È tornato Fiorello, quando la stagione già arida sembra destinata alla desertificazione, lui fa fiorire l’intrattenimento (e i titoli)

È tornato Fiorello, così, all’improvviso, in scioltezza, senza preavviso. L”anarchia’ al sevizio del talento, as usual fa quello che vuole, quando vuole, come vuole. E ‘Radio2 Radio Show, la pennicanza’ per la stampa che si occupa di spettacolo è una manna dal cielo che fa fiorire titoli, spunti, articoli: quando la stagione già arida sembra destinata alla desertificazione totale, Fiorello la fertilizza e tutto si fa colore.

Gag, satira politica, imitazioni (irresistibilmente terribili), musica a caso, telefonate tra capo e collo a chiunque, un meraviglioso casino che rinfresca e travolge tutto in 45 minuti che passano in un batter di ciglia. Il ‘nuovo Fiorello’ è il solito fuoriclasse, ora più “cattivo”, a 65 anni inserisce nel suo campionario opinioni secche, mezzi ‘desideri’ di Domeniche In e anche le parolacce che magicamente divertono, senza un velo di volgarità.

Politicamente scorretto ma non torbido, ironizza sulla Rai, sull’amico Amadeus, sulla classe dirigente e su tutto, perché stiamo parlando di uno che, nel mezzo del suo programma, fa sentire le altre emittenti radio, parla della concorrenza, mica la teme, la cavalca. La squadra è sempre quella, su per giù, Biggio perfetto, l’altra metà della mela, Cremonesi come amuleto dall’orecchio assoluto ma con humour, e la festa funziona, c’è poco da dire. Ormai Rosario è come quell’amico irrestibile che non vedi da tempo, ma appena lo rincontri tutto riparte da dove l’avevi lasciato, e semplicemente ci stai bene, come sempre, più di sempre.

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