Dentro la mente dei mostri: esperienza da brivido nel museo dei serial killer di Torino
- Postato il 20 ottobre 2025
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- Di SiViaggia.it
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Non poteva che essere la misteriosa ed esoterica Torino ad accogliere l’esposizione chiamata Serial Killer Museum dopo il successo di Firenze. Il percorso immersivo ed esperienziale vuole indagare i lati più oscuri dell’animo umano e lo fa all’interno di uno spazio allestito nella Galleria Tirrena aperto al pubblico dal 18 ottobre. L’idea è dare ai visitatori un viaggio nel tempo e nella mente, scoprendo casi di cronaca internazionali attraverso documenti e curiosità. L’esperienza a tratti intensa e affascinante fa riflettere sul confine sottile tra normalità e devianza. L’obiettivo? Nessuna spettacolarizzazione del crimine: si indaga sulle radici profonde del male.
Il percorso espositivo
Il Serial Killer Museum di Torino nasce con l’intento di portare il pubblico dentro la cronaca nera globale, attraverso un racconto costruito come un vero e proprio documentario vivente.
Le sale del nuovo Serial Killer Museum di Torino sembrano uscite da un sogno oscuro e magnetico. La luce è bassa, le pareti raccontano storie, le voci narranti si inseguono come eco lontane di confessioni mai dimenticate. È un percorso che avvolge e destabilizza, dove ogni passo sembra un’indagine dentro la mente umana. Dopo l’incredibile successo a Firenze, il viaggio nelle zone d’ombra dell’anima riparte proprio da qui, nel cuore del capoluogo piemontese, dove la curiosità si trasforma in brivido e la paura diventa cultura.
Attraverso l’uso di audioguide in più lingue e la voce intensa di Giancarlo De Angeli, noto per i suoi lavori televisivi, ogni visitatore è accompagnato lungo un percorso che alterna racconto, riflessione e inquietudine. Le statue di cera, le ricostruzioni scenografiche e le testimonianze audio creano un ambiente in cui la paura si trasforma in conoscenza, e la curiosità diventa strumento di consapevolezza.
I casi di cronaca nera raccontati
I casi di cronaca internazionale fanno da fil rouge per tutta la mostra, tanto da mostrare storie note alla cronaca, ma che hanno poi ispirato film e libri. Qualche esempio? Ed Gein, l’uomo che ha ispirato Hannibal Lecter, o John Wayne Gacy, il clown assassino che ha causato incubi a tantissime generazioni o ancora Jeffrey Dahmer soprannominato il mostro di Milwaukee di cui, di recente, è stata pubblicata una serie Tv su Netflix.
Ma il male non ha un solo volto né un solo genere. Esistono numerose storie femminili che vengono raccontate proprio in questa mostra; ne è un esempio il caso della serial killer della Florida Alien Wournos o Leonarda Cianciulli che molti soprannominano la “saponificatrice di Correggio” o ancora la contessa ungherese Erzsébet Báthory che la leggenda vuole assetata di sangue e ossessionata dall’eterna giovinezza.
A colpire di più, però, è forse lo spazio dedicato a un nome meno noto, ma tutto torinese: Franco Fuschi. Un contadino tranquillo di giorno, un cecchino letale di notte. Tra gli anni Settanta e Novanta, Fuschi seminò il terrore nella provincia di Torino, spinto da una logica solo sua, disturbata e insondabile. Condannato a due ergastoli per undici omicidi, morì nel 2009 nel carcere di Alessandria, in circostanze mai del tutto chiarite. Una figura che inquieta proprio perché ordinaria, e che ci ricorda come il male, a volte, sappia nascondersi nei luoghi più insospettabili… perfino dietro un volto anonimo di campagna.