Decreto Infrastrutture 2025, cosa potrebbe cambiare sulle concessioni

  • Postato il 12 maggio 2025
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  • Di Virgilio.it
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Le tariffe autostradali non saranno più approvate una per una, con tempi biblici e burocrazia a strati. Con il nuovo decreto Infrastrutture, l’Autorità di regolazione dei trasporti passa alla guida: potrà decidere direttamente quanto si paga ai caselli, senza aspettare via libera esterni.

Una modifica che sembra tecnica, ma che ha effetti molto concreti. Significa stop alla vecchia trafila di approvazioni singole e via libera a un sistema tariffario stabile, centralizzato e adottato direttamente dall’Autorità. In teoria, più trasparenza e rapidità. Vedremo se anche più equità.

Basta approvazioni a singhiozzo

Fino ad oggi, ogni nuova tariffa doveva passare per una procedura specifica. D’ora in avanti sarà l’Art a decretare in modo diretto il sistema. Il modello verrà adottato subito, evitando le solite lungaggini e scongiurando eventuali rimbalzi burocratici. I pendolari potrebbero finalmente trovarsi davanti a costi lineari. Ma prima di cantar vittoria, servirà vedere come si tradurrà nella realtà. I primi effetti si capiranno solo nel prosieguo.

Concessioni e lavori

Nel decreto spunta anche una novità relativa alle concessioni. Nell’arco dei prossimi tre anni, il Mit sarà autorizzato ad adottare — anche solo parzialmente — l’elenco dei lavori e delle manutenzioni da inserire nei bandi di gara, senza dover attendere ogni volta il piano economico-finanziario completo.

Se mancano ancora alcuni documenti, le gare potranno comunque partire, almeno per i lavori particolarmente urgenti. Una scorciatoia volta ad accorciare i tempi e snellire le procedure, soprattutto nelle fasi iniziali. Basta un elenco dei lavori, e si va, così da evitare stand-by deleteri e tagliare l’iter, almeno nella fase di partenza.

Cosa prevede il decreto

Ma i pedaggi non sono l’unico tema caldo del nuovo decreto firmato dal Ministero guidato da Matteo Salvini (nel frattempo, soddisfatto per gli effetti della riforma del Codice della Strada). Il testo, ancora in via provvisoria, si compone di 16 articoli che toccano vari settori: dal Ponte sullo Stretto al caro voli, dal Pnrr alle spiagge.

La misura simbolo resta il Ponte di Messina. Il decreto stabilisce che la società Stretto di Messina entrerà nell’elenco delle stazioni appaltanti dell’Anac, così da poter gestire direttamente le gare pubbliche legate all’opera. Inoltre, un punto riguarda l’aumento dei costi dei contratti, che sarà possibile entro un tetto massimo del 50%. Tuttavia, mentre su alcune opere le garanzie si rafforzano, su quelle molto grandi — oltre i 2 miliardi di euro — le tutele si riducono: il limite di indennizzo potrà scendere dal 20% al 3% del valore.

Tetto al caro voli e opere nel Sud

Cambia anche il sistema che dovrebbe tenere a bada i prezzi dei voli verso le isole. Non sarà per tutti: da qui in avanti, lo sconto sarà riservato a categorie predefinite di passeggeri. Chi vola verso Sardegna (dove il parco auto “vanta” un cattivo primato), Lampedusa o Pantelleria dovrà fare i conti con nuove regole. Una mossa che rischia di pesare nei mesi di punta, specie in occasione dell’esodo estivo, un “rito” che si ripete di anno in anno.

Infine, un passaggio sul Pnrr e in particolare sulla tratta ferroviaria Salerno–Reggio Calabria. Il decreto permette di destinare fino al 2% del valore complessivo dell’opera alla riqualificazione urbanistica delle aree coinvolte, per un massimo di 60 milioni di euro.

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