Depressione, lo studio: più potassio nella dieta e il rischio si abbassa

  • Postato il 23 agosto 2025
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La depressione è oggi una delle patologie più diffuse al mondo: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità colpisce circa il 5% della popolazione adulta. Nonostante i progressi della medicina, le terapie tradizionali – soprattutto farmacologiche – non sempre risultano risolutive e spesso sono accompagnate da effetti collaterali. Da qui la crescente attenzione verso i cosiddetti “fattori modificabili”, tra cui l’alimentazione, come strumenti di prevenzione e supporto terapeutico.

Un recente studio pubblicato sulla rivista Nutrients, condotto da un team guidato da Minkook Son, docente di Fisiologia al College of Medicine della Dong-A University in Corea del Sud, ha portato alla luce un dato interessante: il consumo regolare di minerali, in particolare potassio e zinco, è associato a un rischio inferiore di sviluppare depressione.

Lo studio

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno analizzato i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) negli Stati Uniti e del corrispettivo coreano (KNHANES). Complessivamente sono stati esaminati oltre 22mila individui, focalizzandosi sul ruolo di sette minerali chiave: sodio, potassio, fosforo, magnesio, ferro, zinco e calcio.

La scelta non è casuale. Tutti questi elementi hanno un impatto diretto sul funzionamento cerebrale, sui processi di neurotrasmissione e sull’infiammazione, fattori riconosciuti nella fisiopatologia della depressione.

Il risultato più significativo? In entrambe le popolazioni analizzate, chi presentava livelli più alti di potassio mostrava un rischio sensibilmente minore di soffrire di depressione.

Potassio: il minerale che protegge l’umore

Il dato emerso in maniera chiara riguarda proprio il potassio. Nonostante le differenze culturali e alimentari tra Stati Uniti e Corea del Sud, questo minerale si è confermato come un fattore protettivo comune.

“Il potassio sembra giocare un ruolo fondamentale nella salute mentale”, ha spiegato Son. “Promuovere diete ricche di potassio potrebbe diventare una strategia di salute pubblica a basso rischio e di facile applicazione per la prevenzione della depressione”.

Oltre al potassio, lo studio ha evidenziato specificità legate ai contesti culturali: in Corea livelli più elevati di sodio sono risultati correlati a un minor rischio, mentre negli Stati Uniti la stessa associazione positiva è stata trovata con lo zinco. Differenze che, secondo i ricercatori, dipendono dalle abitudini alimentari locali e dalle fonti principali attraverso cui i minerali vengono assunti.

Perché il potassio fa bene al cervello

Il potassio non è solo un elettrolita fondamentale per l’equilibrio dei fluidi cellulari e la contrazione muscolare, ma svolge anche un ruolo diretto nella trasmissione degli impulsi nervosi.

Secondo la nutrizionista americana Monique Richard, non coinvolta nello studio, “il potassio, insieme ad altri minerali come magnesio e selenio, lavora in sinergia con le vitamine per sostenere funzioni vitali e reazioni enzimatiche. Non solo: livelli adeguati di potassio contribuiscono alla regolazione del tono dell’umore, proteggendo il cervello da squilibri chimici che possono favorire stati depressivi”.

Un aspetto critico, tuttavia, è che nelle diete moderne – soprattutto in quelle occidentali – il potassio è spesso sottoconsumato. Questo deficit è legato a un insufficiente apporto di frutta, verdura e legumi, principali fonti naturali del minerale.

Come integrare il potassio nella dieta quotidiana

una banana in un piatto
Come integrare il potassio nella dieta quotidiana (blitzquotidiano.it)

Gli esperti raccomandano un’assunzione giornaliera di potassio compresa tra 2.600 e 3.400 mg, a seconda di età, sesso, condizioni di salute e livello di attività fisica.

Raggiungere queste quantità non è complicato, se si privilegiano alimenti di origine vegetale. Patate e patate dolci consumate con la buccia, spinaci, bietole, zucca e legumi come lenticchie e fagioli sono tra le fonti più ricche. Anche la frutta gioca un ruolo chiave: banane, albicocche secche, pesche e frutti di stagione come le prugne forniscono un contributo significativo.

Un menù giornaliero che include una colazione con avena e banana, un pranzo con insalata di spinaci e legumi, uno spuntino a base di frutta secca e una cena con salmone e verdure al vapore è in grado di coprire gran parte del fabbisogno.

Dieta e salute mentale: non solo potassio

Il potassio non è l’unico minerale sotto osservazione. Lo studio ha segnalato l’importanza anche dello zinco, coinvolto nei processi neurochimici e nella modulazione della risposta allo stress, e del magnesio, noto per il suo effetto rilassante sul sistema nervoso.

Sebbene i dati siano promettenti, i ricercatori sottolineano che si tratta di uno studio osservazionale e dunque non si può ancora parlare di nesso causale. Sono già in programma nuove ricerche longitudinali e trial clinici per chiarire il rapporto diretto tra apporto di minerali e riduzione del rischio di depressione.

Un approccio integrato al benessere mentale

La depressione resta una patologia complessa e multifattoriale. Alimentazione, attività fisica, sonno regolare e gestione dello stress sono tasselli che, insieme alle terapie farmacologiche e psicologiche, possono contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone.

Secondo Son, la possibilità di intervenire sulla dieta rappresenta un’opportunità unica perché accessibile, sicura e replicabile su larga scala. “Promuovere regimi alimentari equilibrati e ricchi di minerali può ridurre il carico globale della malattia e favorire il benessere generale”, ha sottolineato.

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Blitz

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