Divieti e limitazioni imposti in porto ad Alassio: scattano i ricorsi giudiziari

  • Postato il 20 novembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Porto Alassio

Alassio. L’introduzione di divieti e limitazioni operative presso la banchina del porto di Alassio sta mettendo a dura prova l’attività dei pescatori e degli ittiturismi locali, realtà che fino a poco tempo fa erano considerate un fiore all’occhiello per la città e un esempio di connubio tra mare, tradizione e turismo sostenibile. E scattano i ricorsi giudiziari.

Tutto nasce da un’ordinanza della Capitaneria di Porto, in vigore dalla scorsa estate e legata a motivi di sicurezza, ce ha innescato una situazione definita “drammatica” dagli operatori.

Il divieto di stendere e lasciare le reti sulla banchina, infatti, li costringe a ricoverarle bagnate in appositi box, dove rischiano di marcire, deteriorarsi e sprigionare cattivi odori, oltre a impedire le necessarie, lunghe riparazioni.

Le restrizioni hanno colpito duramente anche gli ittiturismi, con la soppressione di tavoli sulla banchina, l’eliminazione decine di posti a sedere, e diversi dipendenti rimasti senza lavoro.

E ora la vicenda è diventata oggetto di ricorsi giudiziari, come ha spiegato il presidente della Cooperativa San Filippo, Claudio Modena: “Non possiamo accettare di essere stati sanzionati per aver lasciato le reti, fra l’altro ricoverate in appositi contenitori, nei pressi delle nostre imbarcazioni e senza creare alcun ostacolo alla circolazione. Questa limitazione comporta conseguenze negative molto impattanti per la nostra attività. Non è possibile portare via ogni volta le reti o ricoverarle nelle cale anche perché così non si asciugherebbero e si creerebbero danni all’attrezzatura e la diffusione di odori maleodoranti”.

“Inoltre diventa estremamente difficoltoso effettuare i lavori di riparazione che richiedono tempistiche non brevi e devono essere eseguiti mantenendo le reti nella medesima posizione per un tempo considerevole. Il nostro è un lavoro molto duro e spesso poco redditizio e se rimanessero queste restrizioni, saremmo costretti ad interrompere l’attività. Essere addirittura sanzionati per comportamenti che non creano alcun problema ed anzi sono necessari e corretti è inaccettabile e per questo abbiamo incaricato l’Avv. Giorgio Cangiano di proporre opposizione, con la speranza però che si possano trovare delle soluzioni”.

Queste le parole del legale albenganese, che auspica una soluzione condivisa: “Al di là dei motivi giuridici dei ricorsi che sono stati presentati, che ritengo fondati e confido possano determinarne l’accoglimento, non vi è dubbio che in questa vicenda sia auspicabile il raggiungimento di una regolamentazione condivisa che tenga ovviamente conto delle indicazioni della Capitaneria di Porto ma anche delle esigenze degli operatori di questo settore, sia per i pescatori che per gli ittiturismi presenti sulla banchina del Porto di Alassio. A mio avviso sarebbe opportuno un incontro tra la Capitaneria di Porto, il Comune di Alassio e l’Associazione Alassiopesca per cercare di condividere regole di buon senso a tutela della sicurezza ma anche delle attività che rappresentano una risorsa economica ed un richiamo turistico di indubbia importanza”.

Autore
Il Vostro Giornale

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