Dispositivi seriali e PC moderni: come farli comunicare senza mal di testa

  • Postato il 25 settembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Generico settembre 2025

Molti strumenti e macchinari usano ancora la portaseriale”, nata decenni fa e diffusissima in ambito industriale. I PC di oggi, però, spesso non hanno più quella presa tonda o il connettore a 9 pin (DB9) che un tempo era standard. Risultato: si collega l’apparecchio, ma il computer non lo vede o la comunicazione cade. Il punto non è “vecchio vs nuovo”, ma capire come far parlare due mondi diversi senza complicazioni.

La comunicazione seriale più comune è la RS-232: i dati viaggiano “in fila” su poche linee elettriche, a una certa velocità detta baud rate (per esempio 115.200 o 921.600 bit al secondo). I PC moderni hanno invece porte USB, pensate per periferiche di ogni tipo. 

Per far sì che un software legga uno strumento seriale come se avesse una vera porta COM, serve un convertitore USB-seriale, tipo la UPORT 1110 MOXA, con i relativi driver giusti. Vediamo tutto nei dettagli. 

Perché seriale e PC moderni “non si capiscono” subito

USB e RS-232 parlano linguaggi diversi, sia a livello elettrico sia “logico”. La USB gestisce periferiche complesse, alimentazione e riconoscimento automatico; la RS-232 è semplice e diretta, ma richiede che il PC esponga una COM tradizionale. 

Un adattatore USB-seriale risolve il problema creando una porta COM virtuale: il sistema operativo vede “COM3/COM4…”, mentre dietro le quinte l’adattatore converte i dati USB in segnali RS-232. Questo passaggio è il motivo per cui i driver sono fondamentali: senza il software adatto, i sistemi operativi non creano la COM e l’applicazione non comunica. 

C’è poi la questione della velocità e dell’affidabilità del trasferimento. La seriale funziona a baud rate impostabili (da poche centinaia a centinaia di migliaia di bit/s) e usa parametri come bit di stop e parità. Se questi non coincidono fra PC e dispositivo, si ottengono caratteri illeggibili o perdite di dati. Un buon convertitore deve supportare baud rate elevati e gestire bene i buffer per evitare colli di bottiglia. 

Convertitori USB-seriale: come sceglierlo?

La prima domanda è: quale seriale occorre? Se il dispositivo usa RS-232, un modello dedicato come UPort 1110 è un’ottima scelta; se lavora in RS-485/RS-422 (tipiche di reti multi-drop e tratte lunghe), servono modelli della stessa serie ma per 485/422. È un dettaglio fondamentale: RS-232 e RS-485 non sono intercambiabili, perché cambiano sia i cavi sia i livelli elettrici. 

Per quanto riguarda i sistemi operativi e i driver, bisogna sempre verificare che il produttore mantenga driver aggiornati per le versioni correnti di Windows e per macOS/Linux. Le aziende più affidabili rendono sempre disponibili pacchetti recenti e note di versione nell’area supporto, cosa utile quando bisogna standardizzare il parco macchine o lavorare in ambienti virtualizzati.

Bisogna poi analizzare prestazioni e diagnostica. Il supporto a 921,6 kbps dà margine anche con strumenti che trasmettono velocemente; i LED di attività USB/TxD/RxD aiutano a capire al volo se passa traffico; eventuali varianti isolate servono quando si teme il rischio di disturbi elettrici o differenze di potenziale fra PC e macchina. 

Quindi, per connettere dispositivi seriali ai PC moderni non servono soluzioni complicate: basta scegliere il convertitore giusto, verificare standard (RS-232 vs RS-485/422), driver per il sistema operativo e prestazioni adeguate alla velocità richiesta. 

Autore
Il Vostro Giornale

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