È morto Ronnie Rondell Jr., addio all’uomo che “si diede fuoco” per i Pink Floyd

  • Postato il 18 agosto 2025
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Addio a Ronnie Rondell Jr. Lo stuntman si è spento all’età di 88 anni – come riporta The Hollywood Reporter – martedì 12 agosto in una casa di riposo per anziani a Osage Beach, nel Missouri. I fan dei Pink Floyd lo conoscono bene per essere stato l’uomo d’affari in fiamme sulla copertina dell’album del 1975 della band, “Wish You Were Here”. In un’epoca in cui non esistevano ancora gli effetti speciali al computer, i suoi baffi furono bruciati durante il servizio fotografico svoltosi negli studi della Warner Bros. a Burbank.

Suo padre, Ronald R. Rondell, è stato comparsa e poi assistente alla regia in film come “Il giro del mondo in 80 giorni” e programmi televisivi tra cui “Bachelor Father” e “The Jack Benny Show”, e uno dei suoi figli, R.A. Rondell, è a sua volta stuntman e ha preso parte a titoli come “Sotto il segno del pericolo” e “The Avengers”. Un altro figlio, Reid Rondell, 22 anni, morì nel gennaio 1985 in un incidente in elicottero vicino a Newhall, in California, mentre eseguiva una controfigura per Jan-Michael Vincent nella serie d’azione della CBS “Airwolf”.

Per la televisione, Rondell Jr. ha trascorso tre anni sostituendo Robert Blake nella serie ABC “Baretta” (1975-78) e ha ricoperto il ruolo di coordinatore degli stuntman in serie prodotte da Aaron Spelling come “The Rookies”, “S.W.A.T.”,” Charlie’s Angels”, “Dynasty”. Tanti i film per i quali ha “prestato il corpo”: “Grand Prix” (1966), “Hooper” (1978), “Arma letale” (1987), “Thelma & Louise” (1991), “Il corvo” (1994), ed è apparso anche in “Matrix Reloaded” (2003).

Per la copertina del disco dei Pink Floyd, Rondell indossò uno strato ignifugo sotto l’abito, fu cosparso di benzina e gli fu dato fuoco. Il processo fu ripetuto 15 volte. Nell’ultima, “le fiamme furono respinte e incendiarono i suoi veri baffi per un istante”, ha ricordato Storm Thorgerson, del team di progettazione Hipgnosis, nel documentario del 2012 “Pink Floyd: The Story of Wish You Were Here”.

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Il Fatto Quotidiano

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