parole come “sovracapacità globale” e “difesa delle catene di approvvigionamento” richiamano più una guerra fredda economica che un negoziato commerciale. Le due sponde dell’Atlantico alzano una barriera congiunta, basata su quote e contingentamenti, per evitare l’invasione silenziosa del metallo asiatico. Qui, il commercio diventa geopolitica. E ogni dazio, una trincea.
Energia, chip e cannoni
La dimensione dell’accordo però va oltre le merci. L’Europa si impegna ad acquistare gas naturale liquefatto, petrolio e prodotti nucleari americani per 750 miliardi di dollari entro il 2028. È una scelta chiara: meno dipendenza da Est, più alleanze a Ovest. C’è anche l’intelligenza artificiale sul piatto, infatti, per non restare indietro nella corsa ai supercomputer, Bruxelles si assicura 40 miliardi di dollari in chip AI statunitensi. Poi, c’è il capitolo difesa: “Aumenteremo gli appalti per la difesa dagli Stati Uniti”, ha detto il commissario europeo Maros Sefcovic. Le armi sono tornate alle centro delle politiche del Vecchio Continente.
L’intesa dei colossi
Nel 2024, gli scambi tra Usa e Ue hanno superato i 1.600 miliardi di euro, oltre 4,2 miliardi ogni giorno. Una cifra che fa impallidire ogni altra relazione economica nel mondo. Questo nuovo accordo potrebbe essere la scintilla per un nuovo corso. “Un’intesa che rafforza le relazioni transatlantiche”, l’ha definita von der Leyen. Una frase da conferenza stampa, sì, ma che racchiude una verità profonda. Vedremo se questo rinnovato capitolo di amicizia darà una mano all’economia e al settore auto del Vecchio mondo, molto più indebolito e fragile rispetto al glorioso passato.