Diete estreme da 300 calorie al giorno e trucchi per ignorare la fame: il pericolosissimo trend “SkinnyTok” viene bloccato dal social. Ma il problema resta
- Postato il 5 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Bloccata l’hashtag SkinnyTok, elogio della magrezza estrema
Da mesi, l’hashtag imperversa su TikTok, raccogliendo migliaia di view. Davanti alle crescenti preoccupazioni della UE, e su pressione della Francia ma senza alcuna costrizione legale, la piattaforma social ha bloccato l’hashtag in tutto il mondo, riconoscendone i contenuti “malsani”. Ma il problema è tutt’altro che risolto. Adolescenti diafane, con fianchi inesistenti e gambe scheletriche, esaltavano in video visualizzatissimi diete estreme da 300 calorie al giorno e trucchi per ignorare la fame. Tra le destinatarie anche ragazzine di 12 o 13 anni. In un’epoca in cui le piattaforme social contribuiscono a costruire l’identità degli adolescenti, video come questi si rivelano particolarmente pericolosi per loro, mettendone a repentaglio la salute psicofisica.
Atto di accusa
A contribuire ad accendere i riflettori su questi video pro-anoressia, pericolosi per chi li guarda ma anche per chi li realizza, è stata una petizione lanciata qualche mese fa da Charlyne Buigues, infermiera specializzata in disturbi alimentari. “Questi video, spesso guardati dagli adolescenti, veicolano norme corporee irrealistiche e incoraggiano pratiche alimentari pericolose come i regimi alimentari restrittivi, l’esercizio fisico eccessivo o i comportamenti di privazione”, denuncia l’infermiera, puntando il dito contro “un bagno tossico permanente” per i giovani, la cui fragilità mentale è già una diffusa preoccupazione. La statunitense National Alliance for Eating Disorders spiega che SkinnyTok – hashtag da mezzo milione di video – presenta una quantità di ingannevoli ricette ipocaloriche, che sembrano promuovere una dieta sana; invece SkinnyTok “glorifica la magrezza e svilisce l’aumento di peso”, spalancando di fatto la porta ai disturbi alimentari. E a risentirne è tutto l’equilibrio psicofisico. “La narrazione di sé stessi, fondamentale per la costruzione identitaria di un adolescente, avviene oggi in buona parte attraverso i canali social ed è sempre più legata […] alle foto che si postano di sé stessi”, scrive il prof. Giovanni Morello in un articolo pubblicato a fine maggio su La tecnica della scuola. Il giovane in cerca di like non esita a costruire una falsa immagine di sé, sia fisica che psicologica, in un “intenzionale e sistematico gioco delle parti, che è innanzitutto oblio e tradimento di sé stessi”.
Il pericolo non è scongiurato
Ora, chi digita il famigerato hashtag SkinnyTok trova, al posto dei video, un messaggio che suggerisce di cercare sostegno psicologico per risolvere i problemi legati all’aspetto fisico. Ma è evidente che la rimozione dell’hashtag non risolve il problema di fondo di queste piattaforme social. Visto l’enorme interesse, inevitabilmente nasceranno altri hashtag dello stesso tenore. Eludere i controlli è facile, basta per esempio sostituire la parola girovita (waist) con “perdita” (waste) per continuare a lanciare video con ragazze la cui magrezza le sta spingendo al collasso psicofisico. Di certo, comunque, la promozione sfrenata del dimagrimento non è l’unica insidia delle piattaforme social, che spingono a sfide assurde e pericolose in ogni settore pur di raccogliere il maggior numero di visualizzazioni. E non di rado le informazioni importanti si rivelano ingannevoli. A fine marzo un’indagine condotta dal Guardian denunciava che oltre la metà dei contenuti di TikTok legati alla salute mentale fornivano fake news.
Tuttavia, le autorità non stanno a guardare. Già da tempo la UE sorveglia la piattaforma e a marzo, in Francia, è stata istituita una commissione per indagare sugli effetti di TikTok sulla salute mentale dei ragazzi. Nel corso del tempo la piattaforma stessa ha messo in campo varie iniziative, tra cui il divieto per i minori di usare i diffusissimi filtri di bellezza che migliorano l’immagine fisica perché aderisca a improbabili standard estetici. Rimane poi un altro nodo importante relativo ai social in genere: come identificare i minorenni. Anche in Italia è allo studio un disegno di legge per la tutela dei minori. Infatti, come denuncia uno studio realizzato nel 2024 dall’Università Cattolica e dal Ministero del Made In Italy, oltre la metà dei giovani dai 13 anni in su ha vissuto brutte esperienze sui social o ha visto contenuti inadeguati. Numerosi gli episodi di cyberbullismo, soprattutto a carico delle giovanissime, avverte il Ministero della Salute. Non stupisce dunque che vari governi, tra cui il nostro, pensino di vietare le piattaforme social sotto i 15, come già ha fatto l’anno scorso l’Australia.
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