Dove si trova la miglior sanità in Italia? Le classifiche degli ospedali al top

  • Postato il 17 luglio 2025
  • Di Panorama
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Una nuova classifica pubblicata da Il Sole 24 Ore ha acceso i riflettori sulle eccellenze della sanità italiana, stilando l’elenco dei migliori ospedali del Paese, in base a una serie di indicatori che misurano l’attrattività e la complessità delle cure erogate. Lo studio, pubblicato a metà luglio 2025, individua 21 strutture d’élite, veri e propri “super-ospedali”, capaci di attirare pazienti da tutta Italia e spesso anche dall’estero. Il dato più significativo che emerge è la forte disparità geografica: la maggior parte di questi ospedali si trova al Nord, con una presenza marginale nel Sud del Paese. I tre ospedali con i migliori punteggi assoluti si trovano tutti in Lombardia, a conferma del ruolo centrale della regione nella sanità italiana. Il primo in classifica risulta essere il Galeazzi-S.Ambrogio di Milano, in seconda posizione l’Humanitas di Rozzano e terzo “classificato” è il San Raffaele. Tutti e tre sono IRCCS, cioè stituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Sono al vertice per qualità delle prestazioni, capacità di attrarre pazienti da fuori regione e gestione clinica dei casi più complessi. Milano si conferma quindi capitale italiana dell’assistenza ospedaliera avanzata, grazie anche alla stretta integrazione tra ricerca, università e strutture sanitarie.

Subito dietro si posizionano altri nomi storici dell’eccellenza sanitaria nazionale, come il Policlinico Sant’Orsola di Bologna (primo ospedale pubblico in classifica), gli ospedali di Verona, Padova e Firenze, oltre ai grandi ospedali universitari di Pisa e Siena. Anche Roma ha un ruolo importante, grazie alla presenza di strutture come il Policlinico Gemelli, il Campus Bio-Medico e il San Camillo-Forlanini. Nelle Marche spicca l’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche, mentre a Torino e Genova si trovano altre due realtà molto apprezzate in campo medico.

Ma il dato che fa più riflettere è la presenza di soli due ospedali del Sud Italia in questa élite sanitaria. Si tratta della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, in Puglia, fondata da Padre Pio e oggi riconosciuta a livello internazionale per la qualità delle cure, e dell’Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli, che comprende anche il noto ospedale Monaldi. Un segnale, questo, delle difficoltà strutturali e organizzative ancora presenti in molte regioni meridionali, dove spesso mancano risorse, investimenti e continuità nella governance sanitaria.

Anche Newsweek premia la sanità italiana

Anche la prestigiosa rivista americana Newsweek, in collaborazione con Statista, ha pubblicato nel 2025 l’ultima edizione del ranking mondiale dei migliori ospedali. L’Italia figura molto bene anche in questa classifica globale, con ben tredici ospedali inseriti nella lista dei 250 migliori al mondo. A guidare la pattuglia italiana è il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, che raggiunge la 37ª posizione a livello globale.

Il Policlinico Gemelli mantiene anche in questa classifica un ruolo di primo piano, posizionandosi al 44° posto mondiale e distinguendosi in particolare in alcune specialità mediche come ginecologia, gastroenterologia, endocrinologia e pneumologia. Lo stesso vale per il San Raffaele, che occupa il 54° posto, e per l’Humanitas di Rozzano, salito al 61° posto. Il Sant’Orsola di Bologna, invece, è 73°.

La classifica internazionale comprende anche l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona, l’Azienda Ospedaliera di Padova, il San Matteo di Pavia, il Sant’Andrea di Roma, il Careggi di Firenze, il Policlinico di Modena e le Molinette di Torino. Tutti questi ospedali vantano équipe multidisciplinari di alto livello, e sono capaci di gestire i casi più gravi e complicati con un approccio integrato e innovativo.

Oltre alla classifica generale, Newsweek pubblica ogni anno anche i ranking per singola specializzazione, e anche qui l’Italia si distingue. L’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano è tra i primi dieci ospedali al mondo per la cura dei tumori. Il Centro Cardiologico Monzino, sempre a Milano, è nella top 15 mondiale per la cardiologia. Il Policlinico Gemelli è tra i primi dieci al mondo in ginecologia e tra i primi anche in gastroenterologia e neurologia. Una performance che conferma il valore di queste strutture non solo nell’ambito delle cure ordinarie, ma anche e soprattutto nella medicina d’avanguardia. La fotografia complessiva che emerge da queste classifiche, sia italiane che internazionali, è quella di un sistema sanitario con punte di eccellenza assoluta, ma anche con profonde disparità territoriali. L’Italia è capace di esprimere ospedali che competono alla pari con quelli di Stati Uniti, Germania, Francia e Giappone, ma questi centri di eccellenza si concentrano prevalentemente in poche aree geografiche, lasciando ampie zone del Paese prive di strutture in grado di garantire le stesse prestazioni. Una delle conseguenze più evidenti è il fenomeno dei cosiddetti “viaggi della speranza”, che ogni anno coinvolgono decine di migliaia di pazienti del Sud costretti a spostarsi verso il Nord per ricevere cure di alta qualità. Questo movimento non solo ha un impatto umano e psicologico importante sulle famiglie, ma rappresenta anche un costo rilevante per i sistemi sanitari regionali, che si trovano a dover rimborsare le spese di cura ad altre regioni. Per affrontare queste criticità, secondo molti esperti, è necessario investire in modo più mirato sulla formazione, sulla stabilizzazione del personale medico e sulla creazione di reti cliniche integrate tra piccoli e grandi ospedali. In questo senso, il modello vincente sembra essere quello delle grandi aziende ospedaliere universitarie, dove ricerca, didattica e assistenza si fondono in un unico progetto strategico. A fare la differenza, però, sono anche la governance e la capacità di attrarre investimenti, pubblici e privati.

L’auspicio è che queste classifiche, pur rappresentando una fotografia di eccellenza, possano servire anche da stimolo per migliorare il sistema nel suo complesso, soprattutto per la disastrata situazione del Sud-Italia, dove sempre più spesso siamo costretti a raccontare -più che eccellenze- storie di ordinaria malasanità.

Autore
Panorama

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