Dove gli dèi camminavano tra le pietre: il segreto di Belintash
- Postato il 25 luglio 2025
- Posti Incredibili
- Di SiViaggia.it
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È uno di quei posti che sembrano usciti da un sogno mistico o da una leggenda fantasy. Ci arrivi dopo una salita tra foreste fitte e silenzi profondi, ed è lì che lo vedi: un enorme sperone di roccia bianca, lungo 300 metri e sospeso a 1.225 metri d’altitudine, che si affaccia sulle vallate verdi della Bulgaria come una terrazza degli dèi. E forse lo era davvero.
Belintash o Belantash, a seconda di chi lo racconta, è più di un sito archeologico: è un puzzle di misteri, culti antichi e teorie da brividi. Qualcuno lo considera una pista di atterraggio aliena, altri un osservatorio astronomico dei Traci, altri ancora il rifugio segreto dell’oro di Alessandro Magno. Ogni anno spunta una nuova leggenda, una nuova “profezia” legata a questo luogo dove il tempo sembra non esistere.
Tra canali scavati nella roccia, vasche rituali, incisioni e profonde fenditure che dividono l’altopiano in tre sezioni, Belintash è un viaggio nella spiritualità più arcaica dell’umanità. Qui si respirano millenni di riti, offerte, sacrifici, silenzi sacri. E, tra un crepaccio e una cisterna scavata nella pietra, ci si chiede davvero se gli dèi non abbiano camminato proprio qui, osservando l’orizzonte infuocato con occhi eterni.
Allora, zaino in spalla, scarpe comode e cuore aperto alla meraviglia: vi portiamo a scoprire uno dei luoghi più enigmatici (e fotogenici) d’Europa.
Belintash, l’altare perduto tra cielo e pietra
La prima cosa che si sente quando si arriva a Belintash è il vento. Poi il silenzio, denso e solenne, interrotto solo dal richiamo lontano di un pastore o dal volo di un’aquila nel verde paesaggio della Bulgaria. Questo altopiano sospeso è molto più di un punto panoramico: è stato un santuario tracio, un luogo sacro attivo per migliaia di anni, dal 5000 a.C. fino al IV secolo d.C., e forse oltre.
Le tracce dei culti antichi sono ovunque: vasche e canali scavati nella roccia che un tempo contenevano vino sacro o sangue di sacrifici; fondamenta di edifici misteriosi; cisterne profonde e piattaforme cerimoniali. Tutto scolpito nella pietra, come se fosse destinato a resistere all’eternità.
Nel punto più alto si trova l’“adytum”, la parte più sacra del santuario: vi si accede tramite scale metalliche e, una volta in cima, si domina un panorama incredibile. A nord, le cime dei Rodopi, mentre in basso, i tetti di pietra dei villaggi. In quell’atmosfera rarefatta, è facile capire perché questo luogo abbia generato leggende su leggende.
Ma oltre alla bellezza selvaggia, c’è anche la scienza: le uniche indagini archeologiche serie si sono svolte nei primi anni 2010. Gli studiosi hanno scoperto che Belintash era frequentato già nel Calcolitico e ha vissuto fasi di splendore nel Bronzo Tardo, fino alla sua distruzione in un conflitto mai chiarito. Altri strati raccontano di un ritorno al sacro in epoca tardo-romana e perfino tracce del periodo ottomano.
Karadzhov Kamak e Krastova Gora: la triade del mistero
Ma Belintash non è solo questa. A poca distanza, due altre cime completano il “triangolo sacro” dei Rodopi: Karadzhov Kamake Krastova Gora. Luoghi che, secondo la leggenda moderna, rappresentano rispettivamente il mondo dei morti, quello dei vivi (Belintash) e quello degli dèi.
Karadzhov Kamak è una roccia monolitica spettacolare, incastonata tra le montagne, che si raggiunge con un trekking di circa due ore da Krastova Gora. Si dice che i Traci la venerassero come porta verso l’aldilà. Il sentiero attraversa una riserva naturale abitata da orsi bruni e cinghiali: il consiglio è quello di partire presto, con scarpe adatte e magari una guida locale.

Krastova Gora, invece, è uno dei luoghi di pellegrinaggio cristiano più frequentati della Bulgaria. Qui, secondo la tradizione, si trova un frammento della vera Croce. Ogni anno migliaia di fedeli vi salgono in cerca di pace, guarigione e benedizione. Ma anche se non si è religiosi, il luogo merita la visita per la sua bellezza naturale e l’atmosfera intensa. Insieme, questi tre luoghi compongono un itinerario spirituale unico, dove le fedi si intrecciano e la storia incontra il mistero.