Dopo quattro anni di sindaco Manfredi, su Napoli posso dire questo

  • Postato il 28 agosto 2025
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di Luigi Iossa

Fra i personaggi più silenziosi del panorama politico campano, ma più in generale italiano si inserisce senz’ombra di dubbio Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli dal 2021 e presidente Anci dall’anno scorso.

Manfredi è una sorta di irraggiungibile politico, non capisci mai se è l’uomo medio o l’abile e colto universitario che alcuni dicono sia, non capisci se sia effettivamente operoso e operativo per la città di Napoli o se sia una figura del tutto simbolica, una sorta di piccolo Buddha, un padre spirituale che guida il popolo partenopeo con la sua proverbiale calma.

L’operato di un sindaco si valuta al termine del mandato, ma oramai alla fine di quello di Manfredi manca sempre meno; l’operato di un sindaco si valuta in base a una serie di parametri, che soprattutto i cittadini della città possono prendere in considerazione; l’operato di un sindaco si giudica, o meglio si pesa in base a delle coordinate leggermente diverse da quelle di un premier o di un segretario di partito.

Quello che posso dire da cittadino giovane di Napoli è che la città si è evoluta in questi anni di Manfredismo acuto, ma non so se questa evoluzione sia avvenuta effettivamente in meglio o in peggio, o se semplicemente abbia lasciato invariate moltissime questioni, ancora scottanti per noi napoletani.

Partendo dalla quotidianità della città c’è un lampante problema con i mezzi pubblici, potrei cominciare a elencare tutte le mie disavventure con l’Anm, con i pullman troppo spesso ritardatari e fastidiosamente assenti per le strade della città, con la metropolitana linea 1 che ha degli orari completamente estranei ai ritmi di una grande città europea quale dovrebbe essere Napoli – basti pensare che il treno dovrebbe passare ogni 10 minuti, un tempo infinito se paragonato ad altre grandi città europee quali Vienna, Milano, Parigi, Roma e tantissime altre ancora.

Un altro punto di debolezza della metropolitana linea 1 di Napoli è l’orario di chiusura: 23:00 nei giorni infrasettimanali, praticamente un orario misero per chiudere il mezzo di trasporto più utilizzato dell’intera città.

L’unica nota positiva dell’amministrazione Manfredi in questo senso è stato permettere ai treni di passare fino all’una di notte il venerdì sera e il sabato sera.

Per non parlare poi degli ascensori nelle metropolitane, chiusi un giorno sì e l’altro pure, le stazioni sporche, i corrimano delle scale mobili che sono diventati delle colonie batteriche degne della meglio palude africana.

C’è poi una questione che va oltre il colore politico e raggiunge le necessità dei cittadini partenopei: una evidente mancanza di sicurezza in tutta la città, dai quartieri considerati “buoni” fino alle zone più periferiche di Napoli i furti oramai avvengono dappertutto, da via Petrarca fino a Santa Teresa, le aggressioni dal lungomare fino a Piazza Garibaldi, lo spaccio da Piazza Carlo III fino a Piazza San Domenico Maggiore: praticamente la città è riuscita a ottenere un meraviglioso volto davanti ai turisti, ma la verità è velata, proprio come il Cristo velato, una delle opere di scultura più apprezzate di Napoli.

La quotidianità in città non è facile da vivere, non è adeguata agli standard e allo sviluppo tecnologico del resto d’Europa, a malincuore Napoli rimane uno splendente gioiello che però continua a rimanere chiuso nelle custodie dei gioiellieri, senza poter mostrare effettivamente la sua bellezza.

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Il Fatto Quotidiano

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